Il Grande Enzo, 80 anni nel blu

“Per conoscere davvero il mare, bisogna prima conoscere la propria anima e il proprio cuore”.

In questa frase c’e’ l’essenza di Enzo Maiorca, il siracusano che ha segnato un’epoca e riscritto i limiti delle immersioni subacquee in apnea, abbattendo piu’ volte il record mondiale.
Martedi’ prossimo Maiorca varchera’ un’altra soglia: quella delle 80 primavere, forse il traguardo piu’ importante di un’esistenza irripetibile.
La sua prima maschera da sub fu una protezione antigas, che era stata riciclata nel periodo post-bellico.
Quel ragazzo cresciuto a pane e mare aveva coraggio e non ci volle molto a dimostrarlo.
Per lui abbattere ogni limite umano e scavare un solco nella storia delle immersioni sono state le cose piu’ naturali del mondo.
La carriera di Enzo e’ stata costellata dai record: in assetto variabile parti’ da -45 metri, nel 1960, e si miglioro’ per 17 volte, l’ultima nel 1988, quando arrivo’ a toccare uno stupefacente -101 alla veneranda eta’ (almeno per un essere umano sottoposto ad uno sforzo cosi’ intenso) di 57 anni.
In assetto costante restano scolpiti nella storia di questa disciplina i -55 metri del 1979.
“Il mare e’ stata la mia seconda casa – ammette con orgoglio e nostalgia – io gli sono
grato”.
Dopo avere abbandonato la pratica agonistica, Maiorca ha sposato l’impegno ambientalista, che e’ divenuto nel tempo la sua nuova passione, difesa anche da senatore fra il 1994 e il ’96, in una legislatura monca. Oggi e’ l’ispiratore del cartello di associazioni ‘Sos Siracusa’, che si batte per la tutela delle zone archeologiche, ma anche del paesaggio, marino e non.
Nel 2006 ha ricevuto la medaglia d’oro al merito di Marina per le gesta sportive e la difesa dell’ambiente.
“E’ stato un pescatore greco – rivela – che mi ha spiegato come il cervello ed il cuore umani fossero molto piu’ sconosciuti degli abissi marini”. Forse e’ stato proprio allora che Maiorca ha creduto
nell’impossibile e lo ha realizzato.
“Salvaguardare il mare e le coste e’ un affare che riguarda tutti noi – sottolinea -.
Posso solo protestare ad alta voce contro coloro i quali vorrebbero affossare zone di grande suggestione”.
Il suo piu’ grande avversario e’ stato il francese nato a Shanghai (e morto suicida all’Elba), Jacques Mayol: il duello fra i due ispiro’ ‘Le grand bleu’, film che Luc Besson realizzo’ nel 1988, ma che usci’ in Italia solo nel 2002.
Era stato lo stesso Maiorca a opporsi alla proiezione del film, perche’ ledeva la sua immagine.
Maiorca imparo’ a nuotare a quattro anni, “ma avevo una gran paura del mare”, ricorda.
“Un giorno – rivela – un amico medico mi mostro’ un articolo in cui si parlava di un nuovo
record di profondita’ a -41 metri, strappato a Bucher da Falco e Novelli.
Era l’estate 1956 e rimasi fortemente suggestionato da quell’impresa cosi’ audace”.
Nasce cosi’ la favola del ‘re degli abissi’. Maiorca strappa il titolo di uomo che e’ riuscito
ad andare piu’ in profondita’ e, nell’anno delle Olimpiadi a Roma, corona il proprio sogno: toccare -45 metri e superare la soglia del brasiliano Santarelli che, nel settembre dello stesso
anno, si riappropria pero’ del primato, raggiungendo i -46; dura poco, perche’ a novembre Maiorca si porta a -49.
Rimane ai vertici per 16 anni, fino al 1976, poi lo stop fino al 1988 quando, per le proprie figlie Patrizia e Rossana (entrambe celebri nel mondo per una bella serie di record mondiali d’immersione in apnea), raggiunge l’ultimo record: -101 metri.
Quindi appende le pinne al chiodo e adesso si gode i suoi 80 anni, alcuni dei quali vissuti nel silenzio degli abissi.

Le tartarughe in pizzeria

E’ l’animale simbolo dell’emergenza ambientale nel Mediterraneo. Per questo, in occasione della giornata mondiale degli Oceani, il Wwf ha scelto la tartaruga per rappresentare il suo impegno nella difesa degli ecosistemi marini dalle minacce dell’uomo.
Dal 14 al 19 giugno, nei porti e nelle spiagge italiane, l’associazione ambientalista celebrera’ la ‘turtle week’, sei giorni per una grande festa dalla parte delle tartarughe marine.
“Abbiamo scelto proprio quest’animale perche’ e’ una di quelle specie a rischio estinzione in tanti ecosistemi di biodiversita’ tra cui il nostro mare. E’ una sorta di ‘fossile vivente’, che solca i mari dal tempo dei dinosauri e proprio sulle nostre coste e’ minacciata dall’uomo, dalla pesca, dalla cementificazione delle spiagge: sono pregiudicati i siti della nidificazione delle tartarughe marine”, riferisce all’Adnkronos Antonio Colucci, responsabile del Centro di Educazione ambientale-Bosco Pantano dell’Oasi Wwf di Policoro, sulla costa ionica, in provincia di Matera.
La pesca
I pescatori rappresentano il pericolo piu’ immediato per le tartarughe marine.
“Alcuni tipi di pesca come il palamito d’altura usano degli ami che si trasformano in armi devastanti, mortali. Le tartarughe mangiano i pesci che possono nascondere lenze o ami e, dunque, possono restare ferite dall’ingestione o semplicemente mordendoli”, dice l’ambientalista amico delle tartarughe.
Catrame e cemento
E poi c’e’ la cementificazione che distrugge un intero ecosistema. “Le tartarughe tornano anche a distanza di 25 anni nel luogo in cui sono nate. E al posto di sabbia e vegetazione marina trovano ombrelloni e coste devastate.
Qualche anno fa – ricorda Antonio Colucci – a Villapiana, in Calabria, una tartaruga aveva nidificato in uno stabilimento balneare: i piccoli, quando i gusci si sono schiusi, sono andati dritti dritti in una pizzeria. Avevano scambiato le luci del locale per la luce della luna”.

Targa Florio, un mare di Sicilia

Giunta alla sua quarta edizione, la Targa Florio del Mare è oramai una classica mediterranea.

Lo scenario è d’incanto, con le più belle località costiere della Sicilia a fare inevitabilmente da cornice.
E, del resto, non poteva essere diversamente visto che la Targa Florio altro non è che il periplo della Sicilia, con partenza e ritorno dall’isola di Favignana, ovvero oltre 400 miglia di mare.
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Moitessier, il mare dentro

di Enzo Cappucci
Per ricordare il grande navigatore solitario, padre putativo di tutti i moderni marinai dell’avventura, siamo andati al Museo Marittimo di la Rochelle, in Francia, a trovare il suo “vecchio amico”: il “Joshua”. Il ketch con il quale Bernard ha vissuto la sua straordinaria parabola. Umana, forse ancor prima che marinara.


L’incontro con il Joshua

Una leggera risacca fa beccheggiare il “Joshua” lentamente.
La barca di Bernard Moitessier tira su la prua con dolcezza ogni volta che un’onda leggerissima e impercettibile arriva per spegnersi contro le banchine del porto.
L’ha voluto qui al Museo Marittimo di La Rochelle Patrick Schnepp, il direttore, che anni fa lo acquistò da alcuni giovani ai quali Bernard Moitessier lo aveva regalato dopo che finì spiaggiato su un litorale della Baja California, in Messico. Continua a leggere

Banco di Santa Croce, il mare vive a dispetto dell’inquinamento

In Costiera Sorrentina, alla foce del Fiume Sarno, il più inquinato d’Europa

Uno straordinario paradiso sommerso, che ospita un concentrato di pesci, il famoso corallo rosso del Mediterraneo, spugne e gorgonie, a pochi chilometri dalla foce di un fiume che soffre per la presenza di veleni sversati da concerie e insediamenti industriali. Questo miracolo della natura si chiama Banco di Santa Croce e si trova alle porte della famosa costiera sorrentina.

“Si tratta di una miniera di biodiversita’ – spiega Valerio Zupo, ricercatore della Stazione zoologica “Anton Dohrn” di Napoli – stranamente collocata vicino ad una delle aree piu’ inquinate d’Europa, la foce del fiume Sarno in Campania, ricca di nutrienti organici ma anche di fanghi tossici, nonostante i tentativi di ripristino dell’equilibrio ecologico”. Come avviene il “miracolo”? “Grazie ad una particolarissima combinazione di correnti, – afferma l’esperto – la maggior parte degli inquinanti precipita alla foce, mentre quella che
galleggia viene spinta al largo. A rimanere sono i nutrienti organici, che innescano la rete trofica locale e danno nutrimento a forme di vita: fra pesci e piante, abbiamo classificato poco meno di duemila specie”. La sua “fortuna” e’ che non e’ visibile dall’esterno, anche se i pescatori locali la conoscono bene.
“In dialetto – precisa Zupo – il Banco veniva chiamato “caurarusso”, che significa “calderone”, una specie di grosso pentolone: all’esterno infatti e’ costituito da una serie di guglie rocciose, disposte in circolo, con al centro una depressione di oltre 40 metri, mentre la guglia piu’ alta e’ a 11 metri di profondita’: per questo non si vede dall’esterno”.
Dalla sfolgorante gorgonia rossa, la “Paramunicea Clavata, fino al “Corallium Rubrum”, il corallo rosso gia’ raro nell’intero Mediterraneo, fino al falso corallo nero, “Gerardia Savaglia”, sono queste alcune delle forme di vita che popolano questo specchio d’acqua. “Il Banco di Santa Croce – precisa Zupo – e’ ancora ricco di ‘filtratori’, cioe’ microrganismi che filtrano l’acqua, come le gorgonie, soprattutto di specie ‘Eunicella’, di
vari colori: se ne trovano di rosse, bianche e gialle, a varie profondita’. Poi si trovano spugne ‘incrostanti’, generalmente di colore marrone e che prendono la forma della roccia”. Qui abitano anche pesci e crostacei. “Non mancano gamberoni, aragoste e polpi, – spiega l’esperto – ma anche pesci, come cernie, scorfani, saraghi, tagri e tordi verdi. Le cernie raggiungono dimensioni notevoli, anche di decine di kg: di fatto dal Banco arriva il pesce che viene catturato nelle zone circostanti. Secondo una simulazione al computer di qualche anno fa, la produzione e’ simile a quella di un impianto di acquacoltura molto efficiente”.
Su proposta dell’associazione Marevivo, l’area e’ gia’ da tempo zona di tutela biologica e quindi e’ vietata, nel raggio di 300 metri, qualsiasi attivita’ di pesca, sia professionale sia sportiva. Con la cessione del demanio marittimo alle Provincie e quindi ai comuni interessati, “Marevivo – spiega Rosalba Giugni, presidente dell’associazione – in collaborazione con il comune di Vico Equense, vuole istituire un’oasi per tutelare e monitorare l’area del Banco di Santa Croce. L’idea e’ quella di effettuare tutte le operazioni di tutela e monitoraggio con la divisione sub dell’associazione, in collaborazione con la Protezione Civile e i gruppi di volontari locali, ma anche tramite l’uso di telecamere webcam, per controllare infrazioni ai divieti”. Secondo Zupo infatti “una maggiore azione di controllo sarebbe utile per preservare quello che c’e’ ancora”. Purtroppo la zona subisce anche qualche danno causato dall’aumento delle temperature del Mediterraneo, “con una moria di microrganismi e l’arrivo di mucillagini. Ma una vera e propria calamita’ naturale e’ la malattia delle gorgonie del Tirreno: i polpi cominciano a morire e rimane solo lo scheletro”.

Il mare in prosa

Riprende anche quest’anno la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, l’iniziativa del Ministero degli Esteri, che ha lo scopo di promuovere la lingua di Dante.

Circa 1300 gli eventi previsti in tutto il mondo, in 90 Istituti di Cultura italiani. Il mare nella letteratura è il tema di quest’anno, voluto dal Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, Gherardo La Francesca.

Thalassa è in grado di offrirvi in anteprima una delle perle di questa manifestazione, la mostra su Emilio Salgari, dal titolo “Il mare di Salgari: gli oceani, i porti, le navi, gli eroi ”. Un campionario di informazioni e di commenti, ma soprattutto di illustrazioni legate all’opera del grande e inimitabile romanziere italiano.

Godetevi l’avventura, a cura della Biblioteca Civica di Verona. Buona visione

La nave Italia va

Presentata a Roma la Fondazione Tender to Nave Italia. Una nave di 60 metri per aiutare le persone affette da disagi psichici e fisici Il 2007 dedicato ai bambini.

E’ stata presentata al Campidoglio Tender To Nave Italia, fondazione Onlus costituita dallo Yacht Club Italiano e dalla Marina Militare Italiana.
Erano presenti il vicesindaco di Roma Mariapia Garavaglia, il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana Ammiraglio di Squadra Paolo La Rosa e il Presidente dello Yacht Club Italiano Carlo Croce. La Fondazione Tender To Nave Italia vuole apportare un contributo concreto e significativo a favore del benessere delle persone più deboli della società – bambini, adolescenti, portatori di handicap fisico, psichico, sensoriale, malati e anziani – promuovendo il mare e la navigazione quali esperienze preferenziali di educazione, formazione e terapia.

Sostenuta dai tre Promotori Benemeriti Siad, Telecom Progetto Italia e UniCredit Private Banking, che hanno creduto in questa grande iniziativa di solidarietà, la Fondazione ha ottenuto il riconoscimento giuridico di ONLUS secondo il DPR 361 e l’iscrizione nel Registro istituito nella Prefettura di Genova. Il cuore della Fondazione batte a bordo di Nave Italia, il più grande brigantino a vela del mondo, lunga 61 metri e capace di alloggiare più di 30 ospiti oltre l’equipaggio (a cui provvederà la Marina Militare). Nave Italia non è un semplice albergo galleggiante, ma un luogo dove si realizzano progetti di ricerca, educazione, formazione e terapia, oltre che la formazione di chi opera a contatto con il disagio.

Un’università corsara, insomma, mobile, finanziariamente autonoma, che si affianca alle strutture esistenti per essere punto di incontro e scambio di esperienze diverse ed internazionali: un ambasciatore dell’Italia educante, formativa e solidale nei mari del mondo.

La Fondazione Tender To Nave Italia opera seguendo due direzioni:

1. La progettazione di interventi di sostegno a favore di soggetti disagiati, in collaborazione con associazioni e organizzazioni. In particolare saranno realizzate: Attività di prevenzione della dispersione scolastica;
Progetti per l’infanzia abbandonata;
Attività educativa per adolescenti segnalati dai servizi sociali e/o dalle istituzioni giudiziarie;
Interventi di orientamento e autonomia rivolti a portatori di handicap fisico, psichico e sensoriale;
Progetti sperimentali di integrazione culturale;
Attività di sostegno per persone malate e le loro famiglia;
Iniziative e progetti per anziani

2. La progettazione di interventi di formazione e aggiornamento degli operatori nel campo del sociale.
In particolare saranno proposte:
– l’esperienza a bordo di Nave Italia come occasione di formazione, – sperimentazione e approfondimento nell’ambito di percorsi universitari inerenti agli oggetti di lavoro della Fondazione Corsi di aggiornamento accreditati e riconosciuti, rivolti a operatori scolastici, sociali e socio sanitari, finalizzati a presentare e proporre le potenzialità e gli utilizzi educativi, formativi e terapeutici delle risorse e dei progetti della Fondazione

Il calendario attività 2007 è dedicato ai bambini

Per il primo semestre del 2007 l’ambito prioritario di intervento è stato individuato nei bambini e nella scuola: a bordo di Nave Italia saranno infatti
realizzati percorsi dedicati ai minori a rischio di abbandono scolastico e/o con difficoltà a concludere il ciclo dell’obbligo formativo.
La realizzazione di queste attività, finalizzate a specifici obiettivi educativi e formativi, rappresenterà anche una sperimentazione fondamentale per la raccolta di elementi utili alla progettazione 2007/08 e degli anni successivi.

Nel corso del 2007, oltre ai progetti scuola, saranno inoltre sperimentati interventi dedicati a: fratelli sani di bambini affetti da sindromi rare malati oncologici o soggetti usciti dalla malattia che necessitano di interventi di sostegno psicologico e rimotivazione alla vita adolescenti e giovani provenienti da 8 paesi d’Europa per un progetto di integrazione e scambio culturale minori in carico a progetti di sostegno educativo in funzione della prevenzione dell’istituzionalizzazione disabili sensoriali (non vedenti) e mentali