Esclusiva, Soldini in diretta dall’Atlantico

Da bordo di Telecom Italia le immagini in esclusiva di Giovanni Soldini impegnato nella Quebec-Saint Malo, la regata in equipaggio tra il Canada e il nord della Francia.Questo il racconto di Giovanni, raggiunto al telefono stamattina verso le 11 (ore italiane): “Siamo appena ripartiti dopo mezz’ora di sosta perché ci si è rotto il bompresso, dopo che lo spi è andato in acqua. Abbiamo dovuto sostituirlo con uno di scorta e ovviamente abbiamo perso un bel po’. Per di più stanotte durante una straorza è esploso lo spi medio, che si è strappato e quindi è inutilizzabile. Ci rimangono lo spi grande in testa d’albero e quello piccolo. Saremo un po’ svantaggiati a certe andature ma cercheremo di cavarcela. Quello che è certo è che non possiamo più permetterci di fare nessun danno. Ma continueremo a lottare. Adesso stiamo navigando in poppa con 20 nodi di vento a 12-13 nodi”.

 

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Provaci ancora Giò

Con Thalassa in anteprima assoluta le immagini di Giovanni Soldini che con  il suo Telecom Italia di 4o piedi tenta l’impresa anche nella Québec-Saint Malo, la regata transatlantica in equipaggio, tra il Canada e la Francia. A bordo con Giovanni un equipaggio agguerritissimo.

Alle 11 ora locale – le 17 in Italia – la settima edizione della transatlantica in equipaggio Québec-Saint Malo ha preso il via dal Porto Vecchio di Quebec.

E’ stata una partenza difficile, quasi in piatta totale, che ha obbligato i 18 Class 40 a continue manovre e cambi di vele per sfruttare ogni minima brezza.

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Il ritorno di Soldini

Lo skipper italiano conquista la “The Artemis Transat, la transatlantica in solitario
Abbandonati i multiscafi, Giovanni Soldini ha trovato una nuova giovinezza con la più piccola delle grandi barche oceaniche, il 40 piedi Telecom Italia. Uno scafo nel suo genere semplice e veloce, che si è rivelato un vero asso nella Manica… capace di sbaragliare di nuovo i maestri francesi.
“Mi sono divertito tantissimo e’ stata una regata davvero avvincente, molto tattica”. Giovanni Soldini e’ al settimo cielo: con il suo 40 piedi “Telecom Italia” ha dominato tra i class 40 la ‘The Artemis Transat’, la transoceanica in solitario, la vecchia celebratissima Ostar partita l’11 maggio scorso da Plymouth, in Inghilterra con arrivo a Marblehead, a 20 chilometri da Boston, negli Stati Uniti.

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C’era una volta la Ostar

Giovanni Soldini sempre in testa alla Artemis Transat, la ex Ostar.
Il velista italiano conduce la flotta dei 40 piedi in rotta tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti, nella più celebrata regata in solitario, la mitica Ostar divenuta oggi Artemis Transat.Giovanni Soldini a bordo di Telecom Italia è sempre al comando della flotta dei Class 40 nel terzo giorno di regata della transatlantica in solitario Inghilterra-Stati Uniti. Seguono Appart’ City del francese Yvan Noblet a 16 miglia di distanza e Beluga Racer del tedesco Boris Herrmann a 25 miglia di distanza. In quarta e quinta posizione Mistral Loisirs del francese Thierry Bouchard (a 26 miglia) e 40 Degrees dell’inglese Miranda Merron (a 35 miglia).

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Transat Jaques Vabre, la prima volta di Soldini e D’Ali’

Il duo italiano trionfa nella classe dei monoscafi di 40 piedi, lasciandosi alla spalle i maestri francesi della specialita’. Per Soldini e’ il ritorno al successo oltre che ai monoscafi, la classe a lui piu’ congeniale, dopo le poco lusinghieri prove con i multiscafi. Per D’Ali’ e’ la consacrazione di un talento che ora merita attenzione. Magari dagli sponsor.

Metti una barca nuova, semplice e veloce. E due esperti velisti. Ed eccoli li’ dominare la loro classe della Transat Jacques Vabre, la transoceanica in doppio che ripercorre la “rotta del caffe”‘
da Le Havre, in Francia fino a Salvador de Bahia. E’ sera, in Brasile (notte in Italia), quando Giovanni Soldini e Pietro D’Ali’, con il loro class 40 “Telecom Italia” tagliano il traguardo nelle acque della citta’ brasiliana. Sono primi tra le piu’ piccole delle barche in gara, lunghe circa 12 metri, ed hanno messo in fila tutta la concorrenza, in gran parte equipaggi francesi. E’ una serata strana a Salvador de Bahia.

Doveva essere festa, per la promozione in serie B della squadra di calcio, e’ invece una serata silenziosa, di lutto per la tragedia consumatasi nel pomeriggio al termine della partita con il crollo di una tribuna e sette morti. Nello strano silenzio di Bahia, quando sono da poco passate le undici della sera, si sente solo il petardo che segnala il taglio del traguardo di Telecom Italia. Ad accogliere Soldini e D’Ali’, stanchissimi ma sorridenti, ci sono un bel po’ di francesi che si levano tanto di cappello dinanzi all’equipaggio italiano. Il ritorno alle regate di Soldini e’ stato piu’ che mai convincente. E alla “prima” con il class 40, una barca essenziale, con delle regole rigide, il velista milanese, mette a segno la sua prima vittoria nella Transat Jacques Vabre, una sorta di “incubo”, visto che nelle ultime due edizioni Soldini jon era mai riuscito a portarla a termine.

“Finalmente – esclama Soldini sbarcando – E’ stata una gran bella regata, molto tecnica, faticosa ma avvincente. Abbiamo lavorato bene, con Pietro si siamo trovati benissimo, tutto e’ stato perfetto. Ora mi godo questo successo, me ne vado un po’ in vacanza con la mia famiglia poi mi preparo per la ‘The Transat’, la transoceanica in solitario dall’ Inghilterra agli Stati Uniti che faro’ a maggio. Siamo partiti con l’idea di fare una bella regata- spiega Giovanni – e cosi’ e’ stato, abbiamo vinto e questo e’ bello, e’ ovvio. La mossa vincente? La costruzione della barca, progettata da Guillame Verdier: l’abbiamo costruita a tempo di record, il fatto che non abbia avuto problemi vuol dire che abbiamo lavorato bene. La Class 40 e’ molto bella perche’ le barche sono molto semplici”.
“E’ stata una regata bellissima – racconta Pietro D’Ali’ – e’ andata benissimo, e’ stata un’ esperienza positiva. Dopo quello che ci era successo in qualifica, quando siamo stati speronati dal peschereccio spagnolo, avevo detto a Giovanni,
‘vedrai che questa regata andra’ bene’, cosi’ e’ stato. E’ stata una regata faticosa, impegnativa anche perche’ abbiamo corso parecchio con vento leggero e ci vuole piu’ attenzione, strategicamente la regata e’ piu’ complessa. Ci siamo comportati molto bene perche’ abbiamo preso le decisioni giuste siamo stati bravi anche quando Atao ci tallonava, abbiamo anche rischiato un po’ ma alla fine il risultato ci premia”.

Per D’Ali’ il dialogo, e’ stata la chiave di volta della regata.”Abbiamo sempre preso le decisioni insieme, parlando, venivano naturali le cose e questo e’ molto bello. Siamo riusciti a comunicare molto bene e a decidere. Abbiamo un approccio molto simile per il mare e questo ci ha aiutato. Siamo parecchio istintivi, anche se con caratteristiche diverse. Ci siamo compensati molto bene”.
Per il futuro D’Ali’ pensa ad un po’ di riposo – “e’ da dicembre che faccio regate” – e la ricerca di un “sostegno”per le sue prossime avventure in mare. “Nelle ultime regate, in parte mi sono auto finanziato e questo diventa un po’ pesante, spero di rovesciare questa situazione per poter dedicare piu’ tempo alla preparazione. E poi, magari, pensare anche a un nuovo progetto con Giovanni”.

Whaou, che Crepes !

La coppia Franck-Yves Escoffier et Karine Fauconnier ha tagliato vincitrice il traguardo della regata transatlantica in doppio tra Le Havre e Salvador del Bahia, a bordo del trimarano di 15 metri Crèpes Whaou. 15 giorni, 22 ore, 27 minuti e 30 secondi il tempo impiegato per corpire le 3000 miglia del percorso, alla media di 11,35 nodi. Calma piatta all’equatore, invece, per Telecom Italia, la barca italiana in gara che si trova al comando della classe monoscafi di 40 piedi (12 metri) di lunghezza.

 Ripartiti! Dopo essere stati rallentati dalle calme equatoriali, Giovanni Soldini e Pietro D’Alì a bordo di Telecom Italia hanno finalmente agganciato l’aliseo stabile da Sud Est puntando ora dritti su Bahia.
Il diciassettesimo giorno di regata vede Telecom Italia sempre in prima posizione, anche se è sensibilmente diminuito il distacco dai suoi diretti inseguitori, che in 24 ore hanno recuperato una sessantina di miglia di svantaggio. In queste ore si sta giocando una lotta accanita fra Telecom Italia e Atao Audio System, che ha privilegiato una rotta più a est e che adesso si trova sopravento ai nostri, insidiandone la prima posizione.
Minimi gli scarti tra le barche del gruppo di testa, dopo 3000 miglia percorse dalla partenza a Le Havre, in una transatlantica che si sta trasformando in un Match Race.
Al rilevamento di questa mattina alle 8.00 solo 12,6 miglia separavano Giovanni e Pietro da Atao Audio System; 26,4 le miglia da Chocolats Monbana.

“Il nostro vantaggio se n’è andato in fumo”, racconta Giovanni al telefono in tarda mattinata. “Atao è vicinissimo e sopravento a noi. Dipende molto da come sarà il vento rispetto alla rotta nei prossimi giorni. Se avremo vento stretto il fatto che lui è sopravento annullerà il nostro piccolo vantaggio; se invece il vento sarà più largo saranno tutte miglia buone. Questa notte è stata un delirio: siamo passati dalla calma piatta a un temporalone con 50 nodi di vento. È la seconda notte in bianco che passiamo, io e Pietro siamo sfiniti. Ma a questo punto dobbiamo cercare di far correre la barca al massimo verso Bahia”.

Leader dei trimarani Class 50, Crèpes Whaou! (Escoffier-Fauconnier) è arrivato a Bahia alle 11.20 ora italiana, dopo 15 giorni, 22 ore, 27 minuti, con una media di 11,35 nodi e un distacco dal secondo di 500 miglia.
Continua la lotta fra i monoscafi 60 piedi della classe Imoca: a 40 miglia dall’arrivo, Foncia (Desjoyeaux-Borgne) è davanti a Safran (Guillemot-Caudrelier) di sole 9 miglia.

Giovanni dalle vele bianche

Il più noto dei navigatori oceanici italiani torna ai monoscfafi con una nuova barca ed un nuovo bravo
co-équipier, Pietro D’Alì, col quale promette di formare una coppia formidabile.

Riemerge Giovanni Soldini, il navigatore solitario italiano più noto riappare nell’habitat apparentemente a lui più congeniale, i monoscafi oceanici, dopo un periodo non brillante al timone del trimarano Tim, il purosangue da velocità che non gli è stato mai del tutto fedele. Anzi, si è spesso imbizzarrito al punto di disarcionarlo.

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Roma per 2, Roma per Tutti, Roma per Paolo

Per la prima volta la regata parte senza il suo ideatore a darle il via, il giornalista Paolo Venanzangeli scomparso prematura- mente pochi giorni fa. In gara anche Soldini. Come tradizione le partenze saranno due: alle ore 11 la Moby Roma per 2 e alle ore 13 Moby la Roma per Tutti.
Non saranno pochi coloro che si metteranno in mare con il ricordo di Paolo Venanzangeli nel cuore. Perchè per molti di loro Paolo era un amico, non solo l’ideatore della gara, e partecipare alla “sua” regata sarà un modo per onorarlo, per rendergli omaggio.

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Roma per due, Roma per tutti, Roma per sempre

Settanta le barche in gara in questa classicamediterranea che dal porto romano di Riva di Traiano si spinge sino alle isole Eolie, per virare Lipari e fare ritorno a Civitavecchia. 
Tra le barche in gara la più quotata è certamente Fantasticaaa, uno Swan 100, trentatrè metri di spettacolo e una cattedrale di vele, ben mille e 200 metri quadri, con un albero che supera i 40 metri. Il fortunato proprietario è un gardesano dal nome inconfondibilmente campano, Lanfranco Cirillo, socio dell’imprenditore russo Leonid Vicktorovich Mikchalson: saranno in gara insieme a Lorenzo Bodini,olimpionico della classe Tornado, nel ruolo di tattico e a Stefano Raspadori, skipper della barca e detentore del record della regata in doppio. Continua a leggere