Merope era la sua buona “Stella”

Scompare Agostino Straulino, velista simbolo dellamarineria italiana. Porta con sè un palmares da primato: otto titolieuropei consecutivi nella classe “Star” (dal 1949 al1956) due mondiali (1952 e 1953). Quindi l’oro olimpico di Helsinki che completa un 1952 fantastico, in cui conquista il titolo italiano, quello europeo e quello mondiale.

Poi un altro mondiale nel 1956 e quindi l’argento neiGiochi di Melbourne. Quarto nelle Olimpiadi del 1960 a Roma, nelle acquedel Golfo di Napoli.  Merope era la sua inseparabile barca della classe“ Star”, la “Stella”. E un’infinità di altri titoli mondiali su altre classie in altre regate d’altura, a cominciare dalla One TonCup di Porto Cervo, nel 73, al timone di Ydra: tecnicae moderna come una Coppa America.

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Capperi! Che Coppa america…

Luna RossaSbarca nelle acque di Trapani il prologo della più prestigiosa regatavelica al mondo: gli “Acts 8 & 9 della Louis Vuitton Cup” che riuniscono tutti i protagonisti della XXXII edizione della Coppa America.

Dodici team, tre sindacati italiani, migliaia di spettatori per un’opportunità unica, anteprima assoluta per i mari italiani, al via dal 29 settembre al 9 ottobre. Ma protagonista è anche la Sicilia, con il suo bel mare, la sua storia, la sua cultura, l’ospitalitàe il calore della sua gente.

Dire Trapani è fin troppo riduttivo, perché nei fatti c’è un’intera regione che trepida per queste regate. C’è il mondo di un entroterra ricco di tradizione, di suggestioni storico- culturali, con una “capitale” dell’arte quale Palermo a poca distanza, i templi greci di Segesta e di Selinunte la tradizione di Erice e il profumo del Marsala, e c’è poi il mondo di un mare straordinario che si spinge sino alle isole Egadi, a Favigana in particolare, che sarà anch’esso spettatore privilegiato, perché anche le acque davanti all’isola saranno teatro delle regate. Solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile immaginare che le barche di Coppa America potessero un giorno giocare a rincorrersi in Mediterraneo, oltretutto… a due passi dal Nord Africa. Se glielo avessero detto a quegli aristocratici velisti inglesi che a Cowes nel 1851 si fecero portar via la Coppa dalla goletta statunitense America, probabilmente avrebbero inarcato il sopracciglio, accarezzandosi dubbiosi i baffi.

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Transpac 52: una barca da Re

Transpac 52Nelle acque di Porto Rotondo, in Sardegna, si è celebrato l’ultimo atto della TP 52 Audi Cup (19-24 settembre), il circuito di regate di questa nuova classe di scafi che raccoglie i migliori timonieri e gli armatori di punta della vela mondiale. Tra questi il Re di Spagna Juan Carlos, al timone dell’ultimo nato dei suoi storici Bribon, il Transpac 52.

Come già nelle precedenti tappe di Punta Ala, Valencia, Puerto Portals e Palma de Mallorca la sfida è stata tra il gotha della vela: John Kostecki, Ben Ainslie, Mark Reynolds, Russel Coutts, Ian Walker, Ross McDonald, Gavin Brady, Dee Smith solo per citarne alcuni. Tutti hanno dato spettacolo ed attaccato la leadership dello scafo italo-cileno Pisco Sour, degli armatori Matte, Cousino e Orlandi, che presenta come di consueto al timone il “mascalzone latino” Vasco Vascotto.

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Belle signore, che passione!

Saint-Tropez, 8 Ottobre 2005
Assegnati a Saint-Tropez i trofei Panerai Classic Yachts Challenge 2005 Vincono l’italiana Cholita (Epoca) e l’inglese Outlaw (Classiche). Tanti altri premi, grande festa, soddisfazione tra i velisti, si pensa già al 2006.
Passerella finale per le barche d’epoca, in una splendida giornata di sole e temperature gradevoli a Saint-Tropez, in un percorso sotto costa a beneficio dei molti spettatori, con la scenografia mozzafiato dello scivolare silenzioso degli alberi di legno e delle attrezzature auriche sullo sfondo delle mura della città.

Una cerimonia di premiazione nel fresco pomeriggio assolato di Saint-Tropez, nel verde dell’Espace des Lices, appena dietro la foresta di alberi e sartie nel Vieux Port, ha quindi chiuso ufficialmente la prima edizione del Panerai Classic Yachts Challenge.

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Rolls Royce, il mito spezzato?

In una notte d’estate una nave passeggeri della compagnia Moby, con 1700 passeggeri a bordo, è costretta a rientrare in porto ad Olbia per un’avaria ad un’elica, che risulterà poi spezzata di netto.
Si pensa ad un urto in mare con un corpo immerso, ma il problema è invece… alla radice. E finisce in tribunale, con una richiesta milionaria.

Tutto ha inizio in una notte stellata di mezza estate di oltre un anno fa, nel 2003. Anzi, a pensarci bene, di molto tempo prima, in un’altra notte, di primavera questa volta e decisamente più cupa, quella del 10 aprile del 1991 quando, alle 22 e 26, al largo di Livorno si compie una tragedia di proporzioni enormi, un’autentica apocalisse.

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Il mondo sotto le ali: l’albatro

Adesso lo dice anche la scienza. Non è più solo la testimonianza romantica dei navigatori oceanici, la prosa dei poeti a raccontarci delle gesta dell’albatro, dell’uccello marino dalla straordinaria apertura alare, capace di coprire in volo distanze immense, circumnavigare il mondo con un solo balzo, un solo lungo colpo d’ali.

Lo ha certificato un gruppo di scienziati della base britannica dell’Antartide, che voleva capire le abitudini del volatile, studiarne gli spostamenti, le bizzarrie del suo girovagare. Ne ha catturato due dozzine dal piumaggio bianco per applicargli alle zampe dei microscopici strumenti in grado di immagazzinare e trasmettere dati e… poi via, di nuovo in volo.

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Hemingway, la barca e il mare

Messa al bando dall’America, quasi per un contrappasso Cuba ama invece un figlio d’America tra i più famosi e celebrati: Ernest Hemingway, che proprio sull’isola di Castro visse uno dei periodi forse più felici e fecondi della sua vita poetica.

Per Hemingway erano gli anni delle scorribande in mare, delle battute di pesca ai grossi Marlin che abbondano nelle acque cubane, delle straordinarie bevute, degli inseguimenti azzardati ai sottomarini tedeschi: una sfida al limite per “Papa”, a bordo di quella sua bella barca in legno il “Pilar”, che a cavallo degli anni ’40 e ’50 ha segnato un periodo della sua storia, ispirandogli forse il suo romanzo piu’ bello, certamente il piu’ riconosciuto: “Il vecchio ed il mare” che gli valse il premio Nobel per la letteratura nel 1954.

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Caccia alle foche, strage continua

Tra i ghiacci canadesi è ripresa anche quest’anno la caccia ai cuccioli di foca, tra le proteste degli animalisti che denunciano il commercio delle pelli.

Le previsioni parlano di almeno 325 cuccioli di foca uccisi, quest’anno. Un rito di macelleria che si ripete puntuale, ogni anno, malgrado l’impegno degli animalisti (The Humane Society of the United States) che per questa stagione hanno preso a nolo un’imbarcazione per contrastare l’azione dei cacciatori, filmare e documentare la caccia.

Per impedire ai giornalisti di filmare la mattanza l’imbarcazione dei cacciatori ha compiuto una manovra azzardata, puntando direttamente il gommone degli animalisti.

La caccia è particolarmente crudele se si pensa che i cuccioli di foca vengono uccisi unicamente per la loro pelle, che viene impiegata per fare pellicce, mentre le carcasse degli animali vengono abbandonate sui ghiacci.

Le autorità canadesi affermano che la caccia fornisce sostegno alle economie locali senza peraltro mettere a repentaglio la specie che conta almeno 6 milioni di esemplari.

[ video 28/03/2006 ]

[video precedente – 26/03/2006]