Oltre 100 balenottere sono finite sulla spiaggia di Puponga, a nord della città di Nelson, nell’isola meridionale della Nuova Zelanda. Per giorni e giorni gli ambientalisti e la popolazione locale le hanno curate prima di riuscire a restituirle al mare. Il fenomeno, che si ripete spesso nei mari australi, non ha ancora una spiegazione plausibile.
Ma non parliamo di suicidio, per favore, dicono gli animalisti.
Per Natale adotta un delfino
Vai sul sito www.adottaundelfino.it e contribuisci a tutelare questa specie fortemente minacciata e a finanziare i Centri di Ricerca di Caprera e Lampedusa.
Adottare un delfino per contribuire a proteggerlo: è l’idea del CTS Ambiente, che ha promosso una campagna di adozione cui proventi andranno a finanziare l’attività di studio dei suoi Centri Ricerca Delfini di Caprera e Lampedusa.
Ai neo genitori andrà un kit contenente il certificato di adozione dell’animale prescelto, la sua foto con la sua storia e una maglietta.
Etiopia, nasce un nuovo oceano
La terra del deserto si spacca per lasciare il posto alle acque dell’oceano Indiano e creare un nuovo mare. Però c’è ancora tempo.
La frattura più imponente è lunga 60 metri ed è larga 4, ma un giorno, tra qualche milione di anni, si estenderà per centinaia di chilometri, diverrà profonda migliaia di metri e verrà invasa dalle acque dell’oceano. Accade nel deserto di Afar in Etiopia, da tempo oramai sotto stretta osservazione da parte di un gruppo di geologi europei ed americani che studia le spaccature della crosta terrestre. Il nuovo oceano separerà una strsica d’Africa dal continente, creando di fatto una enorme isola lungo le coste orientali. << La nuova isola>>, spiega Dereje Ayalew, dell’Università di Adis Abeba, <<sarà costituita da una parte dell’Eritrea, dell’Etiopia, del Kenya, della Tanzania e dalla metà del Monzambico>>.
Questa sì che è un’arma di distruzione di massa, altro che chiacchiere!
Il presidente dell’Accademia britannica delle Scienze (Royal Society), Lord May, e’ del parere che le conseguenze dell’effetto serra possano essere paragonate a quelle di “armi di distruzione di massa”. Lord May sottolinea che “gli impatti del riscaldamento planetario sono numerosi e gravi”, citando tra questi l’aumento del livello dei mari, la modifica del regime delle acque e l’ “accresciuta frequenza di eventi estremi, inondazioni, siccita’ e uragani”.”Questi ultimi, spiega, hanno conseguenze sempre piu’ gravi, al punto da poter essere paragonate a quelle delle armi di distruzione di massa”. I danni causati dall’uragano Katrina l’estate scorsa rappresentano l’ “1,7% del pil” degli Stati Uniti per il 2005 ed e’ “concepibile che la parte americana del Golfo del Messico diventi effettivamente inabitabile entro la fine del secolo”, aggiunge Lord May.
Clima, le minaccie concrete. Già sommerso un piccolo atollo nel Pacifico
L’obiettivo principale della Conferenza di Montreal è il superamento del Protocollo di Kyoto per stabilire limiti concreti all’inquinamento ed alle sue conseguenze.
Entro i prossimi 150 anni, un tempo lampo per la Terra, la calotta polare potrebbe letteralmente sparire, siogliersi come ghiaccio al sole sotto l’effetto del riscaldamento climatico. Sono le previsioni dell’elaboratore del Lawrence Livermore National Laboratory che ha calcolato gli scenari oltre il 2100 e fino al 2300, il tutto calcolato in assenza di misure di mitigazione. Entro 300 anni, insomma la temperatura media potrebbe aumentare fino a 8 gradi con un aumento effettivo di ben 20 gradi nelle aree polari, la conseguente distruzione delle calotte e l’innalzamento del livello dei mari di circa 7 metri: una misura d’acqua che sommergerebbe intere città costiere. E che non sia una profezia allarmistica, diffusa magari dagli ambientalisti tanto per fare rumore, lo dice una notizia di questi giorni, maledettamente vera: lo sgombero forzato di alcuni isolotti della Papua Nuova Guinea, minacciati dalle acque.
Punta dritto su Montreal l’ultimo degli uragani. Epsilon il convitato di pietra
In Canada, alla Conferenza sui mutamenti climatici aperta a Montreal, si discute di mutamenti climatici e di inquinamento atmosferico. Incalzati da un effetto serra ritenuto la principale causa di una stagione degli uragani senza precedenti, i rappresentanti di 189 paesi intendono andare oltre il protocollo di Kyoto, un accordo disatteso soprattuto dagli Stati Uniti, primo paese inquinatore al mondo.
A Montreal gli ambientalisti sfidano un clima polare per scendere in piazza e chiedere provvedimenti contro l’effetto serra, ritenuto responsabile del riscaldamernto della Terra e quindi delle catastrofi ambientali che hanno segnato il 2005. Gli ambientalisti hanno consegnato all’ambasciata americana una petizione con 600 mila firme che invita Washington ad impegnarsi concretamente contro i mutamenti climatici.
Continua a leggere
Un uragano di nome… A,B,C,D….
Il 2005 verrà probabilmente ricordato come uno degli anni più catastrofici in termini di cicloni tropicali. Sono stati ben 23, alcuni devastanti come pochi altri nella storia. Il precedente primato risaliva al 1933 con 21 uragani.
Quest’anno gli scienziati hanno persino esaurito le lettere dell’alfabeto latino. E per continuare a classificare i cicloni sono passati a quello greco, cominciando da Alpha, Beta…..
Intervista al Dr. Carlo Buontempo (a cura di E. Cappucci)
Thalassa ne parla con il Dr. Carlo Buontempo, del servizio meteorologico del Regno Unito.
Dimmi cosa mangi e ti dirò…
Alcuni ricercatori hanno analizzato i menù dei ristoranti americani degli ultimi 150 anni. Dai gusti dei consumatori e dai prezzi hanno ricavato indicazioni utili per la conservazione delle specie marine.
Duecentomila menù analizzati, indietro negli anni sino al IXX secolo, spulciando tra i gusti dei ristoratori e soprattutto dei consumatori per ottenere un’ indicazione dei cibi più apprezzati e in voga in passato, e stabilire quindi le tendenze del futuro.
Guerra e Pace
Celebrati a Cadice i duecento anni dalla battaglia navale di Trafalgar. Inghilterra, Francia e Spagna commemorano le migliaia di vittime di quella tragedia che ha segnato la storia dell’Europa.
Non si è celebrata la vittoria dell’Ammiraglio Nelson sulla flotta franco-spagnola, ma il coraggio e la comunione di spirito che affratella i marinai di ogni bandiera.
Questa volta nessuna celebrazione spettacolare, come nel mese di giugno, quando una vera flotta navale si raduno’ nelle acque di Porthsmouth per ricordare la vittoria inglese.
E’ una 555 ma sembra Luna Rossa!
Primi bordi con la nuova grafica (provvisoria). A Torbole si girano le immagini per un DVD delle scuole vela Luna Rossa.
Lo scenario è quello incomparabile dell’alto Garda, il suo vento (l’Ora) che soffia impetuoso da sud. A bordo un Istruttore FIV e 4 allievi giovanissimi ed entusiasti. Al seguito gommoni con big del calibro di Alessandra Sensini e il supertecnico giovanile FIV Marcello Turchi. E’ il set sul quale si girano i filmati del DVD delle scuole vela Luna Rossa, che utilizzeranno come è noto le nuova barche scuola 555FIV, con il nome Luna Rossa e I marchi Prada, TIM, Alice oltre a quello dello sponsor FIV Locafit Mare Gruppo BNL.