Mediterraneo da salvare

La salute dei Paesi euro-mediterranei è legata a doppio filo: la riva nord non può prescindere dalla riva sud e viceversa. E’ questo il senso profondo del progetto europeo EpiSouth, avviato nel 2006 per iniziativa di 9 paesi dell’Unione Europea. Il progetto è arrivato ora alla sua seconda fase: un secondo capitolo, definito “EpiSouth Plus”, che è stato al centro dell’incontro conclusosi oggi al ministero della Salute a Roma. In tutto tre giorni di riunioni che la leader scientifica del progetto, Silvia Declich, primo ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), definisce “fondamentali” per consolidare i rapporti internazionali.
Vale a dire per rafforzare ulteriormente quella rete tra Stati europei ed extra-europei costruita in sei anni di lavoro, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza sanitaria nell’area del Mediterraneo e la capacità di risposta unitaria a minacce comuni.
Dalla costituzione di un’intelligence epidemiologica allo scambio di informazione e training tra i laboratori dei Paesi del Mediterraneo, fino allo sviluppo di piani di preparazione condivisi a eventuali emergenze sanitarie. Questi e molti altri sono i risultati positivi ottenuti nell’ambito del progetto EpiSouth, che attualmente conta 27 membri, i due terzi dei quali sono extraeuropei. Ora, Declich guarda al futuro: “EpiSouth Plus si concluderà nel 2013. La sfida principale che ci aspetta adesso è capire come sviluppare ulteriormente questo progetto. Sicuramente, i Paesi che vi partecipano hanno tutta l’intenzione di mantenere vitali le funzioni principali di questa rete, almeno con attività minime, anche una volta finiti i fondi a disposizione”. Del resto, ormai, la consapevolezza che la salute nell’area richiede un approccio integrato è ben presente alla coscienza di tecnici e politici.

“Quando il progetto è partito, nel 2006, questa idea era innovativa, pionieristica. Ora invece – aggiunge la dottoressa – il fatto di dover pensare alla salute in maniera “allargata” è diventato quasi un mantra, sia a livello degli Stati nazionali sia a quello della Commissione. Al giorno d’oggi le malattie si diffondono rapidamente da un Paese all’altro: dipende dalla velocità dei trasporti di uomini, merci, animali.

E’ impensabile quindi non adottare una visione globale”. Proprio per questo, nel settembre 2013 si terrà (sempre nell’ambito EpiSouth Plus) una simulazione internazionale in cui verrà ipotizzata la diffusione di una malattia nell’area mediterranea: verrà testata così la preparazione dei vari Paesi membri della rete. EpiSouth Plus è coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) italiano ed è cofinanziato dal programma Salute pubblica dell’Ue (DG SANCO) e da EuropeAid, con un ammontare di 3,9 milioni di euro, insieme agli istituti della salute pubblica e ai ministeri della salute dei Paesi coinvolti.

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