Pantelleria, un’isola pantesca!

Panteschi si definiscono gli abitanti di questa perla al cuore del Mediterraneo, talmente vicina all’Africa che all’orizzonte si distingue chiaramente il Capo Bon tunisino, un promontorio che si trova a poche decine di chilometri a nord di Tunisi.
Il suo mare è non solo profondo, ma è soprattutto pulito, al punto da essersi conquistato le “5 vele” che l’organizzazione ambientalista Legambiente e il Touring Club italiano attribuiscono a quelle località meritevoli, che si siano distinte per la qualità delle acque, ma anche per la qualità del territorio e dell’offerta turistica.
E qui Pantelleria vanta un altro primato, quello del Parco Nazionale che ingloba la quasi totalità dell’isola, con la sola esclusione dei centri abitati.
Insomma, una garanzia di legalità e di salvaguardia ambientale a protezione dell’isola e della sua identità, fatta naturalmente del celebre passito, il prezioso vino liquoroso, ricavato da vigne così speciali e da una cultura della loro coltivazione che sono valse a questa tradizione secolare il sigillo dell’Unesco, come bene dell’Umanità.
Ma anche, e questo è un altro titolo Unesco, dei muretti a secco di pietra nera pantesca, che proteggono le vigne, gli ulivi ed i capperi di questo francobollo di terra in mezzo al mare, disegnando arabeschi tortuosi in tutta la campagna.

 

Pantelleria a gonfie vele

L’isola ottiene le Cinque Vele per la qualità del suo mare

Nel cuore del Parco

Il Parco Nazionale dell’Isola di Pantelleria, tra mare e terra

 

Pantelleria, patrimonio Unesco

Forse unico posto al mondo, l’isola possiede due straordinari attestati Unesco come patrimonio immateriale dell’Umanità. Sono il sistema di coltivazione dei vigneti e i muretti a secco. Due elementi identitari di quest’isola.

 

Il sangue d’oro

Lo Zibibbo dal quale si ricava l’oro di Pantelleria, il vino Passito

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