Gli sfidanti neozelandesi di Team New Zealand vincono anche la seconda regata e ora conducono per due regate a zero sul detentore Oracle, nelle regate dell’America’s Cup, in corso a San Francisco.
Due regate nello stesso giorno, la prima vinta con 36 secondi di distacco, la seconda con 52: un’inezia rispetto ai risultati dei preliminari di questa Coppa con i catamarani, che ci avevano abituato a distacchi abissali, contati in minuti: segno che le due imbarcazioni sostanzialmente si equivalgono.
Ma Team New Zealand ha di certo qualcosa di più, perché vincere due regate su due è il sintomo di una certa superiorità, vuoi di progetto, vuoi di equipaggio. Considerata la scarsa simpatia che riscuote il team di Oracle con il suo deus Coutts, il neozelandese passato armi e bagagli alla corte di Oracle, con 4 Coppe America vinte, questo è in fondo il risultato che tutti si aspettavano, perché la vittoria di New Zealand potrebbe rappresentare l’attesa possibilità di restituire la Coppa a livelli più umani, senza barche dai costi proibitivi, capaci come purtroppo è accaduto, di rovesciarsi e di uccidere.
Ma , insomma, il cammino resta ancora lungo per fare questo tipo di considerazioni, anche se è vero che il buongiorno di vede dal mattino.
Domani è un altro giorno, dice il timoniere australiano James Spithill, asso sfilato dalla manica di Luna Rossa, perché già timoniere della barca italiana.
Lo vedremo. Intanto con due barche finalmente così vicine le regate hanno riacquistato il sapore della coppa america vera e propria, con duelli ravvicinati, che rappresentano l’anima della competizione; e che spesso hanno visto primeggiare anche l’imbarcazione meno veloce. Chissà.
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