Foxy Lady, alla Giraglia piace piccola

Ancora una volta una piccola imbarcazione vince la regina delle regate lunghe, imponendosi in tempo compensato sui più prestigiosi ed eleganti maxi in circolazione.

L’ X372 lungo 11,28 metri di Dominique Heyraud vince la prova d’altura della Giraglia Rolex Cup in tempo compensato nella Classe IRC.

Foxy Lady si aggiudica il Trofeo Challenge Rolex riservato al primo yacht classificato Overall in tempo corretto nella Classe IRC e un orologio Rolex Submariner Rolesor.

Con l’arrivo a Genova delle ultime imbarcazioni si conclude la 59ma edizione della Giraglia Rolex Cup: la premiazione si svolgerà questa sera alle 21.30 allo Yacht Club Italiano, durante il Rolex Party riservato a tutti i partecipanti.

Esimit Europa 2 di Igor Simcic, vincitore in tempo reale della regata d’altura della Giraglia Rolex Cup, si aggiudica il Trofeo Rolex e il Trofeo Réné Levainville riservati al primo yacht classificato in tempo reale, oltre al Trofeo BeppeCroce per il primo yacht ad aver raggiunto lo scoglio della Giraglia e a unorologio Rolex Yacht-Master Rolesium riservato al vincitore in tempo reale della prova d’altura.

Comiris di Thierry Bouchard vince il premio Yacht Club de France per l’imbarcazione francese prima classificata overall nel raggruppamento più numeroso tra IRC e ORC nella regata d’altura.

Sempre nella regata d’altura, Gianin 6 di Pietro Supparo è prima overall nella classe ORC e Foxy Lady di Dominique Heyraud nella classe IRC, mentre Scintilla J di Antonio Macrì si aggiudica il Trofeo Challenge Sergio Guazzotti assegnato all’imbarcazione prima classificata Overall nel raggruppamento più numeroso tra IRC e ORC appartenente a un socio dello Yacht Club Italiano.

La classifica combinata (regata Sanremo St Tropez + regate costiere di St Tropez + Regata d’altura).

Aurora di Paolo Bonomo e Roberto Bruno si aggiudica il Trofeo Challenge Marco Paleari riservato al primo yacht overall nella Classe IRC Gruppo A.

Sempre nella classifica combinata, Midva Hi Fun di Besana-Crispiatico-Sirena è primo nella Classe ORC Gruppo B, Foxy Lady di Dominique Heyraud è prima nella Classe IRC Gruppo B.
Itacentodue di Adriano Calvini si aggiudica il Trofeo Challenge Bellon riservato al primo yacht nella Classe IRC Gruppo 0.

La classifica overall della regata Sanremo St. Tropez

Irruenza II di Matteo Scandolera vince in tempo compensato la regata Sanremo -St Tropez nella Classe ORC, Dralion di Finis Pit è primo classificato nella Classe IRC e si aggiudica il Trofeo Challenge “Gavagnin”.

 

Il Grande Enzo, 80 anni nel blu

“Per conoscere davvero il mare, bisogna prima conoscere la propria anima e il proprio cuore”.

In questa frase c’e’ l’essenza di Enzo Maiorca, il siracusano che ha segnato un’epoca e riscritto i limiti delle immersioni subacquee in apnea, abbattendo piu’ volte il record mondiale.
Martedi’ prossimo Maiorca varchera’ un’altra soglia: quella delle 80 primavere, forse il traguardo piu’ importante di un’esistenza irripetibile.
La sua prima maschera da sub fu una protezione antigas, che era stata riciclata nel periodo post-bellico.
Quel ragazzo cresciuto a pane e mare aveva coraggio e non ci volle molto a dimostrarlo.
Per lui abbattere ogni limite umano e scavare un solco nella storia delle immersioni sono state le cose piu’ naturali del mondo.
La carriera di Enzo e’ stata costellata dai record: in assetto variabile parti’ da -45 metri, nel 1960, e si miglioro’ per 17 volte, l’ultima nel 1988, quando arrivo’ a toccare uno stupefacente -101 alla veneranda eta’ (almeno per un essere umano sottoposto ad uno sforzo cosi’ intenso) di 57 anni.
In assetto costante restano scolpiti nella storia di questa disciplina i -55 metri del 1979.
“Il mare e’ stata la mia seconda casa – ammette con orgoglio e nostalgia – io gli sono
grato”.
Dopo avere abbandonato la pratica agonistica, Maiorca ha sposato l’impegno ambientalista, che e’ divenuto nel tempo la sua nuova passione, difesa anche da senatore fra il 1994 e il ’96, in una legislatura monca. Oggi e’ l’ispiratore del cartello di associazioni ‘Sos Siracusa’, che si batte per la tutela delle zone archeologiche, ma anche del paesaggio, marino e non.
Nel 2006 ha ricevuto la medaglia d’oro al merito di Marina per le gesta sportive e la difesa dell’ambiente.
“E’ stato un pescatore greco – rivela – che mi ha spiegato come il cervello ed il cuore umani fossero molto piu’ sconosciuti degli abissi marini”. Forse e’ stato proprio allora che Maiorca ha creduto
nell’impossibile e lo ha realizzato.
“Salvaguardare il mare e le coste e’ un affare che riguarda tutti noi – sottolinea -.
Posso solo protestare ad alta voce contro coloro i quali vorrebbero affossare zone di grande suggestione”.
Il suo piu’ grande avversario e’ stato il francese nato a Shanghai (e morto suicida all’Elba), Jacques Mayol: il duello fra i due ispiro’ ‘Le grand bleu’, film che Luc Besson realizzo’ nel 1988, ma che usci’ in Italia solo nel 2002.
Era stato lo stesso Maiorca a opporsi alla proiezione del film, perche’ ledeva la sua immagine.
Maiorca imparo’ a nuotare a quattro anni, “ma avevo una gran paura del mare”, ricorda.
“Un giorno – rivela – un amico medico mi mostro’ un articolo in cui si parlava di un nuovo
record di profondita’ a -41 metri, strappato a Bucher da Falco e Novelli.
Era l’estate 1956 e rimasi fortemente suggestionato da quell’impresa cosi’ audace”.
Nasce cosi’ la favola del ‘re degli abissi’. Maiorca strappa il titolo di uomo che e’ riuscito
ad andare piu’ in profondita’ e, nell’anno delle Olimpiadi a Roma, corona il proprio sogno: toccare -45 metri e superare la soglia del brasiliano Santarelli che, nel settembre dello stesso
anno, si riappropria pero’ del primato, raggiungendo i -46; dura poco, perche’ a novembre Maiorca si porta a -49.
Rimane ai vertici per 16 anni, fino al 1976, poi lo stop fino al 1988 quando, per le proprie figlie Patrizia e Rossana (entrambe celebri nel mondo per una bella serie di record mondiali d’immersione in apnea), raggiunge l’ultimo record: -101 metri.
Quindi appende le pinne al chiodo e adesso si gode i suoi 80 anni, alcuni dei quali vissuti nel silenzio degli abissi.

Le tartarughe in pizzeria

E’ l’animale simbolo dell’emergenza ambientale nel Mediterraneo. Per questo, in occasione della giornata mondiale degli Oceani, il Wwf ha scelto la tartaruga per rappresentare il suo impegno nella difesa degli ecosistemi marini dalle minacce dell’uomo.
Dal 14 al 19 giugno, nei porti e nelle spiagge italiane, l’associazione ambientalista celebrera’ la ‘turtle week’, sei giorni per una grande festa dalla parte delle tartarughe marine.
“Abbiamo scelto proprio quest’animale perche’ e’ una di quelle specie a rischio estinzione in tanti ecosistemi di biodiversita’ tra cui il nostro mare. E’ una sorta di ‘fossile vivente’, che solca i mari dal tempo dei dinosauri e proprio sulle nostre coste e’ minacciata dall’uomo, dalla pesca, dalla cementificazione delle spiagge: sono pregiudicati i siti della nidificazione delle tartarughe marine”, riferisce all’Adnkronos Antonio Colucci, responsabile del Centro di Educazione ambientale-Bosco Pantano dell’Oasi Wwf di Policoro, sulla costa ionica, in provincia di Matera.
La pesca
I pescatori rappresentano il pericolo piu’ immediato per le tartarughe marine.
“Alcuni tipi di pesca come il palamito d’altura usano degli ami che si trasformano in armi devastanti, mortali. Le tartarughe mangiano i pesci che possono nascondere lenze o ami e, dunque, possono restare ferite dall’ingestione o semplicemente mordendoli”, dice l’ambientalista amico delle tartarughe.
Catrame e cemento
E poi c’e’ la cementificazione che distrugge un intero ecosistema. “Le tartarughe tornano anche a distanza di 25 anni nel luogo in cui sono nate. E al posto di sabbia e vegetazione marina trovano ombrelloni e coste devastate.
Qualche anno fa – ricorda Antonio Colucci – a Villapiana, in Calabria, una tartaruga aveva nidificato in uno stabilimento balneare: i piccoli, quando i gusci si sono schiusi, sono andati dritti dritti in una pizzeria. Avevano scambiato le luci del locale per la luce della luna”.

Due Piccioni con un dinghy

A Giorgio Pizzarello la Coppa Piccioni e la vittoria nella classifica dinghy classici della World Cup. Grande festa in Laguna, a Venezia, alla Compagnia della Vela.10 nazioni in gara.

La giornata conclusiva della Swiss & Global Cup e della 12’ Dinghy World Cup, le due manifestazioni dedicate ai dinghy classici e moderni, riuniti a Venezia in un’unica grande festa da mercoledì 1 giugno a domenica 5 in oltre 100 esemplari, è stata riservata proprio al padre fondatore della piccola deriva nata nel lontano 1913. Con il Trofeo George Cockshott cala così il sipario su un raduno che lascerà un ricordo indelebile nel cuore di tutti i partecipanti, di cui tantissimi stranieri provenienti da oltre 10 nazioni. Continua a leggere

In barca con la fisica

La barca a vela per imparare la fisica che serve per andar per mare, scoprendo per esempio che la teoria della relativit serve a far funzionare il Gps, oppure che i raggi cosmici possono causare prolungati black out nelle trasmisisoni radio.

E’ l’opportunità offerta a centinaia di studenti italiani dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare
(Infn), in collaborazione con il Cern di Ginevra, a bordo di Adriatica, il veliero di 22 metri dei Velisti per caso.
Il tour di ‘Fisica in barca’, iniziativa di divulgazione scientifica nata nel 2005, è partito quest’anno da Genova e ha toccato i  porti di Civitavecchia (2-3 maggio), Napoli(6-7 maggio), Bari(14-16), Rimini (19-20), Trieste (23-24), per concludersi a Cagliari il 4 e 6 giugno.
prima volta.   A terra, in ogni porto toccato, gli studenti precedentemente selezionati nelle scuole cittadine dai ricercatori dell’Infn, partecipano ad attivita’ didattiche. A bordo di Adriatica sono saliti solo i migliorii, che hanno avuto a disposizione un rilevatore di particelle al silicio. ”La fisica  in ogni cosa – dice Dosselli – e l’Italia ha bisogno di cultura scientifica perche’ significa tecnologia e progresso”. ”Durante la navigazione – sottolinea Patrizio Roversi – gli studenti vedranno il ricercatore all’opera, scopriranno che si diverte, e magari, uno di loro un giorno dir voglio diventare un fisico”.
Roversi quasi mostra soggezione nel ricordare che ”proprio dal porticciolo Duca degli Abruzzi Marconi accese le luci oltreoceano”.    Su Adriatica verranno fatti alcuni esperimenti. il Gps servirà ad introdurre gli studenti alla teoria della relativit generale di Einstein grazie al quale lo strumento  in grado di dire in ogni momento dove ci troviamo. Con il rilevatore di raggi cosmici realizzato dalla sezione Infn di Trieste,
strumento che serve a studiare il flusso di particelle che arriva dallo spazio, i ragazzi eseguiranno vere e proprie aquisizioni di dati sia in porto che al largo. Si studierà il galleggiamento, l’aerodinamica della vela, il posizionamento sulla carta tramite la latitudine e la longitudine.
I licei vincitori per la prima tappa da Genova sono l’Istituto Tecnico statale Nautico San Giorgio di Genova,
l’Istituto Tecnico Nauico Leon Pancaldo di Savona, il liceo Scientifico Cappellini Sauro di La Spezia, il Liceo scientifico Grassi di Savona, il Liceo Scientifico-classico-Linguistico Cassini di Sanremo. E sono di quest’ultima scuola i tre studenti selezionati per l’imbarco: due ragazze ed un ragazzo.

Il sito web dell’iniziativa