Primavela 2011, la “chioccia” è Venezia

In Laguna fino al 10 settembre 449 bambini fino ai 12 anni per una grande manifestazione sportiva organizzata dalla Compagnia della Vela, su delega della Federazione Italiana Vela.

I 449 piccoli velisti iscritti alla manifestazione sono suddivisi in tre classi e partecipano ai trofei: Coppa Primavela – 128 atleti per la classe Optimist e 47 atleti per la classe Techno 293 Coppa del Presidente: – 80 atleti per la classe Optimist, 45 atleti per la Classe Techno 293 e 70 atleti per la classe l’Equipe (35 equipaggi) Coppa Cadetti – 79 atleti per la classe Optimist

All’evento sono ammessi a partecipare i timonieri delle classi Optimist, Techno 293, e gli equipaggi della classe l’Equipe U12, in base a quanto previsto nella Normativa FIV per l’attività Sportiva Nazionale 2011 in vigore e consultabile all’indirizzo www.federvela.it/node/7593.

La Coppa Primavela è riservata alle classi:
– Optimist (singolo): per i timonieri nati nell’anno 2002, che abbiano partecipato ad almeno uno dei due Meeting Zonali.
– Techno 293 (singolo): per un massimo di 60 timonieri della categoria “Kid”, tesserati FIV, nati negli anni 2001-2002.

La Coppa del Presidente è riservata alle classi:
– Optimist: per i timonieri della categoria Cadetti Under 12 nati nell’anno 2000-2001, in percentuale al numero dei partecipanti ai Meeting Zonali.

– L’Equipe U12 (equipaggio in doppio): per i tesserati FIV nati nel 2000-2001 ma possono essere ammessi anche i nati nell’anno 1999 purché non abbiano svolto alcuna attività con la vela Evolution.
– Techno 293: per i tesserati FIV nati nel 2000.

La Coppa Cadetti è riservata alla sola classe Optimist per i timonieri della categoria Cadetti U12 non ammessi alla Coppa del Presidente (classificati tra l’81° e il 160° posto dei Meeting Zonali) nati negli anni 2000-2001 in percentuale al numero dei partecipanti ai Meeting Zonali.

Il via venerdì mattina, con la prima regata prevista per le 13.00. Due le prove da disputare quotidianamente fino a sabato 10 settembre, giorno in cui si svolgerà anche la premiazione dei vincitori dei tre trofei. In questa occasione saranno premiati anche Dario Caracciolo della 3ª elementare dell’Istituto Comprensivo Don Milani di Ferrara e Lorenzo Maloberti della 3ª C della Scuola Primaria Statale di Varazze (SV), i due bambini vincitori del concorso “Poster Coppa Primavela”, aperto agli alunni delle scuole elementari e medie.

La Coppa Primavela è organizzata dalla Compagnia della Vela di Venezia, su delega della Federazione Italiana Vela, in collaborazione con Circolo Nautico Chioggia, Diporto Velico Veneziano, Canottieri Mestre, il Portodimare, Associazione Velica Lido, Circolo della Vela Mestre, Circolo Velico Mariclea, Top Sailing Team e Circolo Nautico Porto Santa Margherita.

La base logistica si trova presso il Camping Marina di Venezia al Lido del Cavallino. L’evento gode del patrocinio del Comune di Venezia e del Comune di Cavalino Treporti.

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La Coppa America a Venezia

La grande vela torna in Italia e torna non solo in uno dei luoghi simbolo della marineria, ma proprio della Coppa America. Venezia e il Canal Grande furono infatti l’irripetibile cornice del varo del Moro di Venezia di Raul Gardini, l’unica barca italiana che abbia mai vinto una regata dell’America’s Cup.

 

Due tappe di avvicinamento, a maggio del 2012 e nell’aprile del 2013, nelle cosiddette World Series, le regate preliminari e itineranti della Coppa America, preludio all’evento vero e proprio che com’è noto si terrà in California, a San Francisco, sempre nel 2013.

Un bel colpo davvero, un autentico blitz, compiuto dal sindaco di Venezia, nonché appassionato velista, Giorgio Orsoni, che nel corso delle ultime regate delle World Series di Cascais, in agosto in Portogallo, si è presentato a Richard Worth presidente dell’America’s Cup eventi e ha lanciato la sua meditata e fantastica proposta.

E così mentre tutti aspettavano Napoli, all’eterna ricerca della sua occasione sportiva internazionale, ecco che è spuntata Venezia. Proprio nelle acque che hanno visto nascere il Moro di Venezia, l’indimenticabile sfidante della Coppa America di San Diego, vincitore della Louis Vuitton Cup e quindi sfidante di America Cube, unica barca italiana ad aver mai vinto una regata dell’America’s Cup, quella del momentano pareggio con gli americani, con un solo secondo di vantaggio.
Tempi eroici.

“Siamo emozionati”, ha commentato Worth, il patron dell’organizzazione: portare la Coppa America a Venezia è un evento storico, unico”.

La base logistica della Coppa America sarà l’Arsenale, l’antico deposito navale edificato nel 1100, dove la Serenissima ormeggiava le sue navi, e il campo di regata tra gli stabilimenti dell’Hotel De Bains e la Bocca di Porto del Lido: 10 gli equipaggi in gara, 30 le regate in programma, al ritmo di tre al giorno.

Già pronto anche il logo “Venice 2012” e “Venice 2013” America’s Cup World Series.

La tappa del prossimo anno raggiungerà l’apice tra il 17 e il 20 maggio, quando i team si affronteranno sia nel match race, sia nella regata secca che determinerà il vincitore della serie di flotta.

Molti anche gli eventi collaterali, compresa la sfilata delle barche in bacino, assicura lo skipper veneziano Alberto Sonnino che fa parte dello staff,organizzatore, mentre
sulla Riva degli Schiavoni sorgerà il villaggio informativo per i turisti.

Venezia si è aggiudicata le due tappe grazie a un “lavoro corale” che ha visto il Comune in prima fila – ha spiegato Orsoni – nel quale sono state coinvolte tutte le
istituzioni, dalla Regione, alla Provincia, dalla Biennale, alla Marina Militare e  all’Autorità Portuale: “Con l’America’s Cup abbiamo consolidato i rapporti che già c’erano ai tempi del ‘Moro di Venezia”‘, ha ricordato il sindaco, noto appassionato
di vela e provetto skipper.

Venezia e il Veneto contano tantissimi appassionati di vela; inoltre non distante dalla Laguna, in quel di Trieste, si celebra ogni autunno la regata più affollata del Mondo, la Barcolana, capace di allineare in mare oltre 2 mila imbarcazioni.

L’evento veneziano sarà dunque in grado di richiamare il pubblico che si merita ( 50 mila gli spettatori attesi che potranno seguire la competizione da diversi punti di osservazione), anche se il punto cruciale è un altro: e consiste nell’auspicabile volano economico che la Coppa inevitabilmente, almeno si spera, sarà capace di mettere in moto:dal turismo alle strutture necessarie, alle ristrutturazioni storiche dei luoghi simbolo.

Una boccata d’ossigeno quanto mai salutare in un momento come questo.
Spiace per Napoli, ancora una volta esclusa dalla competizione così come accadde qualche anno fa quando Alinghi doveva scegliere la sede europea delle regate e Napoli perse il confronto con Valencia. Nell’occasione il Portogallo, che era anch’esso in corsa, stimò che l’evento valeva lo 0,8 % del suo prodotto interno lordo.

Questo di Venezia vale certo di meno, ma a Napoli avrebbe fatto comodo comunque. Resta la speranza che possa comunque rientrare in gioco per un’altra tappa italiana. Potrebbe anche essere, il Belpaese ne ha le risorse, anche di simpatia, il che non guasta, non meno che gli scenari naturali, le cornici ideali per restituire fascino e richiamo a una competizione rimasta oscurata per anni, arenata nelle aule di tribunale per la disputa tra Alinghi ed Oracle.

Ma lo sarebbe senz’altro se vi fosse anche una barca italiana in gara.
Chissà.

Targa Florio, un mare di Sicilia

Giunta alla sua quarta edizione, la Targa Florio del Mare è oramai una classica mediterranea.

Lo scenario è d’incanto, con le più belle località costiere della Sicilia a fare inevitabilmente da cornice.
E, del resto, non poteva essere diversamente visto che la Targa Florio altro non è che il periplo della Sicilia, con partenza e ritorno dall’isola di Favignana, ovvero oltre 400 miglia di mare.
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L’anima immortale della vecchia Steinlager2

Steinlager2, una delle più importanti e famose barche di tutti i tempi, il maxi ketch disegnato dallo studio Farr che alla guida del leggendario skipper neozelandese Sir Peter Blake conquistò tutte e sei le tappe della Whitbread Round the World Race 1989-90 (l’odierna Volvo Ocean Race) sarà ad Alicante quest’anno per partecipare alla Volvo Ocean Race Legends Regatta and Reunion.

Steinlager 2 fu acquistato da Giorgio Falck, lo skipper italiano di Gatorade, che fu pure un protagonista del giro del mondo. Dipinta di blu e rinominata Safilo dal nome del noto produttore di occhiali, continuò ad essere un’imbarcazione vincente fino a che Falck non la rivendette al belga Serge Vassard che ne cambiò di nuovo colori e nome, battezzandola Barracuda.

Il 24 gennaio 2003, un gruppo di “sognatori” dello Yacht Club del Mare di Lugano, in Svizzera, noleggiarono la barca per partecipare alle Les Voiles de Saint Tropez e durante la navigazione di ritorno verso Roma ne furono stregati. “La barca era in condizioni non buone, ma il suo fascino era immutato” spiega l’attuale proprietario Stefan Detjen. “Durante quel trasferimento decidemmo di salvarla da una fine triste.”

“Quando iniziammo il restauro, capimmo subito che una grande barca richiede molta perizia e un grande budget. Ogni volta che arrivava un nuovo conto da pagare il numero dei co-armatori si riduceva. L’entusiasmo iniziale scemò e cominciò il lavoro duro” spiega Detjen. Oggi sono rimasti solo Stefan e sua moglie Regina a predersi cura della Big Red, e con loro sopravvive anche un progetto di riportarla nella natia Nuova Zelanda dove tutto cominciò.

Attualmente Steinlager 2 si trova presso il cantiere Nelson di Antigua, dove viene preparata per la traversata atlantica che la riporterà in Europa. Per farla tornare all’antica gloria, con un refit completo -verniciatura, un nuovo motore e nuova attrezzatura- sono stati investiti molti soldi. Con l’equipaggio attuale, che se ne prende cura quasi fosse il Santo Graal e la ama più di qualsiasi altra imbarcazione, Steinlager2 ha già compiuto sei traversate atlantiche.

Partecipare alla Legends significa molto per Stefan “Credo che questo simbolo della vela e e dei bei vecchi tempi debba essere trattato con rispetto. Vogliamo che possa essere ammirata da tante persone perché è uno degli yacht più vincenti della storia e un simbolo del periodo dei grandi ketch oceanici.”

Steinlager 2
Armo: ketch frazionato
Progetto: Farr Yacht Design
Lunghezza fuori tutto: 84’ (25.62m)
Baglio massimo: 19.2’ (5.85m)
Pescaggio: 13’ (3.96m)
Albero di maestra: 114’ (34.77m)
Albero di mezzana: 84’3’ (25.7m)
Vincitore della WRTWR 1989-90 (dominò tutte e sei le tappe)
Tempo complessivo: 128:9:40:30
Velocità media: 10.7 nodi

Equipaggio originale
Peter Blake – skipper
Mike Quilter – navigatore
Brad Butterworth – capo turno
Kevin Shoebridge – capo turno
Ross Field – capo turno
Tony Rae – pozzetto/responsabile medico
Dean Phipps – prodiere
Mark Orams – trimmer
Graham Fleury – pozzetto
Craig ‘Spike’ Watson – prodiere
Glen Sowry – trimmer
Barry McKay – pozzetto
Godfrey Cray – prodiere
Don ‘Jaws’ Wright – trimmer
Cole‘ BC’ Sheehan – cuoco

A oggi hanno confermato la loro partecipazione alla Volvo Ocean Race Legends Regatta and Reunion:
Great Britain II/Whitbread Heritage (Maxi) partecipò a tutte le prime cinque edizioni
Copernicus 1973-74 (45’ la più piccola barca della storia della regata)
Rothmans 1989-90 (Maxi)
Berge Viking 1981-82 (Swan 57)
Charles Jourdan 1989-90 (Maxi)
Steinlager 2 1989-90 (Maxi Ketch)
Il bando di regata ufficiale e tutte le informazioni sulla Legends Regatta si trovano e possono essere scaricati alla pagina web: http://www.volvooceanrace.com/news/news-legends/

La Volvo Ocean Race Legend Regatta
·     La Volvo Ocean Race Legends Regatta costituirà la prima reunion ufficiale dall’edizione inaugurale del 1973/74
·     L’evento si terrà dal 1 al 5 novembre 2011, nella settimana fra la In-Port Race e la partenza della prima tappa
·     La località della manifestazione sarà Alicante, porto di partenza della Volvo Ocean Race 2011-12
·     L’evento prevede due giorni di regate, oltre a un ricco programma a terra, la cerimonia di premiazione, una cena di gala e molti eventi sociali
·     Si concluderà con una cerimonia per la partenza e una parata delle barche che accompagneranno la flotta della Volvo Ocean Race alla linea di partenza
·     Il dopo regata sarà animato da spettacoli e forum
·     Le barche partecipanti saranno visibili al pubblico
·     148 barche hanno tagliato la linea di partenza nei 37 anni di storia della Whitbread/Volvo Ocean Race
·     Ben 1.974 velisti hanno preso parte alle 10 edizioni della regata
·     La prima edizione della regata corsa su 31.250 miglia debuttò oltre 37 anni fa (al tempo era nota con il nome di Whitbread Round the World Race 1973-74), mettendo alla prova gli equipaggi in alcune delle condizioni più dure che l’uomo può incontrare sul pianeta.
·     L’edizione 2011-12 sarà l’undicesima della storia dell’evento.

Testimonial prestigiosi della Volvo Ocean Race Legends Regatta sono Lady Pippa Blake, il baronetto Sir Chay Blyth  e il veterano della vela oceanica Magnus Olsson

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Oui, je suis francais

La leggenda d’oltralpe La straordinaria storia della famiglia Viant, il cui nome è centrale nel racconto delle tre prime edizioni della Whitbread, vivrà un nuovo nuovo capitolo dato che il “clan” ha charterizzato Gauloises III (1981-82) per partecipare alla Legends regatta il prossimo novembre.

La famiglia tornerà in regata, ancora una volta accompagnata da vecchi amici che furono i protagonisti delle regate a bordo di Grand Louis (nel 1973-74), Japy Hermes (nel 1977-78) and Kriter IX (nel 1981-82) e che diedero lustro alla storia della vela oceanica transalpina.
Patriarca della famiglia era André Viant, un velista di grande valore e molto considerato in Gran Bretagna – era anche membro del Royal Yacht Squadron – e uno dei primi presidenti di uno dei maggiori yacht club di Francia, la UNCL (Union Nationale Course au Large, ovvero l’unione nazionale della vela d’altura).
Nel lontano 1973, André Viant scelse alcuni giovani componenti della sua famiglia e di famiglie a lui vicine che venivano dal Golfo di Morbihan in Francia per comporre l’equipaggio di Grand Louis e partecipare alla prima  Whitbread Round the World Race.
Fra i sedici velisti, che si alternavano a bordo, c’erano il figlioJean-Michel Viant (Jimmy); la figlia Sylvie Viant, che più tardi diventò uno dei più rispettati e indispensabili direttori delle regate francesi; Bruno Lunven, che in precedenza aveva preso parte alla Course de l’Aurore (oggi conosciuta come Solitaire du Figaro); Philippe Facque, promotore del circuito dei multiscafi oceanici ORMA; Patrice Carpentier, il noto giornalista di vela e Patrick Eliès, il padrone indiscusso del circuito Figaro negli anni ottanta.
Entusiasta della prima esperienza del giro intorno al mondo, la giovane generazione del clan Viant partecipò anche alla seconda Whitbread (nel 1977-78), questa volta grazie a un progetto creato da tre studenti di Business Administration. Jimmy Viant sarebbe stato lo skipper di Japy-Hermès e a bordo c’era anche la sua fidanzata Bénédicte Lunven che divenne la prima velista francese a partecipare a una regata intorno al globo.
Per la Volvo Ocean Race Legends Regatta, l’evento previsto per il prossimo novembre ad Alicante, l’equipaggio di Gauloises III sarà composto principalmente da velisti del team originale di Japy-Hermes.
Bénédicte Lunven che coordina il progetto Gauloises III racconta: “Per la seconda Whitbread, l’equipaggio di Japy-Hermes era composto di giovani, avevamo tutti fra i 24 e i 27 anni. Jimmy, il nostro giovane skipper ebbe un compito arduo, anche perché molti non avevano una grande esperienza di vela. In più la barca era pesante e poco stabile di rotta, dopo migliaia di miglia di navigazione imparammo a portarla nel modo migliore e persino a goderci la sensazione delle lunghe surfate in poppa con degli enormi geyser d’acqua che arrivavano all’altezza delle crocette.”
“L’equipaggio è sempre rimasto in contatto, anche se ora alcuni vivono molto lontano, e abbiamo deciso di ritrovarci ancora una volta per la Legends Regatta.
“Poiché Grand-Louis, Japy-Hermès e Kriter IX non erano disponibili abbiamo dovuto cercare una barca diversa” spiega, Jimmy Viant. “alla fine abbiamo scelto Gauloises III, che naviga in Mediterraneo da molti anni. In fondo è ironico, visto che era uno degli avversari miei e di Bénédicte nella Whitbread del 981-82, su Kriter IX. E’ un piccolo inchino alla storia ritrovarsi a correre su una barca contro cui combattemmo 30 anni fa!”
La Volvo Ocean Race Legends Regatta celebra la lunga e affascinante storia della più importante regata intorno al mondo in equipaggio e include sia prove sportive che eventi sociali per tutti coloro che vi hanno partecipato o sono stati coinvolti dalla edizione inaugurale del 1973. Un evento che promette di essere un appuntamento imperdibile con numerosi ex partecipanti che accorreranno da ogni parte del mondo.

Grand Louis (1973-74)
Armo: Schooner
Progettista: Dominique Presles
Lunghezza fuori tutto: 60’ (18.28m)
Skipper: Andrée Viant
Equipaggio: 9 – 11
Piazzamento finale overall: 3
Tempo impiegato: 162.01

Japy-Hermès (1977-78)
Armo: Ketch
Progettista: MacCurdy & Rhodes
Lunghezza fuori tutto: 65’ (19.81m)
Skipper: Jimmy Viant
Equipaggio: 9-13
Piazzamento finale overall: 14
Tempo impiegato: 164.01.29.24

Kriter IX (1981-82)
Armo: Sloop
Progettista: German Frers
Lunghezza fuori tutto: (18.89m)
Skipper: Andre Viant (aged 60 at the time)
Equipaggio: 11
Piazzamento finale overall: 3rd
Tempo impiegato: 134.07.37.42

Gauloises III (1981-82)
Armo: Sloop
Progettista: Ron Holland
Lunghezza fuori tutto: 62’ (18.89m)
Skipper: Eric Loizeau
Equipaggio: 11
Disalberato durante la terza tappa, 1.300 miglia da Auckland, e ritirato

Livorno, la festa dell’Accademia

Negli occhi di tutti rimangono le immagini da favola delle imbarcazioni che questa mattina sono sfilate in parata davanti alla Terrazza Mascagni. Le navi a vela della Marina Militare e le imbarcazioni storiche presenti al TAN, con tutte le vele a riva, sono apparse come una splendida nuvola bianca sull’orizzonte limpidissimo di una giornata quasi estiva. Continua a leggere

Grand’Italia 6,50

Cielo soleggiato e vento regolare di 7 nodi a Genova per la partenza della quinta edizione del Gran Premio d’Italia Mini 6.50, organizzato dallo Yacht Club Italiano e riservato alla classe Mini 6.50, le barche di 6 metri e 50 su cui hanno mosso i primi passi alcuni dei più grandi velisti del mondo.
 
Pochi minuti dopo le dodici, i 28 partecipanti hanno tagliato la linea di partenza posata al largo di Sturla per affrontarsi in una regata di 540 miglia che li terrà impegnati cinque giorni almeno.
Il percorso da compiere è Genova – Isola della Capraia – La Caletta (Sardegna) – Isola di Giannutri – Genova.
 
Alla prima boa di disimpegno, la flotta è guidata da Andrea Caracci e Joerg Riechers a bordo di Marina di Loano, seguiti da Giacomo Sabbatini e Riccardo Apolloni su ScusamiLeSpalle e dai francesi Chavarria e Dreux su Beziers Med.
La flotta ha issato gli spi e ora procede a una velocità di 4 nodi circa.
Durante il Gran Premio i “ministi” dovranno cavarsela con le loro forze: non è consentito alcun collegamento radio (se non con la barca comitato che rilascia informazioni e aggiornamenti meteo), i telefonini non possono essere utilizzati tranne che in condizioni di emergenza, nessun collegamento Internet è consentito.
A bordo di ogni imbarcazione è stata installata una “balise”, cioè un sistema satellitare che permette di localizzare e seguire in tempo reale ciascun concorrente: l’andamento della regata potrà quindi essere seguito cliccando su www.yci.it o www.gpi-mini650.com.
 
Le previsioni meteo
Alle nove di questa mattina la Scuola di Mare Beppe Croce ha ospitato un briefing durante il quale sono stati esaminati il percorso di regata, le misure di sicurezza da adottare e la situazione meteo. La depressione che si sta spostando verso il Mar Ionio favorirà l’arrivo di un’alta pressione che causerà un calo progressivo del vento nel Golfo di Genova. I partecipanti, da oggi a domani notte, potranno trovare condizioni di vento mediamente sostenuto (tra i 4 e i 6 nodi) nell’area compresa tra Gorgona, Capraia e Capo Corso. Il vento andrà poi indebolendosi lunedì.
 
 
Il Mini 6.50: una barca per veri marinai
8 ottobre 1977: ventiquattro barche a vela di 6,50 metri di lunghezza lasciano Penzance in Inghilterra e con un solo uomo a bordo fanno rotta verso Antigua via Ténérife alle Canarie. Nasce quel giorno la Minitransat, una regata oceanica per piccole imbarcazioni dalle grandi ambizioni.
Per oltre quindici anni i «mini» parlano quasi esclusivamente francese ma la volontà e il coraggio di pochi marinai italiani tra i quali Andrea Romanelli, Ernesto Moresino e Ettore Dottori fa nascere e diffondere anche in Italia l’interesse per questo modo di vivere l’oceano.
Nel marzo 1994 viene costituita la Classe Mini 6.50 Italia: da allora la «minimania» si diffonde inarrestabile. La Classe, gli skipper, i progettisti E l’intero mondo Minitransat italiano crescono e guadagnano riconoscimenti stima e fiducia.

Inebriato sulla Rotta del Rhum (VIDEO)

Andrea Mura è il “Velista dell’anno”.
Ha conquistato il più importante riconoscimento del settore, che ogni anno premia lo sportivo che maggiormente si è distinto nelle varie disciplina della vela.

Andrea Mura, velistaIl velista cagliaritano, 46 anni, si è aggiudicato l’ambito Trofeo per aver compiuto una fantastica impresa, vincendo in solitario la Route du Rhum, una impegnativa cavalcata in pieno autunno, tra le coste atlantiche del nord della Francia e i Caraibi, in quel di Guadalupa.
L’impresa nell’impresa è che Andrea, già ospite di Thalassa e di Rainews (VIDEO), proprio qualche giorno fa, ha messo in fila tutti i migliori specialisti della vela oceanica, la ricca e sperimentata pattuglia dei francesi, indiscutibili maestri in questo genere di regate.

Con il suo Vento di Sardegna, un 50 piedi open,  ha vinto nella classe più piccola, la classe “Rhum”, e lo ha fatto quasi in scioltezza, senza mai mettere in discussione il primato.
Velista d’acciao? Macché, velista bravo e persino un po’ come tutti noi della domenica, perché rimasto vittima del mal di mare nei primi giorni della regata.

Lunedì sera, nella cornice di Villa Miani, a Roma, sede storica del premio “Velista dell’anno”, inventato dalla Acciari Consulting nel 1991, Andrea era vispo e ansioso allo stesso tempo, in attesa di conoscere come sarebbe andata a finire la sfida con gli altri velisti in lizza per il premio, marinai di tutto rispetto a cominciare da Lorenzo Bressani, campione del mondo nel Melges 24 e nel Melges 32, forse il suo vero antagonista e, quindi, da Paolo Cian, vincitore del circuito MedCup e 2° nell’Europeo ORC; poi Giulia Conti, argento nell’Europeo di Istanbul e bronzo al Mondiale di Weymouth nel 470, e Alberto Signorini, iridato nel Farr40.

L’emozione gliela leggevi in volto quando le immagini del suo vittorioso arrivo a Pointe à Pitre, a conclusione di 19 giorni di mare in solitario e 3500 miglia di oceano, scorrevano sul grande schermo in sala: Andrea Mura felice come una pasqua a prua della sua bella barca, veloce sotto vela.
Un premio davvero meritato, perché il velista sardo è il primo italiano a vincere questa regata, in cui molti altri hanno fallito.
Nell’albo d’oro succede ad Alessandra Sensini, oro olimpico e pluri medagliata.

Gli altri premi, relativi al 2010, sono andati a Chestress 2 dell’armatore Ghislanzoni come ‘barca dell’anno’ (superate Esimit Europa 2 e Lelagain), a Luca Devoti come progettista, mentre a pari merito, Francesco Marrai, Giovanni Coccoluto e Veronica Fanciulli si sono aggiudicati il “Velista under 25 Carlo Marincovich”.

Vento di Sardegna, tra Mirto e Rhum (VIDEO)

Fresco vincitore della Route du Rhum, la transatlantica in solitario tra la Francia e la Guadalupe, Andrea Mura è ospite di Thalassa e di RaiNews, per commentare la sua bella impresa e rivelarci dei suoi progetti futuri.

http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/02/cappucci_17022011.flv

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In coda sugli oceani (guarda i video)

Trofeo Jules Verne e record del mondo in solitario

Gli oceani sembrano affollati in questo momento dell’anno, che vede di solito partire tutte le regate che circumnavigano il Globo, magari affrontando il clima rigido continentale nella primissima fase della gara, ma assicurandosi la “mitezza”, se pure fosse possibile a quelle latitudini dell’estate australe, negli oceani del Grande Sud.
In corsa ci sono in questo momento due francesi, come al solito: uno è Thomas Coville, che in solitario su di un gigantesco trimarano di oltre 32 metri di lunghezza sta tentando di battere il record sul giro del mondo.
L’altro è invece Pascal Bidégorry che a bordo di un altro trimarano, questa volta in equipaggio, tenta di conquistare il Trofeo Jules verne, che spetta a colui che riesce a compiere il giro del mondo altro che in ottanta giorni, ma almeno nella metà del tempo: tanto è quello che impiegano queste macchina da velocità pura.
Il fatto è che Bidégorry ed il suo Banque Populaire hanno rotto la deriva in pieno Atlantico del sud, incappando in un oggetto galleggiante non meglio identificato, che gli ha portato via due metri di chiglia mobile.
Non sono in pericolo, ma il record è a questo punto una pia illusione, perchè la deviva gli permetteva di non scarrocciare, ovvero di mantenere la rotta voluta, senza scadere a causa delle correnti e del vento.
Banque Populaire si trova in questo momento a circa 1350 chilometri  ad ovest del capo di Buona Speranza.

http://www.rainews24.it/ran24/clips/2011/02/banque_populaire.flv
In quanto al solitario e al suo Sodebo, passata la sbornia dell’emisfero nord e degli umori dell’Atlantico, si trova ora impantanato nelle calme equatoriali, nel cosiddetto “Pot au Noire”, a cavallo dell’equatore, dove non soffia neppure un alito di vento.

E’ una zona decisiva questa, soprattutto nelle regate intorno al mondo, passaggio chiave perchè di solito il primo che riesce a svicolare riesce pure a mettere tra se e gli avversari quel margine di vantaggio che gli consente di vincere la regata.
partito dalle coste atlantiche francesi il 29 gennaio scorso, Coville deve battere il record stabilito dal suo connazionale Francis Joyon nel 2008 in 57 giorni, 13 ore, 34 minuti e 6 secondi.

E poi ci sono anche loro…
Sono rimasti in quattro i navigatori solitari impegnati nella Velux 5 Oceans, il giro del mondo a vela in solitario. Hanno lasciato la Nuova Zelanda per raggiungere Punta del Este in Uruguay. Tra loro e il traguardo cè da doppiare però il leggendario Capo Horn, l’estrema punta meridionale del continente sudamericano, luogo di legende e di tregenda. Dopo la seconda tappa  il gruppo è guidato dallo statunitense Brad Van Liew, vincitore di ambedue le frazioni finora concluse. Il velista di Charleston precede in classifica il polacco Zbignew Gutowski. Seguono il canadese Derek Hatfield e Chris Stanmore-Major . Unico ritirato, finora, Christophe Bullens.
Pochi luoghi sulle mappe portano  Ai velisti Capo Horn evoca onde gigantesche, burrasche epiche, naufragi. Per gli italiani, l’episodio più noto di questa regata è legato a Giovanni Soldini, che nel 1999 modifico’ la propria rotta per salvare Isabelle Autissier. La velista francese si era capovolta con la sua barca proprio alla fine del mondo.

http://www.rainews24.it/ran24/clips/2011/02/sodebo.flv

Video tratti da:
http://www.sodebo-voile.com/
http://www.voile.banquepopulaire.fr/