Anche l’Amerigo Vespucci in parata nelle acque di Barcellona, impegnata nelle regate tra le grandi navi a vela. Poco vento ma comunque un grande spettacolo seguito da migliaia di appassionati spettatori, una festa che ora si trasferirà in Francia a Tolone, dal 21 al 24 di luglio, per poi concludersi nelle acque di casa nostra, a Genova. Chi può non perda l’occasione. Ma intanto gustatevi il video in anteprima su Thalassa.
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Il vento chiama, ascolta
Oltre 1000 barche e 1500 velisti da 76 nazioni, i campioni e le medaglie olimpiche
In palio 11 titoli iridati e il 75% delle qualifiche per Pechino 2008 Le aspettative della squadra azzurra della vela olimpica, capitanata da Alessandra Sensini.
Con la XXXII America’s Cup in dirittura d’arrivo, i riflettori si spostano sui grandi atleti della vela
olimpica. “The Wind Is Calling”: il vento chiama, è il motto scelto dalla Federvela mondiale per
l’appuntamento più importante della vela olimpica.
Repubblica Marinara, la nuova sfida italiana all’America’s Cup in nome dell’ambiente
Repubblica Marinara, la Sfida popolare italiana all’America’s Cup”. L’annuncio arriva a sorpresa nell’ultimo giorno di regate della Louis Vuitton Cup di Valencia, in Spagna, che segna l’uscita di scena di
Luna Rossa, sconfitta da New Zealand con un secco 5 a 0. Le agenzie di stampa battono i titoli: “Lanciata nuova sfida italiana: Repubblica Marinara”, (APCom);
” Una sottoscrizione per una nuova sfida italiana”,(ADNKronos); “Nuova sfida italiana parte da Valencia”, (Ansa).
L’annuncio crea un certo stupore nell’ambiente e soprattutto molta curiosità perchè giunge inaspettato attraverso un sito internet (www.repubblicamarinara.it) che si propone nientemeno che di mettere insieme gli appassionati italiani, chiedendo loro una sottoscrizione; mentre il quotidiano La Repubblica (venerdì 8 giugno) aggiunge nelle pagine sportive che il team manager della sfida potrebbe essere addirittura Francesco De Angelis, lo skipper di Luna Rossa.
Ce n’è abbastanza per far saltare sulla sedia più di un addetto ai lavori.
Eppure nessuno sa chi c’è dietro questa sfida, di quali capitali disponga, come vuole agire e come eventualmente intenderebbe gestire il denaro che chiede in affidamento agli italiani. Sul sito internet della sedicente Repubblica Marinara si legge di un programma che è in fondo condivisibile, il quale non ha esclusivamente la vela in primo piano, ma si propone obiettivi anche più ambiziosi, come l’ambiente e la sua protezione, la ricerca di uno sviluppo compatibile con il nostro ecosistema non più sfruttabile all’infinito. Gli ideatori di questa “Sfida popolare”, che si fonda sul contributo anche di un 1 solo euro, intendono insomma usare la Coppa America come palcoscenico per la questione ambientale, riuscendo magari a portare davvero il Trofeo in Italia, per sensibilizzare i connazionali alla difesa del loro Belpaese e dell’universo intero. Vasto programma.
Eppure proprio in Italia a qualcuno non è sfuggita la portata della questione: “Un’ottima idea
per promuovere nel mondo le doti migliori del nostro Paese, quel mix tra natura, cultura, talenti e capacità di innovare che fa grande l’Italia nel mondo”, scrive il deputato dell’Ulivo Ermete Realacci, ambientalista della prima ora, eletto peraltro nel collegio della “Repubblica Marinara” di Pisa, tra i primi firmatari della “Sfida”. Ma, insomma, chi c’è dietro questa iniziativa che già fa gola alla politica? Sul solito sito (www.repubblicamarinara.it) si legge di un giornalista e di un fisico dell’atmosfera, nucleo primordiale del comitato promotore: abbiamo parlato proprio con quest’ultimo, il fisico, che risponde al nome di Carlo Buontempo e che lavora in Gran Bretagna, presso l’ufficio metereologico nazionale, l’UK Meteo Office. Un emigrante di talento, insomma. Lo abbiamo intervistato.
Dr. Buontempo, ma davvero crede che gli italiani siano disposti a sposare la sua idea? In questo paese ci sono gli steccati ideologici, le contrapposizioni… Coppi e Bartali… Mica è facile mettere d’accordo gli italiani.
“Io credo che il futuro debba essere preoccupazione di tutti, senza distinzioni di sorta. E’ vero che qui parliamo in fondo di una Sfida di vela, di Coppa America, ma sotto sotto intendiano lanciare una sfida ben più importante che è quella del clima, di un mutamento che è oramai sotto gli occhi di tutti, non solo degli scienziati o dei “fanatici” ambientalisti. E che non puo’ più essere sottovalutato”.
Lei ha ulteriori elementi di prova sui mutamenti climatici?
“Non occorre essere degli scienziati per rendersi conto di quanto sta accadendo: basta leggersi per esempio l’ultimo assestement report del IPCC, il Comitato Internazionale per i Cambiamenti Climatici (www.ipcc.ch) per rendersene conto. Il clima del nostro pianeta cambia e noi ne siamo largamente responsabili. Una sintesi la può trovare anche a quest’altro indirizzo internet: Metoffice.gov.uk.
Ma vuole un dato su tutti? Sei dei sette anni piu’ caldi in assoluto, in termini di temperatura media superficiale del pianeta (http://data.giss.nasa.gov/gistemp/2005/), compreso il 2006, sono stati registrati dal 2001. Mentre i dieci anni più caldi della storia si contano tutti a partire dal 1995… (Per dati piu’ aggiornati il lettore puo’ visitare (http://www.ncdc.noaa.gov/oa/climate/research/2007/apr/global.html).
Se poi, invece, vogliamo restare al tema della Coppa America, guardi allora come sono iniziate le regate a Valencia: giorni e giorni di bonaccia totale, completa assenza di vento. Le sembra normale?”.
E in che modo contate di risolvere la questione?
“Risolverla non è certamente alla nostra portata: non la risolviamo delegandola ad una regata. Però contiamo di amplificare il problema, di sensibilizzare l’opinione pubblica per dirottarla, diciamo così, sulle questioni che ci riguardano da vicino, entusiasmandola però con
i risultati di Coppa America. In Italia c’è un pubblico numeroso e molto appassionato e vorremmo che tifasse per la sua “Repubblica”, per il suo habitat, per il bene del suo paese e del pianeta se me lo lascia dire”.
Ma avete un’idea sull’equipaggio, sulla barca sui finanziamenti necessari?
“Io rappresento con i miei amici solo l’embrione della questione. E’ chiaro che tutto deve ancora essere costruito. Ma questo è il momento di farlo perchè, finita questa edizione della Coppa, a Valencia, sul campo, rimangono molte illusioni perdute che potremmo raccogliere per indirizzarle sul progetto di Repubblica Marinara: sul mercato ci sono barche di primo piano da poter acquistare e uomini di grande talento, che sono tutt’ora senza “casacca”. C’è per esempio l’americano Paul Cayard, l’indimenticabile skipper del Moro di Venezia, innamorato dell’Italia e ben a conoscenza del nostro progetto, che ha molto apprezzato. E c’è poi il Sig. Coppa America in persona, il neozelandese Roussel Coutts, che dopo il divorzio da Alinghi è ancora a terra senza barca. E non credo che vi resterà a lungo. Certo, si tratta di sogni, perchè occorrono molti soldi per ingaggiare professionisti di questo livello, ma gli italiani sono capaci di tutto, ed è per questo che ci rivolgiamo a loro”.
E di italiani, a bordo?
“Sarebbe semplicemente fantastico poter attingere a piene mani dal talento tutto italiano di Francesco de Angelis, per esempio, qualora Luna Rossa abbandonasse la scena, per affiancargli i tanti giovani campioni italiani ancora sconosciuti o poco noti, a cominciare dal timoniere, che vorremmo fosse Gabrio Zandonà: un campione del mondo e d’Europa. Vi piacerebbe, per cominciare?”.
E con quali garanzie gli italiani dovrebbero affidarvi anche un solo euro?
Quello di una figura di garanzia è problema che ci siamo posti da subito, abbiamo contattato qualcuno e siamo in attesa di risposte. Potrebbe essere un italiano di successo, una persona nota, al di sopra delle parti, ma anche una figura più istituzionale, un uomo di riconosciuta personalità e di specchiato valore.
Chi gestirebbe il denaro?
Un istituto di credito, il più popolare possibile, magari anche le Poste.
Ed i suoi soci in questa impresa chi sono?
Due appassionati velisti come me: un amico giornalista che ha lanciato l’amo, se così possiamo dire, che ha avuto la “brillante” idea, ed un altro amico fotografo, che ha subito risposto positivamente. Per il momento preferiscono restare nell’anonimato, sconosciuti al grande pubblico, anche se l’ambiente della vela li conosce bene.
Non pensate di aver bisogno di un “testimonial”, qualcuno che vi aiuti ad uscire all’anonimato?
Altrochè! Aspettiamo proposte. Ma vorremmo qualcuno che davvero rappresenti l’idea, che so… un Peter Black italiano se fosse possibile, un uomo di mare davvero impegnato sui temi ambientali come fu per lo scomparso neozelandese, che non solo portò i kiwi a vincere la Coppa America, ma raccolse anche l’eredità di Jaques Cousteau prima di venire ucciso per rapina proprio in una delle sue prime missioni con la Calypso.
L’uomo che inventò i “calzini rossi”, il simbolo portafortuna della vincente sfida neozelandese?
Sì, l’uomo che seppe coinvolgere un’intera nazione. Se in Nuova Zelanda è accaduto che tutto un paese siè infilato i calzini rossi, pagandoli 20 dollari il paio, non vedo perchè in Italia non si possano far navigare milioni di barchette di carta, che è il simbolo della nostra sottoscrizione, della Repubblica Marinara.
E se tutto fallisse?
Pazienza. Ma resterebbe un certo amaro in bocca per aver perso un’occasione, per non aver dato vita a qualcosa che può renderci tutti protagonisti di un sogno comune, capaci di dare una spinta propositiva piuttosto che rimanere, ancora una volta, semplici tifosi dei giochi altrui.
E gli sponsor?
Ecocompatibili. Oppure capaci di mettere in cantiere progetti utili all’ambiente. Da anni si parla di alternativa al petrolio, per esempio, ma ancora si vede poco o nulla sul piano della propulsione a idrogeno. Ecco, qualcuno che volesse davvero darsi da fare in questo campo sarebbe il nostro partner ideale. E noi per lui.
Ma uno sponsor non è in contraddizione con lo spirito della sottoscrizione, dell’idea dell’azionariato popolare?
Uno o più sponsor compatibili sono in grado di coprire le spese del progetto. A quel punto i sottoscrittori avrebbero due strade a disposizione: monetizzare l’investimento, cioè riavere indietro almeno una parte del denaro sottoscritto, oppure decidere di mettere questo denaro a disposizione di un qualche organismo umanitario per progetti di pubblica utilità, magari nel terzo mondo. Ma anche, per esempio, per sostenere in Italia dei progetti di conservazione del patrimonio ambientale e culturale: penso alle oasi del WWF, per dire, oppure ai siti del Fai, oppure ancora ai molti meravigliosi angoli del nostro bel paese che non sono curati e conservati come meriterebbero.
Coppa America, l’occhio magico
A Valencia Enzo Cappucci è entrato nello studio dove vengono realizzate le immagini virtuali delle regate di Coppa America, svelando tutti i segreti dei
contributi grafici, che aiutano a capire meglio le regate trasmesse in televisione.
Ciao Paolo, amico e collega
Si è improvvisamente spento a Roma Paolo Venanzangeli, il nostro Paolone, stroncato da una polmonite all’età di 56 anni. Una figura immancabile sui campi di regata, che fosse la Coppa America o una semplice regata di zona, Paolo era l’instancabile testimone, sempre presente, innamorato del suo lavoro di giornalista, inviato della rivista Nautica e capo ufficio stampa della Federazione vela.
Ci mancherai tanto, Paolo. Che il vento sia lieve, una brezza gentile.
Si sono svolti lunedì i funerali di Paolo Venanzangeli, giornalista e personaggio del mondo della vela, mancato nella notte del 31 marzo. Una cerimonia semplice nella parrocchia di Santa Maria Mater Dei nel Don Orione a pochi passi dalla casa
sulla Balduina dove viveva da sempre. A dare l’ultimo saluto a Paolone c’erano centinaia di persone, parenti, amici, colleghi e semplici velisti. In prima fila la sua compagna Bianca e il piccolo Marco di appena 6 anni, incredibilmente sereno e in grado di trasmettere a tutti un segnale di gioia pure in un giorno di lutto. Tra fiori e applausi tutti si sono stretti nei ricordi personali e collettivi del grande
e indimenticabile Paolone, con la voglia sentire ancora tra noi la sua presenza straripante e inconfondibile.
Fratelli d’Italia, il bis di Kyel
Vela olimpica azzurra convincente alla settimana di Kiel in Germania conclusa oggi con le Medal Race. Netta vittoria per Pietro e Gianfranco Sibello nella classe 49er: gli azzurri hanno vinto anche la Medal Race consolidando il primato in classifica contro avversari di tutto rispetto (compresi alcuni protagonisti dell’ultimo mondiale sui quali si sono presi una immediata rivincita). Secondo e terzo posto sul podio per due equipaggi danesi. Gli altri azzurri Angilella-Zucchetti hanno chiuso al 38° posto.
Nella classe 470 Gabrio Zandonà e Andrea Trani (Marina Militare) hanno battuto tutti gli avversari nella Medal Race, ma l’exploit non è stato sufficiente a portare gli azzurri sul podio, hanno concluso infatti al 4° posto, anche per alcuni episodi sfortunati e per la mancanza dello scarto nelle tre prove di finale. Comunque Zandonà-Trani si confermano tra i più costanti al vertice delle classifiche di ogni regate della classe olimpica 470. Vittoria per gli australiani Belcher-Behrens. I giovani Zeni-Pitanti e Desiderato-Saettone sono rispettivamente 34° e 38°.Ottimi risultati azzurri anche nel windsurf classe RS:X. In campo maschile Fabian Heidegger ha concluso al 5° posto (6° nella Medal Race) della classifica vinta dall’ucraino Oberemko, l’atleta più in forma della stagione. In campo femminile, sempre positiva la giovanissima Laura Linares, che ha concluso al 6° posto generale e ha messo a segno una significativa vittoria nella Medal Race finale tra le prime dieci concorrenti.
Gli altri risultati degli italiani a Kiel. Nel 470 femminile 12° posto per Maria Stella Turizio e Nathalie Testa; 20° Anna e Bettina Bonelli. Nella classe Star 11° posto per Simeone-Colaninno, 12° Negri-Viale e 21° Modena-Marchesini, sfortunati per due squalifiche nelle prove decisive. Nel catamarano Tornado 22° Sorrentino-Colombo. Nella classe Finn 13° Poggi, 16° Cordovani. Nel Laser 72° Bottoli, 81° Regolo. Per la squadra italiana cdella vela olimpica prossimi appuntamenti con campionati europei e mondiali in alcune classi, quindi un raduno tecnico per tutti a metà luglio a Malcesine sul lago di Garda, in preparazione della trasferta per le Preolimpiche di Qingdao, anteprima di Pechino 2008.
Merope era la sua buona “Stella”
Scompare Agostino Straulino, velista simbolo dellamarineria italiana. Porta con sè un palmares da primato: otto titolieuropei consecutivi nella classe “Star” (dal 1949 al1956) due mondiali (1952 e 1953). Quindi l’oro olimpico di Helsinki che completa un 1952 fantastico, in cui conquista il titolo italiano, quello europeo e quello mondiale.
Poi un altro mondiale nel 1956 e quindi l’argento neiGiochi di Melbourne. Quarto nelle Olimpiadi del 1960 a Roma, nelle acquedel Golfo di Napoli. Merope era la sua inseparabile barca della classe“ Star”, la “Stella”. E un’infinità di altri titoli mondiali su altre classie in altre regate d’altura, a cominciare dalla One TonCup di Porto Cervo, nel 73, al timone di Ydra: tecnicae moderna come una Coppa America.