Margherita, una scia di solidarietà

Margherita Pelaschier ha concluso a Genova la circumnavigazione dell’Italia in solitario come testimonial di A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo onlus, che assieme a lei ha organizzato il progetto LIBERA LA VITA LIBERA LE VELE.

Un colpo di cannone sparato dalle banchine dello Yacht Club Italiano ha salutato domenica mattina l’arrivo di
Margherita Pelaschier che, testimonial del progetto LIBERA LA VITA LIBERA LE VELE, ha concluso a Genova la sua sfida di navigatrice solitaria e di messaggero di solidarietà . Una sfida personale dedicata alle persone che vivono la loro sfida quotidiana per la vita, come i bambini ricoverati presso degli ospedali pediatrici Burlo e Gaslini, nati con malformazioni da curare attraverso interventi multipli e complessi a cui i piccoli pazienti sono sottoposti soprattutto nel primi anni di vita.

La velista di Monfalcone arriva sorridente a conclusione delle ultime miglia di navigazione compiute prevalentemente con venti dai quadranti sud che le hanno permesso di percorrere l’ultima parte del percorso da Civitavecchia al capoluogo ligure sempre in velocità, ad andature portanti che spesso le hanno permesso di superare gli 8/9 nodi. Nella mattinata di domenica Margherita entrava nel porto di Genova alla ruota del timone della sua velocissima barca AA38,carica dei preziosi disegni realizzati dai bambini della chirurgia in cura presso l’ospedale Pediatrico Burlo Garofalo da consegnare ai bambini del Gaslini. Due istituti lontani, di due diverse città marinare, legati dalla medesima missione pediatrica e da oggi uniti dalla scia lasciata in mare da Margherita Pelaschier, messaggera di solidarietà tra l’Adriatico e il Tirreno.

Niky, ambasciator non porta penna

Ecco la storia di una giornata di Niky, un bambino di 11 anni, che può vivere felicemente solo in mare a causa di una particolare forma d’asma che a terra l’obbligherebbe ad assumere di continuo farmaci. I suoi genitori, Paola e Paolo, hanno per questo costruito nel giardino di casa una goletta, il Walkirye, per poter vivere sul mare. Niki studia grazie ad un sistema di istruzione in videoconferenza, di cui è il progetto pilota e può così frequentare l’Istituto “Francesco Riso” di Mondello, vicino Palermo, pur navigando durante l’anno.
Un equipaggio speciale per
un’occasione speciale: questo lo spirito che ha animato la ‘mini regata’ nel mare di Gaeta tra la Guardia di Finanza e il Walkirye, la barca a vela sulla quale vive Niky. Il piccolo ambasciatore Unicef in mare, ogni giorno frequenta la 1 media in video-conferenza satellitare con i suoi compagni nella scuola media statale ‘Biagio Siciliano’ di Capaci, a Palermo e questa mattina ha condiviso proprio con i suoi compagni questa eccezionale esperienza.

Oggi pero’ e’ stato lui a fare da padrone di casa, ospitando in una crociera virtuale i suoi ventidue compagni di classe.
Da Capaci i bambini, in collegamento satellitare con la barca di Niki, hanno visto tutte le fasi della regata amichevole: alle manovre hanno partecipato alcuni campioni della vela delle fiamme gialle, veterani della Coppa America.

SU INTERNET: Walkirye

Blu, blu, la vela è blu

La nuova edizione della rassegna si terrà Dal 28 Febbraio al 3 Marzo negli spazi espositivi della Fiera di Roma, lungo l’autostrada per Fiumicino. Dalla Nautica alla subacquea, ce n’è per tutti i gusti. Ma
una menzione di merito spetta alla vela, con numerose manifestazioni e tanti ospiti eccellenti e, soprattutto, una mega piscina per veleggiare

In barca a vela, spinti dal vento, scivolando sull’acqua. Né al mare né al lago, ma all’interno di uno dei grandi padiglioni espositivi hi-tech della
nuova Fiera di Roma sulla Roma-Fiumicino: è quanto sarà possibile provare, per molti giovanissimi
visitatori al BIG BLU, il salone della nautica che aprirà i battenti a Roma giovedi 28 febbraio per concludersi lunedi 3 marzo. Questo vero e proprio
battesimo della vela si potrà svolgere nella Fiera grazie all’impegno della FIV (Federazione Italiana Vela) e di UCINA (la Confindustria della nautica), e
con la collaborazione di Expo Blu (organizzatrice del salone nautico della capitale) e della stessa Fiera Roma.

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Europa, vela senza barriere

Presentato oggi al Parlamento Europeo il Manifesto Europeo della Vela Solidale, un importante passo avanti per il riconoscimento di questa disciplina quale elemento di educazione, recupero, coinvolgimento e reinserimento nel sociale, di tutti coloro che vivono nelle diverse abilità.

Mauro Pandimiglio Presidente di Handy Cup è stato ricevuto al Parlamento Europeo grazie all’iniziativa dell’On. Giovanni Berlinguer , insieme ad altre
associazioni analoghe, che operano in Europa, per la presentazione del Manifesto Europeo della Vela Solidale. L’On. Berliguer , avendo constatato gli effetti positivi dell’attività velica quale strumento di intervento nelle varie aree del disagio, sociale, fisico, mentale, ha portato la sua testimonianza “ Le vostre esperienze mostrano un modo innovativo di superare le difficoltà del disagio. Sono qui per ascoltarle ed esserne portavoce presso il Parlamento Europeo” . Per il Ministro Giovanna Melandri che aderisce al Manifesto ” la navigazione a vela rappresenta uno strumento straordinario di formazione, integrazione ed inclusione sociale”.

“ Il Manifesto è lo strumento più efficace per portare alla luce di Istituzioni e politici il tema dell’integrazione sociale in tutte le sue forme” ha affermato Olga D’Antona. Serena Battimelli, Presidente del tribunale per i minorenni di Napoli ha portato una interessante testimonianza : “ I nostri ragazzi hanno vissuto in barca un’esperienza forte: il senso di libertà, di cui sono privati perchè in
detenzione e il senso del dovere dato in questo caso dalle regole di bordo. I minori che hanno partecipato al progetto hanno riassunto la loro esperienza in una frase :la vita è bella e non si deve buttare” .

Illuminante l’affermazione di Katharina Lent, ragazza tedesca disabile “ Problemi di movimento e di lingua dopo pochi giorni diventano irrilevanti. Contano solo
la natura e il gruppo “.

Mauro Pandimiglio che dal 2000 si occupa di sociale, in particolare dell’utilizzo della vela in questo ambito presiede e coordina i percorsi educativi e riabilitativi di Handy Cup ha reso noti alcuni numeri relativi a questa attività : “7 edizioni della regata hanno coivolto 50 associazioni di volontariato, 100 barche,1000 partecipanti e 150.000 cittadini”. Per Pandimiglio “la condivisione di alcune mète importanti come l’inclusione sociale, l’aspettativa per una migliore qualità della vita e certe rotte complesse e difficili dei percorsi rieducativi e riabilitativi, ci
hanno fatto ritrovare con un principio comune: siamo tutti sulla stessa barca”.

All’iniziativa erano inoltre presenti le parlamentari europee Lilly Gruber, Pia Locatelli della commissione affari sociali, la greca Tzampazi e l’onorevole
irlandese De Brun.

Il mare in prosa

Riprende anche quest’anno la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, l’iniziativa del Ministero degli Esteri, che ha lo scopo di promuovere la lingua di Dante.

Circa 1300 gli eventi previsti in tutto il mondo, in 90 Istituti di Cultura italiani. Il mare nella letteratura è il tema di quest’anno, voluto dal Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, Gherardo La Francesca.

Thalassa è in grado di offrirvi in anteprima una delle perle di questa manifestazione, la mostra su Emilio Salgari, dal titolo “Il mare di Salgari: gli oceani, i porti, le navi, gli eroi ”. Un campionario di informazioni e di commenti, ma soprattutto di illustrazioni legate all’opera del grande e inimitabile romanziere italiano.

Godetevi l’avventura, a cura della Biblioteca Civica di Verona. Buona visione

Genova per voi

Dal 6 al 14 ottobre l’irrinunciabile appuntamento per gli appassionati del settore.
Un Salone ricco di novità, che guarda ai grandi portafogli dei super milionari, ma che non dimentica la nautica popolare. E che deve fare necessariamente varare un’autentica politica turistico-portuale, facendo i conti con il rispetto dell’ambiente.

Dal 6 al 14 ottobre l’irrinunciabile appuntamento per gli appassionati del settore.
Un Salone ricco di novità, che guarda ai grandi portafogli dei super milionari, ma che non dimentica la nautica popolare. E che deve fare necessariamente varare un’autentica politica turistico-portuale, facendo i conti con il rispetto dell’ambiente.

di Enzo Cappucci
Mille e 500 espositori, il 37 per cento dei quali di provenienza estera, 2 mila e 300 barche esposte, delle quali 530 in acqua, 90 navi da diporto (uguali o superiori ai 24 metri), 43 superyachts (superiori ai 30 mt), 213 imbarcazioni a vela, 152 delle quali esposte in acqua, e 28 mila metri quadri di accessori: un esercito di professionisti capace di soddisfare anche il più pignolo dei diportisti, il più maniaco dei pignoli. Non ultimo, 100 mila metri quadri di specchio acqueo, 27 banchine espositive, per una lunghezza di 3 chilometri.
Queste in sintesi le cifre del 47 esimo Salone Nautico di Genova, la Fiera che richiama appassionati da tutto il mondo, molti dei quali pronti a staccare assegni da capogiro per prenotare e comperare l’oggetto dei desideri, esposto in anteprima.

Sono moltissime, infatti, le novità esposte a questo Salone, che è forse la principale Fiera al mondo, se non altro perché è presente al gran completo la produzione italiana, qualitativamente la più raffinata, la più imitata, la più richiesta. Non per nulla il salone è infatti l’emanazione dell’Ucina, l’Associazione dell’Industria Nautica da diporto italiana, che vanta fatturati da record e tassi di crescita che sono stati spesso a due cifre. Per il 2006 il valore della produzione italiana delle unità da diporto è cresciuto del 15%, attestandosi intorno ai 3 miliardi e mezzo di euro, mentre il valore complessivo, inclusi gli accessori ed i motori supera di gran lunga i 5 miliardi di euro.

Guarda il video dell’inchiesta sui porti in Italia:
“Il Bel Paese fuori rotta”

 

Gran parte di questo fatturato è realizzato con l’esportazione, che raggiunge il 50% della produzione nazionale, il 48% della quale destinata ai mercati europei. Soltanto per i superyacht, barche superiori ai 30 metri di lunghezza, autentici concentrati di tecnologia ed eleganza, oggetti per pochi (o molti?) super ricchi, le ordinazioni sono passate dalle 688 del 2006, alle 777 del 2007, con una fetta di mercato pari al 45% del totale, il che conferma la supremazia del prodotto italiano sui mercati internazionali, in particolare di quelli relativi alle “barche” intorno ai 34 metri di lunghezza.

Tra i primi 10 costruttori di superyachts al mondo, 5 sono italiani.
Ce n’è insomma di che soddisfare i palati più esigenti. Ma a Genova non manca fortunatamente la nautica minore, quella più a portata di mano, fatta di medie e piccole imbarcazioni carrellabili, che fanno la gioia di molti utenti e la fortuna di un’altra ampia fetta del mercato. Esposte sui piazzali, in acqua e perfino nei sottoscala, sono forse queste le attrattive più ammirate, sogni di più semplice portata che non i grandi yachts, che rappresentano un territorio davvero esclusivo.

Anche se è vero che pure in questo settore i prezzi sono schizzati verso l’alto, al punto da esser oramai fuori portata per i molti. Ormeggi a prezzi impossibili, senza ogni pudore e neppure lontanamente paragonabili ai prezzi praticati all’estero, gestione clientelare dei posti barca con vendita degli spazi d’acqua quasi all’incanto, interventi meccanici e di cantieristica da signori del bisturi piuttosto che da operai specializzati. Tutto questo in un Paese che dovrebbe avere vocazione marinara, ma che al contrario stenta a far decollare una vera politica di sviluppo nautico e turistico, non solo portuale , ma di semplici accessi al mare, di scivoli proprio per la nautica minore. Chiamati a coniugare sviluppo e rispetto dell’ambiente, gli organizzatori del Salone e le Autorità politiche che come ogni anno taglieranno il nastro inaugurale del Salone, non potranno fare a meno di affrontare questo delicato aspetto della questione, che rischia di far rallentare ogni possibile crescita dell’industria nautica nazionale.

www.salonenautico-online.it

Buon vento, Repubblica Marinara!

Anche per questa estate la navicella di Thalassa alza le vele delle vacanze e si prende un periodo di riposo.

Ci rivedremo in settembre quando saremo tutti più rilassati, abbronzati perchè no, e pieni di nuovi progetti e buoni propositi per l’inverno.

E’ stata anche questa una stagione di belle sorprese per la rubrica, che ha registrato ancora una volta, così come lo scorso anno, un lusinghiero apprezzamento e tante, tante pagine visitate.

Lo speciale Coppa America, per dirne una, con le imprese di Luna Rossa e
Alinghi, è stato sfogliato quasi 40 mila volte. E migliaia e migliaia sono state le altre pagine lette. Grazie.

Sarebbe bello che questa passione per il mare potesse confluire nell’iniziativa che ho immodestamente lanciato e che Rainews24 ha amabilmente ospitato: Repubblica Marinara.

Sì, è la Sfida per una partecipazione popolare alla Coppa America, la Sfida di dire tutti insieme che l’Ambiente, il mare, sono il nostro bene più prezioso, che abbiamo il dovere di proteggere, curare, conservare e fare che tutti ne parlino. Sarebbe bello che anche solo una parte di voi accettasse questa Sfida un po’ folle, che in molti hanno già lanciato.

Spero di ritrovarvi in tanti a bordo di Repubblica Marinara.
Dateci un’occhiata > www.repubblicamarinara.it

Grazie e buone vacanze!

Enzo Cappucci

Tall Ships, la storia in una passione

Anche l’Amerigo Vespucci in parata nelle acque di Barcellona, impegnata nelle regate tra le grandi navi a vela. Poco vento ma comunque un grande spettacolo seguito da migliaia di appassionati spettatori, una festa che ora si trasferirà in Francia a Tolone, dal 21 al 24 di luglio, per poi concludersi nelle acque di casa nostra, a Genova. Chi può non perda l’occasione. Ma intanto gustatevi il video in anteprima su Thalassa.

Repubblica Marinara, la nuova sfida italiana all’America’s Cup in nome dell’ambiente

 Repubblica Marinara, la Sfida popolare italiana all’America’s Cup”. L’annuncio arriva a sorpresa nell’ultimo giorno di regate della Louis Vuitton Cup di Valencia, in Spagna, che segna l’uscita di scena di
Luna Rossa, sconfitta da New Zealand con un secco 5 a 0. Le agenzie di stampa battono i titoli: “Lanciata nuova sfida italiana: Repubblica Marinara”, (APCom);
” Una sottoscrizione per una nuova sfida italiana”,(ADNKronos); “Nuova sfida italiana parte da Valencia”, (Ansa).

L’annuncio crea un certo stupore nell’ambiente e soprattutto molta curiosità perchè giunge inaspettato attraverso un sito internet (www.repubblicamarinara.it) che si propone nientemeno che di mettere insieme gli appassionati italiani, chiedendo loro una sottoscrizione; mentre il quotidiano La Repubblica (venerdì 8 giugno) aggiunge nelle pagine sportive che il team manager della sfida potrebbe essere addirittura Francesco De Angelis, lo skipper di Luna Rossa.
Ce n’è abbastanza per far saltare sulla sedia più di un addetto ai lavori.

Eppure nessuno sa chi c’è dietro questa sfida, di quali capitali disponga, come vuole agire e come eventualmente intenderebbe gestire il denaro che chiede in affidamento agli italiani. Sul sito internet della sedicente Repubblica Marinara si legge di un programma che è in fondo condivisibile, il quale non ha esclusivamente la vela in primo piano, ma si propone obiettivi anche più ambiziosi, come l’ambiente e la sua protezione, la ricerca di uno sviluppo compatibile con il nostro ecosistema non più sfruttabile all’infinito. Gli ideatori di questa “Sfida popolare”, che si fonda sul contributo anche di un 1 solo euro, intendono insomma usare la Coppa America come palcoscenico per la questione ambientale, riuscendo magari a portare davvero il Trofeo in Italia, per sensibilizzare i connazionali alla difesa del loro Belpaese e dell’universo intero. Vasto programma.

Eppure proprio in Italia a qualcuno non è sfuggita la portata della questione: “Un’ottima idea
per promuovere nel mondo le doti migliori del nostro Paese, quel mix tra natura, cultura, talenti e capacità di innovare che fa grande l’Italia nel mondo”, scrive il deputato dell’Ulivo Ermete Realacci, ambientalista della prima ora, eletto peraltro nel collegio della “Repubblica Marinara” di Pisa, tra i primi firmatari della “Sfida”. Ma, insomma, chi c’è dietro questa iniziativa che già fa gola alla politica? Sul solito sito (www.repubblicamarinara.it) si legge di un giornalista e di un fisico dell’atmosfera, nucleo primordiale del comitato promotore: abbiamo parlato proprio con quest’ultimo, il fisico, che risponde al nome di Carlo Buontempo e che lavora in Gran Bretagna, presso l’ufficio metereologico nazionale, l’UK Meteo Office. Un emigrante di talento, insomma. Lo abbiamo intervistato.

 

Dr. Buontempo, ma davvero crede che gli italiani siano disposti a sposare la sua idea? In questo paese ci sono gli steccati ideologici, le contrapposizioni… Coppi e Bartali… Mica è facile mettere d’accordo gli italiani.

“Io credo che il futuro debba essere preoccupazione di tutti, senza distinzioni di sorta. E’ vero che qui parliamo in fondo di una Sfida di vela, di Coppa America, ma sotto sotto intendiano lanciare una sfida ben più importante che è quella del clima, di un mutamento che è oramai sotto gli occhi di tutti, non solo degli scienziati o dei “fanatici” ambientalisti. E che non puo’ più essere sottovalutato”.
Lei ha ulteriori elementi di prova sui mutamenti climatici?
“Non occorre essere degli scienziati per rendersi conto di quanto sta accadendo: basta leggersi per esempio l’ultimo assestement report del IPCC, il Comitato Internazionale per i Cambiamenti Climatici (www.ipcc.ch) per rendersene conto. Il clima del nostro pianeta cambia e noi ne siamo largamente responsabili. Una sintesi la può trovare anche a quest’altro indirizzo internet: Metoffice.gov.uk.
Ma vuole un dato su tutti? Sei dei sette anni piu’ caldi in assoluto, in termini di temperatura media superficiale del pianeta (http://data.giss.nasa.gov/gistemp/2005/), compreso il 2006, sono stati registrati dal 2001. Mentre i dieci anni più caldi della storia si contano tutti a partire dal 1995… (Per dati piu’ aggiornati il lettore puo’ visitare (http://www.ncdc.noaa.gov/oa/climate/research/2007/apr/global.html).
Se poi, invece, vogliamo restare al tema della Coppa America, guardi allora come sono iniziate le regate a Valencia: giorni e giorni di bonaccia totale, completa assenza di vento. Le sembra normale?”.

E in che modo contate di risolvere la questione?

“Risolverla non è certamente alla nostra portata: non la risolviamo delegandola ad una regata. Però contiamo di amplificare il problema, di sensibilizzare l’opinione pubblica per dirottarla, diciamo così, sulle questioni che ci riguardano da vicino, entusiasmandola però con
i risultati di Coppa America. In Italia c’è un pubblico numeroso e molto appassionato e vorremmo che tifasse per la sua “Repubblica”, per il suo habitat, per il bene del suo paese e del pianeta se me lo lascia dire”.
Ma avete un’idea sull’equipaggio, sulla barca sui finanziamenti necessari?

“Io rappresento con i miei amici solo l’embrione della questione. E’ chiaro che tutto deve ancora essere costruito. Ma questo è il momento di farlo perchè, finita questa edizione della Coppa, a Valencia, sul campo, rimangono molte illusioni perdute che potremmo raccogliere per indirizzarle sul progetto di Repubblica Marinara: sul mercato ci sono barche di primo piano da poter acquistare e uomini di grande talento, che sono tutt’ora senza “casacca”. C’è per esempio l’americano Paul Cayard, l’indimenticabile skipper del Moro di Venezia, innamorato dell’Italia e ben a conoscenza del nostro progetto, che ha molto apprezzato. E c’è poi il Sig. Coppa America in persona, il neozelandese Roussel Coutts, che dopo il divorzio da Alinghi è ancora a terra senza barca. E non credo che vi resterà a lungo. Certo, si tratta di sogni, perchè occorrono molti soldi per ingaggiare professionisti di questo livello, ma gli italiani sono capaci di tutto, ed è per questo che ci rivolgiamo a loro”.
E di italiani, a bordo?

“Sarebbe semplicemente fantastico poter attingere a piene mani dal talento tutto italiano di Francesco de Angelis, per esempio, qualora Luna Rossa abbandonasse la scena, per affiancargli i tanti giovani campioni italiani ancora sconosciuti o poco noti, a cominciare dal timoniere, che vorremmo fosse Gabrio Zandonà: un campione del mondo e d’Europa. Vi piacerebbe, per cominciare?”.

E con quali garanzie gli italiani dovrebbero affidarvi anche un solo euro?

Quello di una figura di garanzia è problema che ci siamo posti da subito, abbiamo contattato qualcuno e siamo in attesa di risposte. Potrebbe essere un italiano di successo, una persona nota, al di sopra delle parti, ma anche una figura più istituzionale, un uomo di riconosciuta personalità e di specchiato valore.

Chi gestirebbe il denaro?

Un istituto di credito, il più popolare possibile, magari anche le Poste.
Ed i suoi soci in questa impresa chi sono?

Due appassionati velisti come me: un amico giornalista che ha lanciato l’amo, se così possiamo dire, che ha avuto la “brillante” idea, ed un altro amico fotografo, che ha subito risposto positivamente. Per il momento preferiscono restare nell’anonimato, sconosciuti al grande pubblico, anche se l’ambiente della vela li conosce bene.
Non pensate di aver bisogno di un “testimonial”, qualcuno che vi aiuti ad uscire all’anonimato?

Altrochè! Aspettiamo proposte. Ma vorremmo qualcuno che davvero rappresenti l’idea, che so… un Peter Black italiano se fosse possibile, un uomo di mare davvero impegnato sui temi ambientali come fu per lo scomparso neozelandese, che non solo portò i kiwi a vincere la Coppa America, ma raccolse anche l’eredità di Jaques Cousteau prima di venire ucciso per rapina proprio in una delle sue prime missioni con la Calypso.

L’uomo che inventò i “calzini rossi”, il simbolo portafortuna della vincente sfida neozelandese?

Sì, l’uomo che seppe coinvolgere un’intera nazione. Se in Nuova Zelanda è accaduto che tutto un paese siè infilato i calzini rossi, pagandoli 20 dollari il paio, non vedo perchè in Italia non si possano far navigare milioni di barchette di carta, che è il simbolo della nostra sottoscrizione, della Repubblica Marinara.
E se tutto fallisse?

Pazienza. Ma resterebbe un certo amaro in bocca per aver perso un’occasione, per non aver dato vita a qualcosa che può renderci tutti protagonisti di un sogno comune, capaci di dare una spinta propositiva piuttosto che rimanere, ancora una volta, semplici tifosi dei giochi altrui.
E gli sponsor?

Ecocompatibili. Oppure capaci di mettere in cantiere progetti utili all’ambiente. Da anni si parla di alternativa al petrolio, per esempio, ma ancora si vede poco o nulla sul piano della propulsione a idrogeno. Ecco, qualcuno che volesse davvero darsi da fare in questo campo sarebbe il nostro partner ideale. E noi per lui.
Ma uno sponsor non è in contraddizione con lo spirito della sottoscrizione, dell’idea dell’azionariato popolare?

Uno o più sponsor compatibili sono in grado di coprire le spese del progetto. A quel punto i sottoscrittori avrebbero due strade a disposizione: monetizzare l’investimento, cioè riavere indietro almeno una parte del denaro sottoscritto, oppure decidere di mettere questo denaro a disposizione di un qualche organismo umanitario per progetti di pubblica utilità, magari nel terzo mondo. Ma anche, per esempio, per sostenere in Italia dei progetti di conservazione del patrimonio ambientale e culturale: penso alle oasi del WWF, per dire, oppure ai siti del Fai, oppure ancora ai molti meravigliosi angoli del nostro bel paese che non sono curati e conservati come meriterebbero.

Ciao Paolo, amico e collega

Si è improvvisamente spento a Roma Paolo Venanzangeli, il nostro Paolone, stroncato da una polmonite all’età di 56 anni. Una figura immancabile sui campi di regata, che fosse la Coppa America o una semplice regata di zona, Paolo era l’instancabile testimone, sempre presente, innamorato del suo lavoro di giornalista, inviato della rivista Nautica e capo ufficio stampa della Federazione vela.
Ci mancherai tanto, Paolo. Che il vento sia lieve, una brezza gentile.

Si sono svolti lunedì i funerali di Paolo Venanzangeli, giornalista e personaggio del mondo della vela, mancato nella notte del 31 marzo. Una cerimonia semplice nella parrocchia di Santa Maria Mater Dei nel Don Orione a pochi passi dalla casa
sulla Balduina dove viveva da sempre. A dare l’ultimo saluto a Paolone c’erano centinaia di persone, parenti, amici, colleghi e semplici velisti. In prima fila la sua compagna Bianca e il piccolo Marco di appena 6 anni, incredibilmente sereno e in grado di trasmettere a tutti un segnale di gioia pure in un giorno di lutto. Tra fiori e applausi tutti si sono stretti nei ricordi personali e collettivi del grande
e indimenticabile Paolone, con la voglia sentire ancora tra noi la sua presenza straripante e inconfondibile.

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