Il salto della balena

Thalassa vi propone un quesito: secondo voi il salto della balena che vedete nelle immagini girate alle Hawaii, è un saluto festoso per i turisti guardoni, sempre più numerosi nella ricerca di balene da ammirare, oppure è un gesto di fastidio per l’ennesimo sconfinamento nei loro territori?
Dite la vostra!
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Balena di fiume

Dopo giorni di tentativi un giovane esemplare di balena riesce finalmente a riguadagnare l’Oceano, grazie all’intervento di numerosi volontari e di 4 barche da pesca. Nove metri di lunghezza per circa quattro tonnellate di peso e una nidiata di ragazzini, felici di nuotare con lei nel fiume Muria, nello stato settentrionale di Para.

 

Un pinguino allo zoo

Sperduta e stremata da una nuotata lunga ben 2 mila chilometri, dalla alte terre australi della Nuova Zelanda fino all’Australia, una femmina di pinguino della razza Fiordland Crested è ora il felice ospite dello zoo di Sydney, dove ingurgida almeno 25 succolente sardine al giorno.
L’hanno chiamata Munr e tra qualche tempo dovrà fare a meno delle attenzioni particolari degli addetti ai lavori per raggiungere gli altri ospiti della struttura e vivere in comunità. Il suo soprannome è Groucho Marx e a guardarlo non ci sono dubbi sul perchè.


Una balena capricciosa

Nel New South Wales una balena finisce per spiaggiarsi, ma gli esperti cercano di capire se si tratti o meno dello stesso mammifero che nel 1994 finì con l’infilarsi in un fiume per rimanervi qualche mese.
E’ uno splendido esemplare che gli uomini del servizio dei “Parchi Nazionali e del Wildlife” cercano ora di restituire al mare.

E le balene muoiono spiaggiate

Nel nord della Nuova Zelanda ancora un episodio di morte collettiva di un gruppo di balene pilota.

In quaranta sono riuscite a riprendere il mare ma trentasette balene sono morte spiaggiate sull’arenile di Whangarei. E’ il primo spiaggiamento di massa della stagione in un Paese che ogni anno, nel periodo estivo, registra un gran numero di episodi.

Pinna in brodetto, squali che ghiottoneria

La caccia allo squalo per selezionarne la pinna e poi rigettarlo in acqua, lasciandolo morire, è una pratica sempre più diffusa in Oriente, soprattutto in Cina. Ogni anno decine e decine di migliaia di esemplari vengono brutalmente amputati per alimentare le tavole dei buongustai asiatici, ma il rischio è l’estinzione delle specie più rare. Gli animalisti hanno lanciato l’allarme e per la prima volta un grido si è levato anche dalla Cina, grazie alla presa di posizione di alcuni cinesi espatriati negli Stati Uniti.

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Ciao Willy, balena del Tamigi

E’ morta la balena che si era persa nel Tamigi. L’animale non e’ sopravvissuto alle ferite ed allo stress riportato nella sua disavventura. Si e’ spenta a bordo della chiatta che cercava di restituirla al mare, probabilmente stroncata da un infarto. Niente hanno potuto i soccorsi, l’affetto della gente, la mobilitazione generale. Willy e’ morta sabato sera.

Il grande animale ha smesso di vivere dopo un attacco di convulsioni, ma che la situazione fosse disperata, era chiaro a tutti. Willy appariva infatti spento, dava solo pochi e deboli colpi di coda di tanto in tanto, conseguenza di quella profonda ferita che le faceva sanguinare la testa, il probabile frutto di un colpo dovuto alla perdita di orientamento e al suo incredibile approdo nel cuore di Londra. In mattinata si e’ tentato il tutto per tutto caricandola su di una chiatta per riportarla in mare. Un tentativo disperato per strapparla alla sua lenta agonia e restituirla al suo ambiente naturale, con la speranza che potesse ridonarle la vita. Una nave attendeva Willy alla foce del Tamigi per portarla in
mare aperto, ma a metà pomeriggio tutte le speranze andavano rapidamente scemando, perche’ per la balena non c’era piu’ niente da fare. E così, in serata, è morta mentre era ancora sulla chiatta. ” Sono triste ma non sorpreso – ha commentato il sindaco di Londra Ken Livingstone: non eravamo ottimisti, sapevamo, ma speravamo di poterla portare in mare aperto”. “E’ molto doloroso – ha aggiunto con un sospiro -. Sarebbe bello che nella tua città le balene potessero entrare e uscire liberamente”.

Continua la campagna di Greenpeace in difesa delle balene

Si inasprisce il confronto tra i “guerrieri dell’arcobaleno” e le baleniere giapponesi, da settimane impegnati in una difficile battaglia navale.

Questa volta è finito in acqua un attivista, letteralmente sbalzato dal gommone dell’associazione ambientalista che si era messo davanti alla prua della baleniera, per liberare dall’arpione la balena colpita.
E’ stata una vera e propria azione di combattimento, un gesto al limite, che poteva anche finire peggio.
Da settimane oramai i guerrieri dell’arcobaleno contrastano la campagna di caccia alle balene condotta dai giapponesi nei mari antartici, a sud dell’Australia. Sul posto ci sono ben due navi a contrastare la flotta giapponese in un confronto che promette di durare ancora molte settimane, <<sino a quando avremo carburante a sufficienza>>, promette Greenpeace.

Qualche settimana fa il contatto c’era stato proprio tra le navi: tra una baleniera e lo scafo ammiraglio degli ambientalisti, che non aveva esitato a puntare la baleniera pur di metterela in difficoltà mentre recuperava a bordo una balena catturata. Una campagna che i giapponesi giustificano con ragioni scentifiche, ma che secondo gli ambientalisti finisce semplicemente sui tavoli dei ristoranti di Tokyo. Certo è che il livello dello scontro sale ogni giorno di più, al punto che il governo australiano ha espresso preoccupazioni in tal senso, criticando chi mette di fatto in pericolo la propria vita.