Una giornata deludente per Luna Rossa, impegnata nella sfida ai detentori neozelandesi dell’America’s Cup. La barca italiana perde malgrado una condotta di gara eccezionale.
Ma sul 6 a 3, con i neozelandesi a un solo punto dalla Coppa, l’equipaggio di Luna Rossa non intende mollare e promette battaglia. Le interviste al timoniere Francesco Bruni, all’allenatore Vasco Vascotto e al Team Director Max Sirena, messe insieme da Enzo Cappucci.
America’s Cup, gara testa a testa ma la spunta New Zealand: domani la gara dieci
America’s Cup, il vento annulla il possibile match point per Team New Zealand, che nella prima regata di giornata batte ancora Luna Rossa, portandosi sul 6 a 3: a un passo dal riconquistare la Coppa America. Ma la seconda regata è annullata per poco vento ed è rinviata a domani. Il servizio è di Enzo Cappucci
Prima ancora di raccontare la regata, vale la pena di dire che queste nuove barche della Coppa America, che volano sull’acqua, come mai accaduto prima, con un solo nodo di vento sono capaci di moltiplicare per 4 la loro velocità.
Un nodo di vento in più, insomma, vale 4 nodi di velocità in più.
Ed è qui che i neozelandesi hanno costruito la loro sesta vittoria, afferrando quel refolo di vento in più rispetto a Luna Rossa che li ha portati prima a rimontare uno svantaggio e poi a mettere nuovamente dietro l’imbarcazione italiana del Prada Pirelli Team, infliggendo 30 secondi di distacco sulla linea d’arrivo.
Forse Luna Rossa in un momento topico della regata poteva scegliere di coprire l’avversario, invece di tirar dritto, ma sono considerazioni d’accademia perché la barca e l’equipaggio italiano hanno disputato una regata magnifica, aggredendo l’avversario sin dalla partenza e senza mai lasciargli il tempo di rifiatare.
Esemplare questo passaggio al cancello 2 del percorso, quando Luna Rossa Prada Pirelli, in diritto di rotta, porta i neozelandesi fuori dalla linea ideale per andare in boa, guadagnando decine e decine di metri.
E a bordo della barca kiwi, al timone, c’è un fior di campione, giovane, ma non un pivello qualsiasi, con al collo decine di medaglie.
La regia televisiva neozelandese ci ha poi fatto vedere graficamente cosa accade con la scia delle barche, con quello che viene definito vento sporco, i rifiuti dai quali le barche fuggono, perché non fanno andare la barca come deve.
Ora si può anche dire che i neozelandesi in questi ultimi due giorni hanno dalla loro anche la fortuna, perché colgono tutti i salti di vento favorevoli, ma è vero pure che per regatare e cercare di finire in bellezza hanno scelto il campo di regata più vicino alla città, non solo per i festeggiamenti che avrebbero voluto, ma anche e soprattutto perché è il campo più insidioso di tutti, quello con il vento più irregolare e che meglio conoscono più di ogni altro.
Mettere insomma Luna Rossa in maggiore difficoltà.
Ma almeno per le feste è tutto rimandato.
A domani, quanto meno, ma chissà… speriamo anche a più avanti, perchè se è vero che New Zealand è più veloce della barca italiana, oramai è evidente, è anche vero che Luna Rossa Prada Pirelli riesce a metterla dietro e questo vuol dire che sono bravi e che la loro pelle è molto cara.
Luna Rossa, la notte della verità
Sotto per cinque regate a tre, Luna Rossa torna in acqua più agguerrita che mai: “Sappiamo che possiamo batterli”, dice il suo Team Director, Max Sirena.
Il servizio è di Enzo Cappucci
America’s Cup, Luna Rossa perde due regate e va sotto di 5 a 3

Coppa America, 8a regata (Chris Cameron/Photosport via AP)
Cinque a tre. Ma il punteggio non è così spietato come potrebbe sembrare perché le emozioni sono cresciute con l’avvicinarsi del momento della verità e la notte trascorsa ne ha regalate in abbondanza, con molti colpi di scena. Non c’è nulla di scontato, perché queste barche possono essere piuma e volare sull’acqua, ma anche piombo e piantarsi nell’acqua, come è successo nella seconda regata di giornata, prima a New Zealand e poi anche a Luna Rossa, scese dai foil con il calare del vento.
Un vantaggio abissale della barca italiana, si è trasformato presto in un ritardo divenuto purtroppo incolmabile, perché mentre Luna Rossa cercava di rialzarsi, Team New Zealand lo aveva già fatto e tagliava il traguardo con 3 minuti e 55 secondi di vantaggio. Un abisso. Giunta dopo i fuochi di artificio, dicono i regatanti con cinismo. Si dice anche che in Coppa America la sfortuna non esista, perché tutto è studiato e messo a punto nei minimi dettagli ma il vento odierno, mai sopra i 9 nodi e poi sceso via via, ha recitato un ruolo da padrone, decidendo il da farsi e riducendo la prova a un terno al lotto. Scendere dai foil è la criticità di queste barche e occorrerà dunque fare i conti anche con questo, non solo con la velocità e le partenze. Luna Rossa le aveva vinte entrambe, tanto nella prima che nella seconda regata. Ma se nella prima ha dovuto cedere il passo a una barca decisamente più veloce, capace di puntare alla boa con un nodo e mezzo di velocità in più rispetto a Luna Rossa Prada Pirelli, il primo sorpasso in corsa di tutte queste regate, nella seconda è stato come combattere con i mulini a vento.
Nulla è scontato insomma per domani mattina, due nuove regate con il coltello tra i denti, sapendo che tutto può accadere, vento incluso e vento permettendo.
Luna Rossa, notte di verità
Sul punteggio di 3 a 3 ad Auckland si torna in acqua questa notte ( diretta Rai 2 dalle 4h00) con altre due regate tra lo sfidante Luna Rossa Prada Pirelli Team e il dtentore della Coppa America, il defender Emirates Team New Zealand.
Una giornata fondamentale che potrebbe vedere l’allungo decisivo.
Il servizio è di Enzo Cappucci
America’s Cup, colpo su colpo tra Luna Rossa e New Zealand
3 a 3. Ancora una giornata in parità nella sfida di Coppa America tra lo sfidante Luna Rossa Prada Pirelli Team e il difensore Emirates Team New Zealand. Il Team italiano si aggiudica la prima delle due regate in programma, Emirates Team New Zealand la seconda. Il servizio è di Enzo Cappucci
Determinante la partenza, in entrambe le regate. Nella prima e vittoriosa di Luna Rossa i neozelandesi rimangono quasi fermi sulla linea, incapaci di spiccare il volo, piantati sulla pancia. Luna Rossa non si fa pregare e vola via, guadagnando acqua su acqua, secondi preziosi. 32 quelli di vantaggio massimo realizzati dall’imbarcazione italiana, che infine taglia la linea del traguardo con un vantaggio importante, 18 secondi, ma non abissale come la partenza avrebbe potuto lasciar supporre. Segno che i neozelandesi sanno essere molto veloci. Vento tra gli otto e i nove nodi di intensità anche nella seconda regata di giornata, la cui partenza sembra essere la copia della precedente, ma a ruoli invertiti. New Zealand è sulla destra dell’ingresso che accelera veloce sui foil, Luna Rossa è in ottima posizione, ma non riesce a decollare, resta anche lei sulla pancia come i neozelandesi nella precedente partenza. E’ la prima volta che l’imbarcazione italiana non riesce a prendere il volo e, in questo senso, sembra aver pagato l’esperienza del timoniere neozelandese Burling che velisticamente nasce proprio sulle barche con i foil e che è sembrato aver fatto subito tesoro della brutta partenza precedente. Poi non c’è più storia, Team New Zealand accelera e per Luna Rossa è impossibile recuperare, con un ritardo che supera sempre il minuto, per diventare in conclusione di 1 minuto e 22 secondi. Tra questa notte e domani mattina ancora due regate, ma soprattutto ancora due partenze, perché oramai è evidente che la chiave di tutto è lì: sul filo di lana.
Vasco Vascotto, dalle sconfitte si impara
L’analisi della giornata di regate di Luna Rossa da parte di Vasco Vascotto, uno degli uomini chiave del Team Prada Pirelli. Sentiamo.
Luna Rossa, buona la prima, meno la seconda. Due regate pari dopo la seconda giornata
Due a due. Con una vittoria a testa nella seconda giornata di regate, il duello di Coppa America tra lo sfidante Luna Rossa Prada Pirelli e il detentore Emirates Team New Zealand è ancora in parità. Stanotte, a Auckland, ancora due regate.
Il servizio è di Enzo Cappucci
Luna Rossa Prada Pirelli, buona la seconda. Anzi, ottima
Uno a uno nella prima giornata di regate della 36 esima America’s Cup in corso a Auckland in Nuova Zelanda. Il detentore Team New Zealand vince la prima regata, ma lo sfidante italiano Luna Rossa Prada Pirelli vince la seconda.
Il servizio è di Enzo Cappucci
Luna Rossa va, la bella notizia è proprio questa. Ha perso la prima regata, è vero, ma di poco, si potrebbe dire con una battuta, anche se il distacco finale, 31 secondi, circa 500 metri dai neozelandesi, direbbe il contrario. E’ accaduto tutto in partenza e subito dopo, quando Luna Rossa Prada Pirelli, presa la sinistra è costretta a poggiare, a rallentare, perchè in anticipo sulla linea, pareggiando così lo sprint con Emirates Team New Zealand. Dopo però va a cercare di liberarsi dei neozelandesi, che non mollano, tenta una penalità che non viene concessa, e perde così lo slancio del volo, insieme con la velocità e un bel po’ di metri d’acqua. Una volta in assetto lo scafo Prada Pirelli ha però mantenuto il passo dei neozelandesi, che tuttavia sono apparsi leggermente più veloci.
Non buona la prima, ma ottima la seconda regata, vinta già in partenza da Luna Rossa, con i Kiwi indietro e costretti a virare per recuperare e a scendere così dai foil, quindi a fermarsi sulla pancia. Poi è stato un bellissimo duello di virate, con Luna Rossa sempre in controllo fino a raggiungere un vantaggio di 25 secondi su Emirates Team New Zealand, sceso poi a 12 nell’ultimo cancello e infine a soli 7 secondi sul traguardo. Una rimonta che un po’ impensierisce, ma che non incide più di tanto sulla prestazione di Luna Rossa, che ha dimostrato di potersela giocare fino in fondo, soprattutto una volta utilizzata una vela di prua più piccola, come quella dei neozelandesi. Nonostante le macroscopiche differenze concettuali del progetto- basti guardare le diversità della coperta, con i kiwi letteralmente incassati nelle loro posizioni- le barche hanno dimostrato di essere molto vicine, tanto almeno da non consentire un sfacciato recupero in caso di errore. Ma soprattutto con vento pari o superiore ai 15 nodi di intensità, Luna Rossa ha dimostrato di aver aumentato il suo potenziale: non solo abile con i venti leggeri, che sono in arrivo nei prossimi giorni. Oggi si riposa. Ma, intanto, 1 a 1
Le dichiarazioni di Pietro Sibello, randista e tattico di Luna Rossa
Luna Rossa Prada Pirelli va all’assalto della Coppa America
Nel golfo di Hauraki, a Auckland, in Nuova Zelanda, l’imbarcazione italiana cercherà di portare in Italia il Trofeo più antico dello sport, detenuto da Emirates Team New Zealand. Due regate questa notte alle 4h00 ora italiana, in diretta su Rai 2, e poi a seguire nei prossimi giorni. Chi per primo ne conquista sette è il vincitore della 36 esima edizione dell’America’s Cup.
Il servizio è di Enzo Cappucci
I neozelandesi sono forti, perché hanno avuto dalla loro molto tempo a disposizione per lavorare alla barca e migliorarla, senza impegni nelle regate di qualificazione.
Sono forti perché sono i detentori della Coppa, ovviamente, e perché come da tradizione australe, in un paese dove il possesso di una vela viene ben prima di quello di un’automobile, sfornano talenti in continuazione.
Ma anche Luna Rossa è forte, perchè ha un’esperienza ormai ventennale nella Coppa, perché non ha lasciato nulla al caso, perché attraverso le regate di qualificazione e con la vittoria nella Prada Cup ha limato ogni possibile eccesso e difetto, perchè è riuscita a inventare facendosi copiare, come il doppio timoniere, e infine, ma non ultimo, perché ha a bordo campioni semplici e disinvolti, legati da un forte spirito di squadra.
Non c’è secondo classificato, com’è noto, se è vera la celebre risposta ricevuta nel 1851 dalla regina Vittoria che ammirando la regata di Cowes si informava come fossero andate le barche della flotta reale britannica, messe in fila da una sola barca americana, la Goletta America.
Che come ulteriore smacco cambiò anche il nome alla grande brocca d’argento, fino ad allora chiamata delle Cento Ghinee.
Un dominio ultrasecolare quello americano, durato fino al 1983, quando gli australiani di Australia II la conquistarono, portandola per la prima volta fuori dagli Stati Uniti.
In questi anni le barche sono radicalmente cambiate, fino alle odierne che volano letteralmente sull’acqua, una tecnica nata con le classi olimpiche, i cui migliori interpreti, come il timoniere di Team New Zealand, Peter Burling, poco meno che trentenne, nascono velisticamente proprio sui foil.
Hanno insomma una grande sensibilità di volo.
Dall’altra, su Luna Rossa, i due timonieri Francesco Bruni e James Spithill non nascono sui foil ma possiedono una profonda esperienza a tutto tondo, con una moltitudine di barche timonate.
Ma i foil li conosce, e bene, anche il randista e tattico di Luna Rossa, Pietro Sibello.
Un pronostico non è possibile, ma si capirà subito dalle prime battute come stanno le cose.
Certo è che Luna Rossa Prada Pirelli non ha nulla da perdere, anzi: tutto da guadagnare.
E che il suo Patron, Patrizio Bertelli, al suo sesto assalto alla Coppa, di certo non vuole passare per il miglior perdente di sempre.