Ciao Paolo, amico e collega

Si è improvvisamente spento a Roma Paolo Venanzangeli, il nostro Paolone, stroncato da una polmonite all’età di 56 anni. Una figura immancabile sui campi di regata, che fosse la Coppa America o una semplice regata di zona, Paolo era l’instancabile testimone, sempre presente, innamorato del suo lavoro di giornalista, inviato della rivista Nautica e capo ufficio stampa della Federazione vela.
Ci mancherai tanto, Paolo. Che il vento sia lieve, una brezza gentile.

Si sono svolti lunedì i funerali di Paolo Venanzangeli, giornalista e personaggio del mondo della vela, mancato nella notte del 31 marzo. Una cerimonia semplice nella parrocchia di Santa Maria Mater Dei nel Don Orione a pochi passi dalla casa
sulla Balduina dove viveva da sempre. A dare l’ultimo saluto a Paolone c’erano centinaia di persone, parenti, amici, colleghi e semplici velisti. In prima fila la sua compagna Bianca e il piccolo Marco di appena 6 anni, incredibilmente sereno e in grado di trasmettere a tutti un segnale di gioia pure in un giorno di lutto. Tra fiori e applausi tutti si sono stretti nei ricordi personali e collettivi del grande
e indimenticabile Paolone, con la voglia sentire ancora tra noi la sua presenza straripante e inconfondibile.

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Coppa America, al calar delle braghe

Domenica 1 aprile, a Valencia, gli undici Challenger e il Defender Alinghi sveleranno il disegno delle chiglie dei loro yacht di Coppa America e non potranno più contare sulla segretezza garantita fino ad allora dalle “gonne” che proteggono gli scafi, un telo che in Coppa America è comunemente chiamato “mutanda”.
Questa tradizione iniziò durante l’edizione del 1983 a Newport USA, quando Australia II celò per prima le sue linee d’acqua, prima di svelarfe, infine, a Trofeo conquistato. La cerimonia di “unveiling” avrà inizio alle 9.30 con il segnale di “divieto di gonna”. La barca o le barche dei team saranno totalmente visibili per i giornalisti e per i membri degli altri team che potranno osservarle nei piazzali delle rispettive basi. Dalle 11.30 alle 14.00 i piazzali saranno aperti anche al pubblico.

Anche le navi inquinano. E nemmeno poco

Il riscaldamento del pianeta passa anche per il trasporto marittimo, che un recente studio del
Consiglio Internazionale per i Trasporti Puliti
(ICCT), pone proprio sul banco degli imputati, colpevole addirittura di inquinare più di tutti i tir e gli autobus di questo mondo messi insieme, comprese le automobili.

C’è di che far rizzare i capelli. Si pensava che il trasporto via mare, per esempio le autostrade del mare (vedi servizio) avrebbero contribuito a risolvere
almeno in parte, tra gli altri, il problema dell’inquinamento da diosssido di piombo e invece qui si rischia di cadere dalla celebre padella alla classica brace. Ma la soluzione esiste. L’istituto californiano indica infatti anche le soluzioni per il
problema, in modo da poter incrementare il traffico navale senza incidere sull’inquinamento atmosferico, ma anzi fornendo la soluzione per ridurre quello
automobilistico, perchè i sistemi per liitare le emissioni delle navi esistono già, solo che non sono mai state applicate. E neppure sono mai state fatte applicare… L‘ICCT chiede quindi all’Organizzazione Marittima Internazionale (OMI) di rinforzare le norme anti emissione per le navi che navigano nelle acque
del globo.

“L’inquinamento dei camion, degli autobus e delle automobili diesel è regolarmente diminuit in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti”, spiega Alan
Lloyd, Presidente dell’ ICCT ed ex responsabile dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente della California, “mentre per le navi non è mai stato fatto
nulla”.
Secondo lo studio, l’Organizzazione Marittima Internazionale non ha mai approfittato delle nuove tecnologie anti inquinamento e neppure dei nuovi e più puliti carburanti disponibili, limitandosi ad adottare nell’ormai lontano 1997 delle misure restrittive entrate in vigore soltanto nel 2005… quando il
progresso tecnologico le aveva rese già obsolete. Adesso l’occasione che si presenta ai navigantiè quella del prossimo aprile quando l’organismo mondiale si riunirà per parlare anche di inquinamento. Almeno, si spera.

Sono fuori dall’Horn

Velux 5 Océans, la regata in solitario intorno al mondo

Lo svizzero Bernard Stamm, già vincitore della passata edizione, a bordo di Cheminées Poujoulat è sempre più il leader incontrastato del giro del mondo in solitario, ed è oramai lanciato verso la vittoria della seconda tappa, l’arrivo di Norfolk, in Virginia, negli Stati Uniti, dal quale lo separano 1600 miglia.

Il suo più immediato inseguitore è il giapponese Kojiro Shiraisi, al timone di Spirit of Yukoh, che ha un distacco abissale, pari a 2776 miglia. Terzo il basco, Unai Basurko, su Pakea, che è ancora più distante dallo svizzero, 3800 miglia.

Gara sfortunata per il neozelandese Graham Dalton (Southern man-AGD), costretto a riparare alle isole Falklands a causa di avarie, ed anche per il veterano della regata, il Baronetto britannico Robin Knox-Johnston, anche lui costretto a fare tappa ad Ushuaia, in Argentina, a causa di una rottura alla sua Saga Insurance. Robin Knox-Johnston, 67 anni, nel 1969 fu il primo uomo al mondo a circumnavigare il globo in solitario.

La legge Sensini

La velista toscana si impone anche nelle regate di Auckland, inanellando così un altro successo nella nuova tavola olimpica che debutterà a Pechino nel 2008.
Ottima seconda la speranza Laura Linares. Una dedica per Dalia Saiani, la giovane atleta di windsurf uccisa alle Isole di Capo Verde.

Concluse le regate preolimpiche di Sail Auckland in Nuova Zelanda. La scuola italiana del windsurf si conferma tra le migliori del mondo, la veterana Alessandra Sensini conquista una vittoria netta, seguita dalla giovanissima speranza Laura Linares, già in grado di battere la favorita kiwi Barbara Kendall.
Sul successo azzurro il velo di tristezza per la tragedia di Dalia Saiani, surfista e amica di molti degli atleti italiani. Il team ha deciso di osservare un minuto di silenzio e di dedicare le vittorie a Dalia.

La Sensini ha vinto nettamente con piazzamenti autoritari (4,1,3,1,1,1,7,2,1,5,1) prima della Medal Race finale, chiusa al 2° posto. Alle spalle della campionessa grossetana è emersa la 16enne marsalese Laura Linares, a suo agio con il vento leggero dell’Hauraki Gulf (3,2,5,2,4,3,6,13,2,3,4), e capace di superare la maestra proprio nella Medal Race di finale. Terzo posto per la neozelandese Barbara Kendall, quarto per l’israeliana Mayaan Davidovich e quinto per l’altra giovane azzurra Flavia Tartaglini (5,3,7,5,6,6,5,6,4,1,2,6).

In campo maschile vittoria del francese Julien Bontemps davanti all’ucraino Maxim Oberemko. Quarto posto e podio sfiorato per Riccardo Belli Dell’Isca (1,5,4,3,7,5,3,9,4,5,4,4), buon secondo nella finale Medal Race; e quinto posto per il giovanissimo Armando Udine (2,6,5,6,5,7,5,5,dsq,4,8,8).

Le note del tecnico federale Paolo Ghione sulla regata: “La Sail Auckland è terminata dopo 11 prove con la Medal Race (MR) che si è svolta con condizioni di vento oscillante di 20-30° con un intensità variabile tra i 6 e i 10 nodi. Nel settore femminile Alessandra si è dimostrata ancora una volta molto
competitiva, determinata anche in condizioni di vento molto leggero, lasciando poco spazio alle avversarie per la classifica finale. Buoni segnali anche da Linares che ha vinto la MR riuscendo a tenere a bada una Barbara Kendall che lottava con lei per il 2° posto in classifica generale. Buone anche le
prestazioni della Tartaglini. Nel settore maschile Belli è arrivato 2° nella MR
dando anche lui segnali di buona progressione tecnica (4° in generale). Buone con vento leggero anche le prestazioni di Udine che ha chiuso al 5° posto.
Consapevoli che si tratta di risultati solo parziali e ottenuti in una regata considerata dal team come allenamento, riprendiamo la preparazione con gli atri team qui presenti: Australiam Francia, Ukraina, Korea, Nuova Zelanda e altri”.

Onorato, timone d’oro

Vincenzo Onorato, ha ricevuto il Timone d’oro, premio “ Il Velista dell’Anno”. L’ oscar della vela italiana è giunto quest’anno alla sua XVI edizione ed è stato assegnato ad Onorato per i risultati ottenuti quale timoniere del Farr 40 Capitalia Team.

Il premio è stato assegnato da un’autorevole giuria composta, tra l’altro, dal segretario generale del CONI Raffaele Pagnozzi, dal Presidente della Federazione Italiana Vela Sergio Gaibisso, dal Direttore di AUDI in Autogerma Antonio Cerlenizza e da Andrea Brambilla, Direttore de Il Giornale della Vela.

La manifestazione, ideata dalla Acciari Consulting e promossa da Il Giornale della Vela, premia da oltre 3 lustri il velista (con il Timone d’oro), il progettista e l’imbarcazione italiani che hanno ottenuto i migliori risultati a livello internazionale.

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Varata Ita 99, Mascalzone Latino

Mancano poco più di due mesi alla Coppa America, la prima volta della sfida in Mediterraneo. Almeno per quanto riguarda gli scafi i giochi sono oramai fatti

In un’atmosfera festosa e familiare è andata in acqua questa mattina alle 12.40 a Valencia Mascalzone Latino Ita 99, la nuova barca del team guidato da Vincenzo Onorato. Un varo strettamente tecnico al quale hanno assistito i soli protagonisti della sfida. Madrina dell’evento Lara Ciribì Onorato, moglie dell’armatore. “Ho voluto riservare questa giornata a quanti, con il loro lavoro e la loro dedizione, hanno contribuito alla realizzazione della nostra seconda barca – ha sottolineato Onorato – e quindi nessuna festa particolare e nessun invitato, un bicchiere di champagne e subito al lavoro senza perdere tempo. Ita 99 rappresenta infatti, per il Mascalzone Latino-Capitalia Team, il risultato di due anni di impegno tecnico ed umano.”

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Windsurf, è cosa nostra

Alessandra Sensini vittoriosa al campionato neozelandese di Auckland. Battuta in casa la storica rivale-amica Barbara Kendall

 Continua a vincere Alessandra Sensini, nell’emisfero australe per una serie di regate di preparazione alla stagione. La fuoriclasse del windsurf azzurro ha conquistato ad Auckland con un giorno di anticipo il campionato neozelandese, svoltosi al Takapuna Boating Club, grazie a cinque primi e due secondi posti di manche, seguiti al 9° e 4° delle prime due prove. Si tratta di un successo significativo in quanto la surfista toscana ha superato la storica rivale e amica Barbara Kendall, che con tre medaglie olimpiche conquistate è un’altra icona mondiale della specialità. Terzo posto per un’altra avversaria di rango, l’ucraina Olga Maslivets, e quarto per l’australiana Allison Shreeve.

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