L’incredibile naufragio dell’imbarcazione in gara nella Volvo Ocean race, il giro del mondo in equipaggio.
Diciamolo subito: è accaduto anche ai più grandi; anzi, ai grandissimi come Bernard Moitessier, padre putativo di tutti i navigatori oceanici di oggi.
Ma i naufragi di Bernard hanno plausibili e solidissime giustificazioni, primo perchè il solitario francese dopo aver perduto il Marie Therese, navigava il suo riscatto con una barca fatta di colla e di carta… e poi, perché quando accadde infine con il celebre Joshua, il naufragio avvenne in Messico, dove- ironia della sorte- Bernard e il suo ketch rosso furono colpiti da un tifone mentre si trovavano all’ancora davanti a una spiaggia, ben dopo aver compiuto le loro imprese sugli oceani e concluso il loro incredibile giro del mondo e mezzo in solitario e senza scalo.
Questo del Vestas Team, però, una delle imbarcazioni in gara nella Volvo Ocean Race, ha davvero dell’inverosimile, perchè salire dritti dritti su di un reef lungo 25 miglia, segnato su ogni cata nautica da almeno un paio di secoli, ha davvero poco di onorevole.
Può magari capitare al velista della domenica, che siamo un po’ tutti noi, ma non a un equipaggio di gente rotta a ogni cosa, con a disposizione ogni possibile diavoleria tecnologica, strumenti, gps, radar, carte digitali e allarmi di ogni tipo, impegnato in una delle più difficili e massacranti regate al mondo, in cui l’esperienza e la capacità, la sensibilità di capire le situazioni, sono la base di tutto.
La fortuna ha voluto che non ci siano state vittime e che il malcapitato team sia semplicemente potuto scendere dalla barca piantata sugli scogli, il che sdrammatizza, e di molto, l’accaduto, rischiando di annoverarlo persino tra le cose non serie.
Il video girato da bordo della barca nel momento dell’impatto, ha un che di drammatico e di surreale insieme, perchè a parte il suono sinistro dello scafo che sale sulla roccia, vedere un uomo dell’equipaggio girare il timone da una parte all’altra, senza ancora aver capito cosa sia davvero accaduto è assolutamente paradossale. “It is a rock!”, è uno scoglio, si sente infine urlare.
Nessuno è maestro, anche qui le ragioni sono e possono essere tante; e giudicare dal comodo di una poltrona in salotto è difficile.
Però una morale si può trarre, ed è che l’uomo resta per fortuna tale e che per mare non ci sono eroi, nè tradizionali e nè moderni.
L’errore è sempre in agguato e restare umani è al tempo stesso la cosa più facile e difficile che ci sia. Buon vento.