Hemingway, la barca e il mare

Messa al bando dall’America, quasi per un contrappasso Cuba ama invece un figlio d’America tra i più famosi e celebrati: Ernest Hemingway, che proprio sull’isola di Castro visse uno dei periodi forse più felici e fecondi della sua vita poetica.

Per Hemingway erano gli anni delle scorribande in mare, delle battute di pesca ai grossi Marlin che abbondano nelle acque cubane, delle straordinarie bevute, degli inseguimenti azzardati ai sottomarini tedeschi: una sfida al limite per “Papa”, a bordo di quella sua bella barca in legno il “Pilar”, che a cavallo degli anni ’40 e ’50 ha segnato un periodo della sua storia, ispirandogli forse il suo romanzo piu’ bello, certamente il piu’ riconosciuto: “Il vecchio ed il mare” che gli valse il premio Nobel per la letteratura nel 1954.

Quella barca degli anni alticci ma felici di Hemigway e’ oggi un monumento nazionale per la Cuba di Fidel Castro, del nemico americano conclamato che proprio sul mito di Hemingway conta di alimentare oggi un nuovo filone turistico per dare impulso alla povera economia cubana, strangolata da un embargo cronico. E cosi’ dopo il bar dell’Havana frequentato dallo scrittore, e’ ora la volta di restaurare la barca, insieme con la “Finca Vigia”, la villa in stile coloniale abitata tra il 1939 ed il 1960. Museo della storia di Hemingway, ma a suo tempo cornice di un’esistenza folle e disperata.
Chissà… felice.

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