L’Ente Parco dell’Arcipelago della Maddalena ha presentato gli atti necessari per l’esercizio del diritto di prelazione sull’acquisto dell’isola di Budelli, che scade domani. Ma l’isola resta al centro di un rovente dibattito ideologico ambientale.
Il servizio è di Enzo Cappucci
Un’isola nella corrente, questo sembra il destino della perla dell’Arcipelago della Maddalena, passata di mano appena lo scorso dicembre, acquistata all’asta per poco meno di tre milioni di euro da un facoltoso banchiere neozelandese, al secolo Michael Harte, naturalista convinto, ben felice di poterne fare il suo personale paradiso in terra, semplicemente lasciandola “nature”, così com’è: senza insomma toccare un solo granello di sabbia.
L’isola era già proprietà privata, acquistata da una società, oggi fallita, a cui negli anni è stato impedito di costruire anche solo una casetta in legno, grazie ai ferrei vincoli che esistono sull’isolotto.
Ciononostante, gli ambientalisti ne hanno sempre invocato la proprietà allo Stato e per questo, con un emendamento alla Finanziaria presentato da Sinistra Ecologia e Libertà, approvato in Commissione Bilancio, si sono stanziati i fondi per l’acquisto che va esercitato entro mercoledì 8 gennaio.
Per questo il presidente dell’Ente Parco ha presentato le carte necessarie ad esercitare la prelazione e a nulla è valsa anche la disponibilità del neo proprietario neozelandese a cercare di creare uno stretto rapporto di collaborazione con il Parco della Maddalena – la nascita di una fondazione per tutelare e sviluppare l’isola in senso naturalistico- offrendo addirittura ulteriore denaro. Una promessa e un’offerta non raccolte, che avrebbero sollevato la comunità da una spesa che molti in Sardegna avrebbero volentieri girato in favore degli alluvionati di Olbia e provincia.