“American scap”

Oggi terza giornata di regate, sotto un cielo incerto che promette nuova pioggia.

Bisognava vederli gli americani scherzare prima di scendere in acqua su che fine avesse fatto ‘il paese del sole’. E in effetti se non fosse stato per l’immancabile presidio di precari con tanto di bandiera ‘No Tav’, presenza fissa del presepio partenopeo, non era facile oggi riconoscere Napoli. Perche’ di sole neanche un raggio nella capitale del Mediterraneo, ma vento si’, e anche tanto.

Un vento forte che non ha spaventato gli appassionati, piu’ napoletani che turisti a dire il vero, che in fila per tre si sono accalcati sul lungomare per assistere incuriositi al via delle World Series, le regate preliminari dell’America’s Cup. Diversi i posti in prima fila per assistere allo spettacolo velico, alcuni gratis, altri a pagamento. A ruba sono andati i posti sulle terrazze dei circoli con veduta sul golfo cosi’ come gremiti, nonostante il rischio pioggia, erano i punti panoramici disseminati tra via Petrarca, via Orazio e Posillipo.

Ad inviti lo spettacolo offerto dalla terrazza del consolato americano. I piu’ acculturati hanno scelto i musei e i monumenti: il belvedere di Castel dell’Ovo e quelli di Castel Sant’Elmo e della Certosa di San Martino. I tifosi non hanno esitato a spendere 50 euro per prendere posto su una delle barche autorizzate dall’organizzazione ad entrare nel campo di gara e vedere da vicino strambate e giri di boa. Mentre i piu’ coraggiosi si sono sistemati sugli scogli. Ma i piu’ appassionati si sono rivelati i precari: i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene. Discreta la loro presenza, non un coro ne’ un gesto fuori posto, quasi che fossero la’ anche loro per assistere allo spettacolo.

Monitorati da un ingente schieramento di poliziotti in tenuta antisommossa, e tenuti dietro le transenne, hanno fatto da silenziosa cornice. Ci ha pensato uno striscione disteso su uno dei palazzi del lungomare, scritto in un inglese volutamente maccheronico, a spiegare come la pensano. ‘L’American’ scapp – c’era scritto – disoccupazione e disagio restano. Come a dire che la regata passa, (l’americano scappa), ma i problemi restano. Una vetrina ghiotta anche per gli studenti antifascisti: ‘Dalla malaunita’ all’attualita’: Savoia e padani i veri ladri italiani’ il testo del loro striscione. Gli affari vanno, e’ il caso di dire, a gonfie vele e non sempre rientrano nei binari della legalita’.

La fantasia dei napoletani e’ sempre attiva ed ecco che spuntano come funghi venditori di improbabili binocoli con lenti di plastica made in Cina. Un affare, solo 8 euro, se solo si vedesse qualcosa… Ma in pochi ci cascano e allora scatta il piano B con gli stessi che appena piove tirano fuori gli impermeabili di cellophane. Vanno bene gli affari dei chioschi: lo ‘chalet rosso’ e’ il punto vendita ufficiale dei team. Gli americani di Oracle vanno li’ a mangiare: uova strapazzate, kebab e formaggio e’ l’energetica colazione del giorno di gara. “Ma a Pasqua – rivela il titolare – ho offerto loro lasagne e sfogliatelle”.

Molti punti vendita strizzano l’occhio proprio a loro, gli americani. ‘Today lunch pasta’ si legge su uno stand gastronomico, mentre in un altro il caratteristico ‘panuozzo’ di Gragnano si trasforma in un piu’ comprensibile ‘big sandwich’. Chi non trova posto sul lungomare si accontenta di vedere la regata sul maxischermo allestito nel villaggio, magari addentando una pizza: duemila quelle sfornate nel punto vendita della villa a 3 euro l’una.

Negli stand, presi da assalto dalle scolaresche, e’ caccia al gadget ma i piu’ ambiti costano: 400 euro per una giacca a vento, abbastanza da tenere alla larga i piu’. Piu’ abbordabile una t-shirt di Oracle, in vendita per 30. La pioggia scoraggia i piu’, ma non rovina la festa.

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