Coppa America, back in the Usa

Tutto si muove per l’Americas Cup che torna a casa negli Stati Uniti.

Si muove soprattutto Oracle, la straordinaria macchina da velocità che ha conquistato l’ambito Trofeo, battendo il detentore Alinghi nelle acque di Valencia (Spagna) il 14 febbraio del 2010, nel corso della 33esima edizione della Coppa. Il trimarano “monstre”, di circa 30 metri di lunghezza col suo spettacolare albero ad ala d’aereoplano, è stato imbarcato sulla nave container M.V. Star Isfjord ed ora è in rotta verso casa, verso San Francisco, che sarà la sede della prossima avventura di Coppa America. Oracle dovrebbe approdarvi il prossimo 1 marzo.
Tutto si muove, dunque, per la ripresa della competizione velica più conosciuta al mondo, la cui prossima edizione è prevista per il 2013.
Una curiosità, anzi un dato tecnico fondamentale: per ogni ora di navigazione in mare, il gigante americano ha bisogno di una manutenzione della durata di 20 ore: macchine da velocità, altro che barche a vela.

Traditi da una biondina nera in mezzo al mare

Primo giorno di navigazione per Matteo Miceli e Tullio Picciolini a bordo della Delia, il cargo cipriota di proprietà di una compagnia di navigazione polacca, che li ha salvati ieri pomeriggio mentre erano alla deriva su Biondina Nera rovesciata in pieno Oceano Atlantico.

Ora è il momento di capire cosa è successo e lo facciamo attraverso il racconto di Tullio Picciolini: “Notte del 17 gennaio: turni al timone di un’ora ciascuno per mantenere elevata l’attenzione. Due mani di terzaroli alla randa e fiocco per mantenere alto il margine di sicurezza rispetto a condizioni impegnative soprattutto per l’onda al traverso. Vento al gran lasco 22-25 nodi; Buona visibilità e parziale illuminazione da parte della luna. Durante il mio turno al timone osservo una linea di groppi che ci “insegue” da poppa e chiamo Matteo per ridurre la randa. Proprio mentre eravamo impegnati nella manovra di presa dei terzaroli il vento è aumentato imprevedibilmente con raffiche intorno ai 28-35 nodi. Il Catamarano, però, finiva per scuffiare e nel primo tentativo di riaddrizzarlo, per perdere l’albero. A quel punto abbiamo iniziato un ininterrotto lavoro di messa in sicurezza dell’imbarcazione e ripetuti tentativi di raddrizzamento del catamarano per  circa dodici ore. Lo Staff Sicurezza a terra veniva periodicamente informato della situazione e monitorava posizione e comunicazioni. Quando ci siamo resi conto che era impossibile rendere autonoma la navigazione dell’imbarcazione, alle ore 11:30 GMT del 17/01/2011, abbiamo dato il May Day”.

Lo staff di sicurezza a terra coordinava le operazioni a livello internazionale ed il centro Ricerca e Soccorso di Fort de France in Martinica, allertato dalla Guardia Costiera, diramava alle unità in transito in Atlantico il messaggio. La Moto/Nave Delia, bandiera Cipriota, riceveva la comunicazione e intercettava Biondina Nera dopo appena quattro ore. Prima dell’inizio della manovra un contatto con la radio VHF ha consentito a Matteo e Tullio di condividere con il Com.te Dariusk Sieranski i dettagli della procedura. Dopo un primo tentativo di recupero, abortito per motivi di sicurezza, al secondo passaggio la nave si faceva trovare ferma e consentiva a Matteo e  Tullio di nuotare fino alla murata di dritta della nave e scalarla per 14 metri”.

Anche Matteo annuisce dall’alta parte telefono satellitare e ci racconta di essersi caricato sulle spalle tutto quello che c’era a bordo di Biondina Nera, dopo averlo messo in alcuni sacchi che si era poi legato al collo. “Ho scalato i fianchi della nave come uno sherpa”. “Dobbiamo molto al nostro telefonino satellitare – ci dice Matteo – che non ci ha mai lasciato in ogni occasione. Ha funzionato sempre ed abbiamo ricevuto i messaggi dal router Alessandro Pezzoli e parlato con Roma ogni giorno. Ma soprattutto ci ha salvato al momento giusto permettendoci di chiamare quando le cose si sono messe al brutto e fare la prima telefonata a Valerio Brinati dopo la scuffia. Scoprire che funzionava nonostante tutto ci ha aperto il cuore alla speranza”.

Ora il pensiero è quello di tornare a casa al più presto. “Dovremmo essere il Islanda il 28 gennaio – conclude Matteo – ma speriamo di poter scendere alle Azzorre. Capiamo che il cargo non può fermarsi per noi, ma visto che passa molto vicino a Flores, l’ultima isola delle Azzorre, potremmo tentare di essere presi a bordo da una lancia che ci venga a recuperare. Il comandante e l’armatore hanno escluso uno stop a causa dei costi previsti dalle Autorità portuali fra Pilota e Approdo.”

San Francisco’s days

La Coppa America nella baia di “Frisco”

“Oggi e’ un giorno di grande festa per San Francisco, che si e’ garantita il diritto ad ospitare un evento importante come l’America’s Cup di vela, con tutti i vantaggi economici che ne conseguono”. Lo afferma il sindaco della citta’ californiana, Gavin Newsom, commentando la scelta del defender Bmw Oracle di disputare nel 2013 la fase finale della competizione velica piu’ ambita nella quarta citta’ dello
Stato della West Coast. “San Francisco e’ il posto migliore per ospitare un evento di questa statura e non potremmo essere piu’ orgogliosi di essere la citta’ che riporta l’America’s Cup a casa, negli Stati
Uniti, dopo piu’ di tre lustri”, scrive il primo cittadino in una nota.
Secondo l’ufficio stampa di Bmw Oracle, detentore del trofeo (per averlo strappato ad Alinghi nel mare di Valencia a febbraio dell’anno scorso), la Coppa America di vela e’ considerato il terzo piu’ imponente evento agonistico, quello con il piu’ importante impatto economico, dopo i Giochi olimpici e la Coppa del mondo di calcio. Si prevede infatti che la 34/a America’s Cup comportera’ un movimento di circa 1,4 miliardi di dollari
nella regione di San Francisco. “Come nativo di San Francisco sono cresciuto a pane e vela.
La sfida di Coppa America nella mia citta’ e’ un sogno che si realizza”, si compiace Paul Cayard, amministratore delegato di Artemide Svezia Racing, uno dei challenger della 34/a America’s Cup, ed ex timoniere del Moro di Venezia (finalista nel ’92). “Ospitando le regate nella baia, il mondo vedra’ la sfida come non e’ mai accaduto prima d’ora. Sono particolarmente impaziente di gareggiare a San Francisco con il mio team”, ha aggiunto Cayard. “Il mio sostegno a San Francisco, che ospitera’ la Coppa America, va oltre la possibilita’ di vedere i nostri team in competizione nelle acque di casa”, ha fatto notare dal canto suo il velista neozelandese Russell Coutts, amministratore delegato di Bmw Oracle Racing, vincitore per quattro volte del trofeo -. Siamo entusiasti di partire per la piu’ grande competizione della nostra disciplina, su uno specchio d’acqua leggendario per i marinai di tutto il mondo”.
Il calendario delle sfide di avvicinamento alla finale dell’America’s Cup verra’ pubblicato nei prossimi mesi.