Pinna in brodetto, squali che ghiottoneria

La caccia allo squalo per selezionarne la pinna e poi rigettarlo in acqua, lasciandolo morire, è una pratica sempre più diffusa in Oriente, soprattutto in Cina. Ogni anno decine e decine di migliaia di esemplari vengono brutalmente amputati per alimentare le tavole dei buongustai asiatici, ma il rischio è l’estinzione delle specie più rare. Gli animalisti hanno lanciato l’allarme e per la prima volta un grido si è levato anche dalla Cina, grazie alla presa di posizione di alcuni cinesi espatriati negli Stati Uniti.

Secondo gli esperti in un solo decennio la pratica può decimare anche il 90 per cento dell’intera fauna mondiale, per ristabilire la quale occorrono poi cento anni di bando della caccia. Inoltre, un terzo delle 556 diverse specie di squalo è direttamente a rischio di scomparsa. Quanto basta per lanciare l’allarme che purtroppo si sposa perfettamente con quello lanciato dalla rivista Science solo pochi gorni, e che preconizza la fine della fauna marina entro il 2050.
Chi può batta un colpo.

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