Questa sì che è un’arma di distruzione di massa, altro che chiacchiere!

Il presidente dell’Accademia britannica delle Scienze (Royal Society), Lord May, e’ del parere che le conseguenze dell’effetto serra possano essere paragonate a quelle di “armi di distruzione di massa”. Lord May sottolinea che “gli impatti del riscaldamento planetario sono numerosi e gravi”, citando tra questi l’aumento del livello dei mari, la modifica del regime delle acque e l’ “accresciuta frequenza di eventi estremi, inondazioni, siccita’ e uragani”.”Questi ultimi, spiega, hanno conseguenze sempre piu’ gravi, al punto da poter essere paragonate a quelle delle armi di distruzione di massa”. I danni causati dall’uragano Katrina l’estate scorsa rappresentano l’ “1,7% del pil” degli Stati Uniti per il 2005 ed e’ “concepibile che la parte americana del Golfo del Messico diventi effettivamente inabitabile entro la fine del secolo”, aggiunge Lord May.

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Clima, le minaccie concrete. Già sommerso un piccolo atollo nel Pacifico

L’obiettivo principale della Conferenza di Montreal è il superamento del Protocollo di Kyoto per stabilire limiti concreti all’inquinamento ed alle sue conseguenze.

Entro i prossimi 150 anni, un tempo lampo per la Terra, la calotta polare potrebbe letteralmente sparire, siogliersi come ghiaccio al sole sotto l’effetto del riscaldamento climatico. Sono le previsioni dell’elaboratore del Lawrence Livermore National Laboratory che ha calcolato gli scenari oltre il 2100 e fino al 2300, il tutto calcolato in assenza di misure di mitigazione. Entro 300 anni, insomma la temperatura media potrebbe aumentare fino a 8 gradi con un aumento effettivo di ben 20 gradi nelle aree polari, la conseguente distruzione delle calotte e l’innalzamento del livello dei mari di circa 7 metri: una misura d’acqua che sommergerebbe intere città costiere. E che non sia una profezia allarmistica, diffusa magari dagli ambientalisti tanto per fare rumore, lo dice una notizia di questi giorni, maledettamente vera: lo sgombero forzato di alcuni isolotti della Papua Nuova Guinea, minacciati dalle acque.

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Punta dritto su Montreal l’ultimo degli uragani. Epsilon il convitato di pietra

In Canada, alla Conferenza sui mutamenti climatici aperta a Montreal, si discute di mutamenti climatici e di inquinamento atmosferico. Incalzati da un effetto serra ritenuto la principale causa di una stagione degli uragani senza precedenti, i rappresentanti di 189 paesi intendono andare oltre il protocollo di Kyoto, un accordo disatteso soprattuto dagli Stati Uniti, primo paese inquinatore al mondo.
A Montreal gli ambientalisti sfidano un clima polare per scendere in piazza e chiedere provvedimenti contro l’effetto serra, ritenuto responsabile del riscaldamernto della Terra e quindi delle catastrofi ambientali che hanno segnato il 2005. Gli ambientalisti hanno consegnato all’ambasciata americana una petizione con 600 mila firme che invita Washington ad impegnarsi concretamente contro i mutamenti climatici.
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