Ambiente, il ruolo dei campioni

Ambrogio Beccaria, stella nascente della vela oceanica, è testimonial della campagna contro l’uso smodato della plastica.
Ogni nucleo familiare ne produce quantità sproporzionate: oggi si imballa nella plastica qualunque genere. Persino le banane vengono vendute al banco, confezionate in due involucri di plastica: piattino e velo avvolgente.
E’ un atteggiamento non più sostenibile, perché molte di queste plastiche non vengono riciclate, ma gettate nell’ambiente per finire in primo luogo in mare.
Per questo campioni di vela come Ambrogio Beccaria, milanese, velista solitario ( ma non solo) prendono posizione per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Sentiamolo nell’intervista di Enzo Cappucci

Barcolana, nella bora vince Arca

Il Maxi Yacht ARCA SGR vince una turbolenta edizione della regata più affollata del mondo, giunta quest’anno alla sua 53 esima edizione, con oltre 1600 imbarcazioni al via.
Uno scafo affondato (in salvo l’equipaggio) danni di ogni tipo alle imbarcazioni, con una bora che ha soffiato a oltre 40 nodi.
Due gli scafi che hanno disalberato e tra questi il Maxi Anywave Safilens, sul quale era imbarcata anche Rainews 24, che ha trasmesso in diretta l’evento, proprio da bordo dell’imbarcazione di Alberto Leghissa.

 Rainews in regata con Anywave Safilens

Barcolana, pronti via!

Barcolana, in mare tutto è pronto
Rainews 24 pronta a bordo di Anywave, insieme con Alberto Leghissa e Mauro Pelaschier

La Barcolana vista dal Moro di Venezia
Dudi Coletti, lo skipper del Moro di Venezia, protagonista della Coppa America del 1992 a San Diego, ci racconta la sua Barcolana

Hakuna Matata, spirito popolare e calamarata al sugo
La Barcolana è soprattutto partecipazione popolare, non solo equipaggi di professionisti

A Piediluco per riveder le stelle

Con il 10 agosto scorso è ufficialmente nata la regata di San Lorenzo nel delizioso lago di Piediluco, nel ternano.
Una riunione di appassionati velisti, animata dall’irriducibile Fausto Proietti, esperto velista di lungo corso, che insieme agli altri ha trovato nelle acque del lago di Piediluco la cornice ideale per una regata lontano dal mare.
Proprio alla vigilia della notte stellata per eccellenza, quella di San Lorenzo, con una bella passeggiata sul lago, a bordo di vere “stelle”, i Meteor che sono le barche di una piccola flottiglia stanziale nel lago, alla quale per l’occasione si sono aggiunte alcune altri piccoli scafi.
Giornata di salubre sport e serata d’incanto, finita naturalmente con una cena sociale e con il naso all’insù, a cercare le stelle.
Si bissa l’anno prossimo, dunque, in questo bellissimo angolo di mondo, che ha saputo rispettare e proteggere il suo territorio, a cominciare dal suo incantevole laghetto.

Veleggiata di San Lorenzo – Lago di Piediluco 2021 (Photo by Massimo Lesina)

La vela è d’oro

La quinta medaglia d’oro per l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo giunge dalla vela. Ruggero Tita e Caterina Banti con il loro Nacra 17, catamarano con le ali, classe con equipaggio misto, hanno raccolto un successo che alla vela azzurra mancava da almeno 21 anni.

10.000 Vele in nome delle donne

Un drappo rosso issato a riva da migliaia di barche ha idealmente unito i mari italiani domenica scorsa, da Trieste a Ventimiglia. Una manifestazione velica chiamata a testimoniare contro lo violenza sulle donne, fenomeno che sembra non avere argini, descritto purtroppo da numeri drammatici. Thalassa, di Rainews24, è stata all’Argentario, a Porto Ercole, dove l’iniziativa dell’Associazione di volontariato “10.000 Vele di solidarietà”, ha avuto il sostegno delle autorità locali, dell’Associazione Diportisti di Porto Ercole, che ha coordinato l’evento, e ha visto l’entusiasmo della più prestigiosa scuola di vela locale, la Argentario Sailing Academy.


Video e foto Roberta Flamini. Foto e Grafica Dolomiti

 

“Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise solo perché donne”.

Con poche parole, che sembrano però scolpite, la poetessa Alda Merini, scriveva un verso forse definitivo sul fenomeno del femminicidio.
Un dramma che sembra non aver fine e che solo i crudi numeri, insieme alla durezza della cronaca, possono forse risvegliare il torpore delle coscienze.
142 donne uccise nel 2018, 111 nel 2019, 91 nel 2020, con la percentuale più alta mai registrata di donne assassinate nel totale degli omicidi: il 40,6 per cento.
Mentre in questi primi sei mesi del 2021 le donne uccise sono 35: l’ultima delle quali appena pochi giorni fa, una ragazza di soli 16 anni, assassinata da un coetaneo.
Sono omicidi che si consumano soprattutto in ambito affettivo e domestico, con una percentuale allarmante che si è registrata lo scorso anno, in regime di confinamento domestico, arrivata al 90 per cento dei casi.
Nove donne su 10, insomma, sono state uccise in casa, da mariti o conviventi.
Un dramma che merita l’attenzione e la prevenzione di tutti.
Potrebbe forse sembrare sofisticato che a occuparsi di una tragedia simile ci provi un’associazione di velisti.
La vela è per molti versi uno sport elitario, non per tutti; ma è allo stesso tempo per tutti, non solo perché consente a tutti di apprezzare e vivere le bellezze del mare, ma anche perché è uno sport altamente formativo.
E’ forse l’attività sportiva che più di tutte evidenzia la parità di genere, dove più che l’identità di genere conta quello che sai dare in termini di apporto sportivo e soprattutto umano.
Non è raro, anzi; è piuttosto consueto vedere equipaggi misti in regata, come non accade forse per nessun altro sport.
L’Associazione di volontariato “10.000 Vele di solidarietà” ha cercato di accendere un faro sulla violenza alle donne, invitando a “cambiare rotta”, con uno slogan decisamente chiaro.
E lo ha fatto chiamando a raccolta quanti più velisti possibile, lungo tutte le coste italiane. Una giornata simbolo, con un drappo rosso da issare in alto, perché fosse ben visibile in mare e in terra.
Vi hanno aderito semplici cittadini, associazioni, circoli, e tantissime scuole di vela: lì dove si impara l’abc della navigazione.
Accostare alle scuole un filo di consapevolezza civica è il modo migliore per educare i giovanissimi alla giusto valore delle cose e delle persone: allenarli non solo nello sport, ma soprattutto nell’animo, perché possano “cambiare rotta” e fare che il domani sia almeno diverso dal presente.

Video e foto Roberta Flamini. Foto e Grafica Dolomiti

Barca a vela, vacanze sicure

Con la prospettiva di un incremento delle vaccinazioni antiCovid, riparte anche un settore particolare del turismo: quello nautico. C’è un esplosione di richieste per vacanze in barca a vela e gli operatori si stanno velocemente attrezzando. Il servizio è di Enzo Cappucci

Luna Rossa e il biscotto del Club del Commonwealth

Finita la Coppa America, lo scenario futuro è pieno di insidie per Luna Rossa, che rischia di rimanere fuori dalla prossima edizione, grazie a un accordo siglato tra i detentori neozelandesi e i nuovi rappresentanti degli sfidanti, gli inglesi di Ineos.
Una sfida senza esclusione di colpi, dagli scenari imprevedibili, a cominciare da una Coppa a due tra neozelandesi e inglesi, da tenersi nel 2022 a Cowes, nell’isola di Wight, sulla Manica, fino a un circo itinerante negli Emirati oppure in Asia.
Ne parliamo con Max Sirena, il Team Director dell’imbarcazione Prada Pirelli, intervistato da Enzo Cappucci

America’s Cup, la Luna di traverso

Nuove regole per l’America’s Cup. Il Defender Team New Zealand, accetta gli inglesi di Ineos Uk Team come rappresentante degli sfidanti per la prossima edizione del 2025, sostituendo così Luna Rossa Prada Pirelli.
Il servizio è di Enzo Cappucci

E’ già stata ribattezzata l’intesa del Commonwealth dei Circoli reali, quello degli inglesi di Ineos e quello dei neozelandesi, detentori.
Era già tutto nell’aria, da tempo.
Troppo puntigliosa Luna Rossa Prada Pirelli e troppo pericolosa, per stendere con lei le regole di regata, ma soprattutto di realizzazione degli scafi.
E troppo legata a una passione sportiva, che porta con sé interessi e marchi alla luce del sole.
La prima regola cambiata è che gli equipaggi dovranno essere tutti della nazionalità degli sfidanti.
Sembra fatta apposta per togliere il timone di mano a James Spithill, il talento australiano a bordo di Luna Rossa Prada Pirelli che insieme a Francesco Bruni, l’altro timoniere, ha inanellato partenze vincenti una dietro l’altra.
Se Spithill vorrà essere della partita nel 2025, a bordo di Luna Rossa – che ha confermato la partecipazione – dovrà farsi il passaporto italiano, oppure soggiornare almeno due anni in Italia. Non sarà difficile, dipende dal calendario che metteranno giù quelli del Commonwealth Club, ma in ogni caso alla vela azzurra non mancano timonieri di talento, a cominciare dall’attuale randista di Luna Rossa, Pietro Sibello, e da molti altri giovani.
Quello che manca però è l’esperienza a questi livelli.
Le barche resteranno queste, per almeno due edizioni ancora.
Impossibile buttare a mare tutta la conoscenza fatta.
Mentre prende corpo un’idea solo apparentemente romantica, quella di una sfida tra neozelandesi e inglesi da tenersi entro il 2022 nell’isola madre di Wight, a Cowes, dove tutto ebbe inizio nel 1851.
La verità,a leggere i giornali anglosassoni, è che Team New Zealand ha le tasche vuote e non può più spremere all’infinito i contribuenti neozelandesi, attingendo a fondi di Stato.
Il patron di Ineos, a capo della terza industria chimica al mondo, vanta invece un patrimonio personale stimato in 3 miliardi e mezzo di dollari e potrebbe fare al caso loro.
Nell’immediato. Per poi andare in gita in Asia o negli Emirati, a caccia di petroldollari.
Con Luna Rossa e il suo romanticismo d’altri tempi e la prospettata sede di regate di Cagliari, nell’eventualità, non saprebbero proprio che farsene.

Luna Rossa non ce l’ha fatta, la Coppa America resta in Nuova Zelanda

 Il Team New Zealand vince la 36/a America's Cup di vela (GettyImages)

Il Team New Zealand vince la 36/a America’s Cup di vela (GettyImages)

Luna Rossa non ce l’ha fatta, la Coppa America resta in Nuova Zelanda. 7 a 3 il punteggio finale che consente ai Kiwi di festeggiare la difesa della 36 esima America’s Cup.

E’ stata una bellissima avventura. Abbiamo tifato, ci siamo illusi e poi amareggiati, ma alla fine nello sport c’è sempre un vincitore e in questo Trofeo antico di 170 anni, com’è noto, non c’è neppure un secondo classificato.
Luna Rossa ha fatto tutto quello che poteva davanti a un avversario che aveva una marcia in più. Non nell’organizzazione e neppure nella qualità dell’equipaggio, che anzi ha dato prova di grandi capacità, forse persino superiore ai maghi neozelandesi, ma nella velocità della barca. In Coppa America, alla fine, vince sempre quella più veloce e Team New Zealand lo è.
Per dimostrarlo, però, ha dovuto soffrire e lottare anche lei, perché nonostante questo Luna Rossa l’ha spesso messa alle corde, approfittando di una qualità di conduzione e di un rodaggio di regate che il Defender non aveva e che ha poi compiuto strada facendo e velocemente, fino alla vittoria.
Del resto è al Defender che spetta dettare le regole di progettazione e realizzazione delle barche ed è evidente che nel momento in cui lo fa ha già studiato il progetto e le sue possibili evoluzioni.
Ha dunque un vantaggio sancito dai regolamenti, che gli altri devono solo far proprio.
E qui i neozelandesi hanno probabilmente messo le basi della loro difesa, realizzando delle ali più piccole e per questo meno frenanti sull’acqua rispetto agli sfidanti, e persino regolabili a seconda delle necessità.
Come se in Formula 1 un’auto potesse variare la geometria degli alettoni in base alla velocità e alle curve.
Ciononostante Luna Rossa l’ha tenuta spesso dietro e ora possiamo dirlo, con un po’ di fortuna in più – che ai kiwi non è mancata- e anche un maggiore cinismo, avrebbe potuto davvero cambiare le sorti della partita e adesso parleremmo d’altro.
Resta da vedere cosa sarà ora di Luna Rossa, se questo bagaglio di esperienza, qualità e capacità, continuerà a essere sviluppato e messo a frutto con una nuova campagna tra quattro anni o meno.
Per ora il Patron Prada, Patrizio Bertelli, con le sue 6 sfide lanciate è il miglior perdente di sempre.
Ma la ruggine si sa, non muore mai e come ha già confessato per lui la Coppa finisce solo quando l’hai conquistata.