Thalassa incontra il celebre navigatore italiano, l’asso degli oceani capace di scrivere bellissime pagine di mare, imprese che solo i grandi della vela sanno compiere.
Godetevi il video e le magnifiche immagini delle barche di Giovanni.
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Niky, ambasciator non porta penna
Ecco la storia di una giornata di Niky, un bambino di 11 anni, che può vivere felicemente solo in mare a causa di una particolare forma d’asma che a terra l’obbligherebbe ad assumere di continuo farmaci. I suoi genitori, Paola e Paolo, hanno per questo costruito nel giardino di casa una goletta, il Walkirye, per poter vivere sul mare. Niki studia grazie ad un sistema di istruzione in videoconferenza, di cui è il progetto pilota e può così frequentare l’Istituto “Francesco Riso” di Mondello, vicino Palermo, pur navigando durante l’anno.
Un equipaggio speciale per
un’occasione speciale: questo lo spirito che ha animato la ‘mini regata’ nel mare di Gaeta tra la Guardia di Finanza e il Walkirye, la barca a vela sulla quale vive Niky. Il piccolo ambasciatore Unicef in mare, ogni giorno frequenta la 1 media in video-conferenza satellitare con i suoi compagni nella scuola media statale ‘Biagio Siciliano’ di Capaci, a Palermo e questa mattina ha condiviso proprio con i suoi compagni questa eccezionale esperienza.
Oggi pero’ e’ stato lui a fare da padrone di casa, ospitando in una crociera virtuale i suoi ventidue compagni di classe.
Da Capaci i bambini, in collegamento satellitare con la barca di Niki, hanno visto tutte le fasi della regata amichevole: alle manovre hanno partecipato alcuni campioni della vela delle fiamme gialle, veterani della Coppa America.
SU INTERNET: Walkirye
Blu, blu, la vela è blu
La nuova edizione della rassegna si terrà Dal 28 Febbraio al 3 Marzo negli spazi espositivi della Fiera di Roma, lungo l’autostrada per Fiumicino. Dalla Nautica alla subacquea, ce n’è per tutti i gusti. Ma
una menzione di merito spetta alla vela, con numerose manifestazioni e tanti ospiti eccellenti e, soprattutto, una mega piscina per veleggiare
In barca a vela, spinti dal vento, scivolando sull’acqua. Né al mare né al lago, ma all’interno di uno dei grandi padiglioni espositivi hi-tech della
nuova Fiera di Roma sulla Roma-Fiumicino: è quanto sarà possibile provare, per molti giovanissimi
visitatori al BIG BLU, il salone della nautica che aprirà i battenti a Roma giovedi 28 febbraio per concludersi lunedi 3 marzo. Questo vero e proprio
battesimo della vela si potrà svolgere nella Fiera grazie all’impegno della FIV (Federazione Italiana Vela) e di UCINA (la Confindustria della nautica), e
con la collaborazione di Expo Blu (organizzatrice del salone nautico della capitale) e della stessa Fiera Roma.
Olimpiadi, da Melbourne il via col vento
Ben 9 mondiali di classi olimpiche nei primi 40 giorni dell’anno. Molti gli equipaggi azzurri impegnati, a cominciare da Pietro e Gianfranco Sibello che (con un primo, un nono ed un secondo posto) si trovano al settimo gradino della classifica provvisoria dei Mondiali del 49 er, la nuova acrobatica classe olimpica.
Il 2008 è l’anno della vela olimpica, e non solo per i Giochi di Pechino che avranno inizio l’8 di agosto (le regate veliche si disputeranno a Qingdao): lo yachting a cinque cerchi è in grande crescita e continua evoluzione in tutto il mondo, tra nuove regole, circuiti internazionali, qualifiche e selezioni olimpiche, nuove specialità all’orizzonte e tanti volti di atleti, che si preparano ad essere (o sono già) i personaggi della grande vela del futuro.
Nei primi 40 giorni dell’anno, tra l’Australia e la Nuova Zelanda si disputano ben 9 campionati del mondo. Archiviato il grande evento del 2007 dei mondiali unificati in Portogallo, a Cascais, che ha qualificato il 75% delle nazioni per le Olimpiadi in ogni classe, gli appuntamenti di queste prime settimane sono fondamentali per varie ragioni: in palio ci sono gli ultimi posti-qualifica per i Giochi, ma soprattutto la prima verifica dello stato di forma in avvio di stagione, con un confronto ravvicinato tra tutti i favoriti e le future medaglie olimpiche di Qingdao.
Ecco in ordine di tempo gli appuntamenti in programma: si è cominciato da Melbourne nella baia di Port Phillip con il Mondiale della classe acrobatica 49er.
La prima giornata di qualifiche con vento medio-forte e sole intenso ha visto un buon avvio degli azzurri Pietro e Gianfranco Sibello, Fiamme Gialle di Alassio, che grazie a tre piazzamenti positivi (un primo, un 2° e un 9° di manche) sono al 7° posto della classifica. In testa i fratelli danesi Hansen, davanti agli australiani Outteridge-Austin. I giovani Giuseppe Angilella e Pietro Zucchetti sono al 24° posto ma con due ottimi piazzamenti di manche (4-2-22). Il Mondiale 49er prosegue fino al 9 gennaio, quando è in programma la finale Medal Race.
Da segnalare anche che nelle stesse acque si sta svolgendo il Mondiale della classe 29er, dedicata ai giovani e considerata propedeutica al 49er olimpico. In gara due equipaggi italiani: dopo 4 regate 43° Riccardo Camin-Giacomo Grosselli e 60° Pierluigi Videsott-Lorenzo Franceschini.
A seguire sarà la volta del campionato del mondo del windsurf olimpico RS:X, maschile e femminile, in programma dal 12 al 20 gennaio a Takapuna in Nuova Zelanda. Al via una squadra azzurra molto competitiva e motivata, guidata dalla campionessa olimpica Alessandra Sensini, e composta tra le donne dalle giovani Flavia Tartaglini e Laura Linares, e tra gli uomini da Fabian Heidegger, giovane atleta di Bolzano che si è messo in evidenza nel 2007 con una stagione culminata con un 4° posto alle Preolimpiche proprio a Qingdao.
Dal 21 al 29 gennaio tocca al Mondiale del singolo pesante Finn, ancora in Australia a Victoria. Due azzurri in gara: Riccardo Cordovani e Giorgio Poggi, a caccia della qualifica per nazione (il Finn è una delle uniche due classi su 11 nelle quali l’Italia non è ancora qualificata per Pechino 2008) e di un risultato positivo anche in termini di piazzamento. Date quasi identiche, dal 21 al 30 gennaio, per il Mondiale del doppio 470. Tre equipaggi azzurri in campo maschile: gli ex iridati Gabrio Zandonà e Andrea Trani (Marina Militare), recenti vincitori del test preolimpico di Palamos in Spagna, e due coppie giovanissime, Luca e Roberto Dubbini, Fabio Zeni e Nicola Pitanti. Per le ragazze, partono tra le favorite le giovani azzurre Giulia Conti e Giovanna Micol, che sono leader della ranking internazionale da molti mesi.
Sempre nell’ultima settimana di gennaio (22-31) è il turno del Mondiale per il catamarano Tornado ad Auckland in Nuova Zelanda. L’unico equipaggio italiano è quello dei genovesi Francesco Marcolini e Edoardo Bianchi, già selezionati per le Olimpiadi. Febbre di vela olimpica anche a febbraio: dal 5 al 13 a Terrigal in Australia è il turno del Mondiale per il singolo leggero Laser, con tre azzurri convocati: Diego Romero, Michele Regolo e il giovane Marco Gallo. La classe ha ottenuto la qualifica olimpica per nazione, e questo appuntamento servirà per la selezione italiana, con l’imperativo di un piazzamento tra le prime 10 nazioni.
Quindi negli USA, a Miami, per chiudere la lista dei mondiali con il triplo femminile a chiglia Yngling (8-15), che schiera al via le azzurre Chiara Calligaris, Francesca Scognamillo e Giulia Pignolo, che sono a caccia della qualifica per nazione e di un piazzamento significativo.
Oltre i mondiali
Più avanti si intravedono già altri appuntamenti importanti: ai primi di marzo la Bacardi Cup a Miami per la classe Star, ultima prova di selezione italiana con Diego Negri e Luigi Viale che difendono la leadership dagli attacchi di Francesco Bruni-Gilberto Nobili, Alberto Barovier-Ferdinando Colaninno e Silvio Santoni-Sergio Lambertenghi. Poi il Mondiale del singolo femminile Laser Radial in Nuova Zelanda (13-20 marzo) e il via al circuito internazionale con le tappe di Palma di Maiorca, Riva del Garda, Hyeres, Medemblik e Kiel, inframmezzate dai vari campionati Europei e da raduni tecnici federali di allenamento, fino ad arrivare ad agosto, il mese delle Olimpiadi cinesi. Oltre 50 tra atleti e tecnici, campioni in corsa per una Olimpiade di vertice e giovani di belle speranze: gli azzurri sono tutti alla ricerca della forma e dei risultati migliori, nell’anno più importante, quello che il mondo della vela dedica alla sua vocazione di sport olimpico. Per tutti è fondamentale poter contare sull’interesse e sul sostegno degli appassionati e degli amanti della vela: è l’anno del tifo per la vela olimpica.
[il sito ufficiale della Federazione Internazionale Vela ]
[la Federazione Italiana Vela]
Europa, vela senza barriere
Presentato oggi al Parlamento Europeo il Manifesto Europeo della Vela Solidale, un importante passo avanti per il riconoscimento di questa disciplina quale elemento di educazione, recupero, coinvolgimento e reinserimento nel sociale, di tutti coloro che vivono nelle diverse abilità.
Mauro Pandimiglio Presidente di Handy Cup è stato ricevuto al Parlamento Europeo grazie all’iniziativa dell’On. Giovanni Berlinguer , insieme ad altre
associazioni analoghe, che operano in Europa, per la presentazione del Manifesto Europeo della Vela Solidale. L’On. Berliguer , avendo constatato gli effetti positivi dell’attività velica quale strumento di intervento nelle varie aree del disagio, sociale, fisico, mentale, ha portato la sua testimonianza “ Le vostre esperienze mostrano un modo innovativo di superare le difficoltà del disagio. Sono qui per ascoltarle ed esserne portavoce presso il Parlamento Europeo” . Per il Ministro Giovanna Melandri che aderisce al Manifesto ” la navigazione a vela rappresenta uno strumento straordinario di formazione, integrazione ed inclusione sociale”.
“ Il Manifesto è lo strumento più efficace per portare alla luce di Istituzioni e politici il tema dell’integrazione sociale in tutte le sue forme” ha affermato Olga D’Antona. Serena Battimelli, Presidente del tribunale per i minorenni di Napoli ha portato una interessante testimonianza : “ I nostri ragazzi hanno vissuto in barca un’esperienza forte: il senso di libertà, di cui sono privati perchè in
detenzione e il senso del dovere dato in questo caso dalle regole di bordo. I minori che hanno partecipato al progetto hanno riassunto la loro esperienza in una frase :la vita è bella e non si deve buttare” .
Illuminante l’affermazione di Katharina Lent, ragazza tedesca disabile “ Problemi di movimento e di lingua dopo pochi giorni diventano irrilevanti. Contano solo
la natura e il gruppo “.
Mauro Pandimiglio che dal 2000 si occupa di sociale, in particolare dell’utilizzo della vela in questo ambito presiede e coordina i percorsi educativi e riabilitativi di Handy Cup ha reso noti alcuni numeri relativi a questa attività : “7 edizioni della regata hanno coivolto 50 associazioni di volontariato, 100 barche,1000 partecipanti e 150.000 cittadini”. Per Pandimiglio “la condivisione di alcune mète importanti come l’inclusione sociale, l’aspettativa per una migliore qualità della vita e certe rotte complesse e difficili dei percorsi rieducativi e riabilitativi, ci
hanno fatto ritrovare con un principio comune: siamo tutti sulla stessa barca”.
All’iniziativa erano inoltre presenti le parlamentari europee Lilly Gruber, Pia Locatelli della commissione affari sociali, la greca Tzampazi e l’onorevole
irlandese De Brun.
Genova per voi
Dal 6 al 14 ottobre l’irrinunciabile appuntamento per gli appassionati del settore.
Un Salone ricco di novità, che guarda ai grandi portafogli dei super milionari, ma che non dimentica la nautica popolare. E che deve fare necessariamente varare un’autentica politica turistico-portuale, facendo i conti con il rispetto dell’ambiente.
Dal 6 al 14 ottobre l’irrinunciabile appuntamento per gli appassionati del settore.
Un Salone ricco di novità, che guarda ai grandi portafogli dei super milionari, ma che non dimentica la nautica popolare. E che deve fare necessariamente varare un’autentica politica turistico-portuale, facendo i conti con il rispetto dell’ambiente.
di Enzo Cappucci
Mille e 500 espositori, il 37 per cento dei quali di provenienza estera, 2 mila e 300 barche esposte, delle quali 530 in acqua, 90 navi da diporto (uguali o superiori ai 24 metri), 43 superyachts (superiori ai 30 mt), 213 imbarcazioni a vela, 152 delle quali esposte in acqua, e 28 mila metri quadri di accessori: un esercito di professionisti capace di soddisfare anche il più pignolo dei diportisti, il più maniaco dei pignoli. Non ultimo, 100 mila metri quadri di specchio acqueo, 27 banchine espositive, per una lunghezza di 3 chilometri.
Queste in sintesi le cifre del 47 esimo Salone Nautico di Genova, la Fiera che richiama appassionati da tutto il mondo, molti dei quali pronti a staccare assegni da capogiro per prenotare e comperare l’oggetto dei desideri, esposto in anteprima.
Sono moltissime, infatti, le novità esposte a questo Salone, che è forse la principale Fiera al mondo, se non altro perché è presente al gran completo la produzione italiana, qualitativamente la più raffinata, la più imitata, la più richiesta. Non per nulla il salone è infatti l’emanazione dell’Ucina, l’Associazione dell’Industria Nautica da diporto italiana, che vanta fatturati da record e tassi di crescita che sono stati spesso a due cifre. Per il 2006 il valore della produzione italiana delle unità da diporto è cresciuto del 15%, attestandosi intorno ai 3 miliardi e mezzo di euro, mentre il valore complessivo, inclusi gli accessori ed i motori supera di gran lunga i 5 miliardi di euro.
Guarda il video dell’inchiesta sui porti in Italia:
“Il Bel Paese fuori rotta”
Gran parte di questo fatturato è realizzato con l’esportazione, che raggiunge il 50% della produzione nazionale, il 48% della quale destinata ai mercati europei. Soltanto per i superyacht, barche superiori ai 30 metri di lunghezza, autentici concentrati di tecnologia ed eleganza, oggetti per pochi (o molti?) super ricchi, le ordinazioni sono passate dalle 688 del 2006, alle 777 del 2007, con una fetta di mercato pari al 45% del totale, il che conferma la supremazia del prodotto italiano sui mercati internazionali, in particolare di quelli relativi alle “barche” intorno ai 34 metri di lunghezza.
Tra i primi 10 costruttori di superyachts al mondo, 5 sono italiani.
Ce n’è insomma di che soddisfare i palati più esigenti. Ma a Genova non manca fortunatamente la nautica minore, quella più a portata di mano, fatta di medie e piccole imbarcazioni carrellabili, che fanno la gioia di molti utenti e la fortuna di un’altra ampia fetta del mercato. Esposte sui piazzali, in acqua e perfino nei sottoscala, sono forse queste le attrattive più ammirate, sogni di più semplice portata che non i grandi yachts, che rappresentano un territorio davvero esclusivo.
Anche se è vero che pure in questo settore i prezzi sono schizzati verso l’alto, al punto da esser oramai fuori portata per i molti. Ormeggi a prezzi impossibili, senza ogni pudore e neppure lontanamente paragonabili ai prezzi praticati all’estero, gestione clientelare dei posti barca con vendita degli spazi d’acqua quasi all’incanto, interventi meccanici e di cantieristica da signori del bisturi piuttosto che da operai specializzati. Tutto questo in un Paese che dovrebbe avere vocazione marinara, ma che al contrario stenta a far decollare una vera politica di sviluppo nautico e turistico, non solo portuale , ma di semplici accessi al mare, di scivoli proprio per la nautica minore. Chiamati a coniugare sviluppo e rispetto dell’ambiente, gli organizzatori del Salone e le Autorità politiche che come ogni anno taglieranno il nastro inaugurale del Salone, non potranno fare a meno di affrontare questo delicato aspetto della questione, che rischia di far rallentare ogni possibile crescita dell’industria nautica nazionale.
Tall Ships, la storia in una passione
Anche l’Amerigo Vespucci in parata nelle acque di Barcellona, impegnata nelle regate tra le grandi navi a vela. Poco vento ma comunque un grande spettacolo seguito da migliaia di appassionati spettatori, una festa che ora si trasferirà in Francia a Tolone, dal 21 al 24 di luglio, per poi concludersi nelle acque di casa nostra, a Genova. Chi può non perda l’occasione. Ma intanto gustatevi il video in anteprima su Thalassa.
Repubblica Marinara, la nuova sfida italiana all’America’s Cup in nome dell’ambiente
Repubblica Marinara, la Sfida popolare italiana all’America’s Cup”. L’annuncio arriva a sorpresa nell’ultimo giorno di regate della Louis Vuitton Cup di Valencia, in Spagna, che segna l’uscita di scena di
Luna Rossa, sconfitta da New Zealand con un secco 5 a 0. Le agenzie di stampa battono i titoli: “Lanciata nuova sfida italiana: Repubblica Marinara”, (APCom);
” Una sottoscrizione per una nuova sfida italiana”,(ADNKronos); “Nuova sfida italiana parte da Valencia”, (Ansa).
L’annuncio crea un certo stupore nell’ambiente e soprattutto molta curiosità perchè giunge inaspettato attraverso un sito internet (www.repubblicamarinara.it) che si propone nientemeno che di mettere insieme gli appassionati italiani, chiedendo loro una sottoscrizione; mentre il quotidiano La Repubblica (venerdì 8 giugno) aggiunge nelle pagine sportive che il team manager della sfida potrebbe essere addirittura Francesco De Angelis, lo skipper di Luna Rossa.
Ce n’è abbastanza per far saltare sulla sedia più di un addetto ai lavori.
Eppure nessuno sa chi c’è dietro questa sfida, di quali capitali disponga, come vuole agire e come eventualmente intenderebbe gestire il denaro che chiede in affidamento agli italiani. Sul sito internet della sedicente Repubblica Marinara si legge di un programma che è in fondo condivisibile, il quale non ha esclusivamente la vela in primo piano, ma si propone obiettivi anche più ambiziosi, come l’ambiente e la sua protezione, la ricerca di uno sviluppo compatibile con il nostro ecosistema non più sfruttabile all’infinito. Gli ideatori di questa “Sfida popolare”, che si fonda sul contributo anche di un 1 solo euro, intendono insomma usare la Coppa America come palcoscenico per la questione ambientale, riuscendo magari a portare davvero il Trofeo in Italia, per sensibilizzare i connazionali alla difesa del loro Belpaese e dell’universo intero. Vasto programma.
Eppure proprio in Italia a qualcuno non è sfuggita la portata della questione: “Un’ottima idea
per promuovere nel mondo le doti migliori del nostro Paese, quel mix tra natura, cultura, talenti e capacità di innovare che fa grande l’Italia nel mondo”, scrive il deputato dell’Ulivo Ermete Realacci, ambientalista della prima ora, eletto peraltro nel collegio della “Repubblica Marinara” di Pisa, tra i primi firmatari della “Sfida”. Ma, insomma, chi c’è dietro questa iniziativa che già fa gola alla politica? Sul solito sito (www.repubblicamarinara.it) si legge di un giornalista e di un fisico dell’atmosfera, nucleo primordiale del comitato promotore: abbiamo parlato proprio con quest’ultimo, il fisico, che risponde al nome di Carlo Buontempo e che lavora in Gran Bretagna, presso l’ufficio metereologico nazionale, l’UK Meteo Office. Un emigrante di talento, insomma. Lo abbiamo intervistato.
Dr. Buontempo, ma davvero crede che gli italiani siano disposti a sposare la sua idea? In questo paese ci sono gli steccati ideologici, le contrapposizioni… Coppi e Bartali… Mica è facile mettere d’accordo gli italiani.
“Io credo che il futuro debba essere preoccupazione di tutti, senza distinzioni di sorta. E’ vero che qui parliamo in fondo di una Sfida di vela, di Coppa America, ma sotto sotto intendiano lanciare una sfida ben più importante che è quella del clima, di un mutamento che è oramai sotto gli occhi di tutti, non solo degli scienziati o dei “fanatici” ambientalisti. E che non puo’ più essere sottovalutato”.
Lei ha ulteriori elementi di prova sui mutamenti climatici?
“Non occorre essere degli scienziati per rendersi conto di quanto sta accadendo: basta leggersi per esempio l’ultimo assestement report del IPCC, il Comitato Internazionale per i Cambiamenti Climatici (www.ipcc.ch) per rendersene conto. Il clima del nostro pianeta cambia e noi ne siamo largamente responsabili. Una sintesi la può trovare anche a quest’altro indirizzo internet: Metoffice.gov.uk.
Ma vuole un dato su tutti? Sei dei sette anni piu’ caldi in assoluto, in termini di temperatura media superficiale del pianeta (http://data.giss.nasa.gov/gistemp/2005/), compreso il 2006, sono stati registrati dal 2001. Mentre i dieci anni più caldi della storia si contano tutti a partire dal 1995… (Per dati piu’ aggiornati il lettore puo’ visitare (http://www.ncdc.noaa.gov/oa/climate/research/2007/apr/global.html).
Se poi, invece, vogliamo restare al tema della Coppa America, guardi allora come sono iniziate le regate a Valencia: giorni e giorni di bonaccia totale, completa assenza di vento. Le sembra normale?”.
E in che modo contate di risolvere la questione?
“Risolverla non è certamente alla nostra portata: non la risolviamo delegandola ad una regata. Però contiamo di amplificare il problema, di sensibilizzare l’opinione pubblica per dirottarla, diciamo così, sulle questioni che ci riguardano da vicino, entusiasmandola però con
i risultati di Coppa America. In Italia c’è un pubblico numeroso e molto appassionato e vorremmo che tifasse per la sua “Repubblica”, per il suo habitat, per il bene del suo paese e del pianeta se me lo lascia dire”.
Ma avete un’idea sull’equipaggio, sulla barca sui finanziamenti necessari?
“Io rappresento con i miei amici solo l’embrione della questione. E’ chiaro che tutto deve ancora essere costruito. Ma questo è il momento di farlo perchè, finita questa edizione della Coppa, a Valencia, sul campo, rimangono molte illusioni perdute che potremmo raccogliere per indirizzarle sul progetto di Repubblica Marinara: sul mercato ci sono barche di primo piano da poter acquistare e uomini di grande talento, che sono tutt’ora senza “casacca”. C’è per esempio l’americano Paul Cayard, l’indimenticabile skipper del Moro di Venezia, innamorato dell’Italia e ben a conoscenza del nostro progetto, che ha molto apprezzato. E c’è poi il Sig. Coppa America in persona, il neozelandese Roussel Coutts, che dopo il divorzio da Alinghi è ancora a terra senza barca. E non credo che vi resterà a lungo. Certo, si tratta di sogni, perchè occorrono molti soldi per ingaggiare professionisti di questo livello, ma gli italiani sono capaci di tutto, ed è per questo che ci rivolgiamo a loro”.
E di italiani, a bordo?
“Sarebbe semplicemente fantastico poter attingere a piene mani dal talento tutto italiano di Francesco de Angelis, per esempio, qualora Luna Rossa abbandonasse la scena, per affiancargli i tanti giovani campioni italiani ancora sconosciuti o poco noti, a cominciare dal timoniere, che vorremmo fosse Gabrio Zandonà: un campione del mondo e d’Europa. Vi piacerebbe, per cominciare?”.
E con quali garanzie gli italiani dovrebbero affidarvi anche un solo euro?
Quello di una figura di garanzia è problema che ci siamo posti da subito, abbiamo contattato qualcuno e siamo in attesa di risposte. Potrebbe essere un italiano di successo, una persona nota, al di sopra delle parti, ma anche una figura più istituzionale, un uomo di riconosciuta personalità e di specchiato valore.
Chi gestirebbe il denaro?
Un istituto di credito, il più popolare possibile, magari anche le Poste.
Ed i suoi soci in questa impresa chi sono?
Due appassionati velisti come me: un amico giornalista che ha lanciato l’amo, se così possiamo dire, che ha avuto la “brillante” idea, ed un altro amico fotografo, che ha subito risposto positivamente. Per il momento preferiscono restare nell’anonimato, sconosciuti al grande pubblico, anche se l’ambiente della vela li conosce bene.
Non pensate di aver bisogno di un “testimonial”, qualcuno che vi aiuti ad uscire all’anonimato?
Altrochè! Aspettiamo proposte. Ma vorremmo qualcuno che davvero rappresenti l’idea, che so… un Peter Black italiano se fosse possibile, un uomo di mare davvero impegnato sui temi ambientali come fu per lo scomparso neozelandese, che non solo portò i kiwi a vincere la Coppa America, ma raccolse anche l’eredità di Jaques Cousteau prima di venire ucciso per rapina proprio in una delle sue prime missioni con la Calypso.
L’uomo che inventò i “calzini rossi”, il simbolo portafortuna della vincente sfida neozelandese?
Sì, l’uomo che seppe coinvolgere un’intera nazione. Se in Nuova Zelanda è accaduto che tutto un paese siè infilato i calzini rossi, pagandoli 20 dollari il paio, non vedo perchè in Italia non si possano far navigare milioni di barchette di carta, che è il simbolo della nostra sottoscrizione, della Repubblica Marinara.
E se tutto fallisse?
Pazienza. Ma resterebbe un certo amaro in bocca per aver perso un’occasione, per non aver dato vita a qualcosa che può renderci tutti protagonisti di un sogno comune, capaci di dare una spinta propositiva piuttosto che rimanere, ancora una volta, semplici tifosi dei giochi altrui.
E gli sponsor?
Ecocompatibili. Oppure capaci di mettere in cantiere progetti utili all’ambiente. Da anni si parla di alternativa al petrolio, per esempio, ma ancora si vede poco o nulla sul piano della propulsione a idrogeno. Ecco, qualcuno che volesse davvero darsi da fare in questo campo sarebbe il nostro partner ideale. E noi per lui.
Ma uno sponsor non è in contraddizione con lo spirito della sottoscrizione, dell’idea dell’azionariato popolare?
Uno o più sponsor compatibili sono in grado di coprire le spese del progetto. A quel punto i sottoscrittori avrebbero due strade a disposizione: monetizzare l’investimento, cioè riavere indietro almeno una parte del denaro sottoscritto, oppure decidere di mettere questo denaro a disposizione di un qualche organismo umanitario per progetti di pubblica utilità, magari nel terzo mondo. Ma anche, per esempio, per sostenere in Italia dei progetti di conservazione del patrimonio ambientale e culturale: penso alle oasi del WWF, per dire, oppure ai siti del Fai, oppure ancora ai molti meravigliosi angoli del nostro bel paese che non sono curati e conservati come meriterebbero.
Coppa America, l’occhio magico
A Valencia Enzo Cappucci è entrato nello studio dove vengono realizzate le immagini virtuali delle regate di Coppa America, svelando tutti i segreti dei
contributi grafici, che aiutano a capire meglio le regate trasmesse in televisione.
Lo spirito di Stella
Andrea Stella, disabile per una tragica disavventura, ha fatto della vela una passione senza barriere, esempio di volontà e voglia di vivere.
La sua storia commosse l’Italia, ma oggi Andrea Stella guarda decisamente al futuro e, suo malgrado,è divenuto un simbolo di determinazione. Aveva 24 anni,
fresco di laurea, quando in viaggio premio negli Stati Uniti, fu affrontato a Miami Beach da alcuni rapinatori armati che volevano rubargli l’auto. Non fece alcuna resistenza, ma un colpo di pistola cambiò in un baleno la sua vita. Questo il video della sua nuova vita d’esempio per molti.