Targa Florio, “Nigno” in compensato, “Oxidiana” in reale

Tempo da lupi per la terza edizione della regata che da Favignana circumnaviga la Sicilia

III edizione della targa Florio del Mare

III edizione della targa Florio del Mare

“Nigno”, l’imbarcazione di Peppe Fornich ha vinto questa III edizione della Targa Florio del Mare che si è rivelata sicuramente la più impegnativa tra quelle finora disputate. “Condizioni impegnative alla partenza, ma sicuramente terribili all’arrivo – ha commentato il presidente dello Yacht Club Favignana Chiara Zarlocco – a conferma dell’impegno estremo che richiede questa regata intorno alla Sicilia. Sono stati cinque giorni veramente impegnativi per gli equipaggi e per chi da terra a seguito questa regata e per questo motivo vorrei dire un bravo a chi l’ha portata a termine ed un grazie a tutti coloro, come la Guardia di Finanza, la Guardia Costiera, la Croce Rossa e l’Aeronautica Militare, che ci hanno affiancato in questa maratona”.
Il primo ad arrivare in porto è stato Ignazio Cosumano con Oxidiana, che ha attraccato alle 10:07. Contento di essere arrivato primo? “No contento di essere vivo – ha commentato lo skipper dell’X442 – Stanotte il vento non è mai sceso al di sotto dei 28 nodi con raffiche fino a 35 e le onde passavano lo scafo da prua a poppa. L’equipaggio è stato veramente grande”
“Siamo andati molto al largo dopo Marsala – rivela il co-skipper di Oxidiana – e poi abbiamo effettuato una sola virata verso Favignana perché chiamare l’equipaggio in coperta per manovrare in quelle condizioni era veramente pericoloso”.
Alle 10:53 era la volta di Aida, il GS 40 Race di Giovanni Calandrino, a far fermare i cronometri nel porto di Favignana, seguito a 7 minuti dal Dufour 34 di Peppe Fornich che già pregustava, forte del suo rating, la vittoria finale:” Impegnativo, molto impegnativo il tratto da Marsala a Favignana. Abbiamo avuto una notte d’inferno con un vento fortissimo e devo dire un grazie all’equipaggio che si è comportato benissimo”.
Poco prima dell’arrivo di Oxidiana era giunta in porto un alert da parte di Matteo Miceli che, con il suo Este 40 dello Yacht Club di Gavignana, aveva condotto in testa tutta la corsa fino a Sciacca:” Ho rotto tutto quello che potevo rompere ed ora ho solo la tormentina. Non riesco a manovrare bene e potrei avere difficoltà nell’entrare in porto”. Miceli ha poi concluso regolarmente la sua corsa alle 11:50 con un pizzico di delusione per la mancata vittoria in tempo reale alla quale aveva sicuramente puntato.

Elementare Watson, a vela intorno al mondo

Sorridente, entusiasta e sfinita Jessica Watson è entrata questa mattina nella Baia di Sydney dove era attesa da migliaia di suoi entusiasti sostenitori, i genitori in primis. Dopo sette mesi in mare, la velista sedicenne ha concluso il giro del mondo a vela in solitario non assistita e senza scalo: è la persona più giovane al mondo ad aver compiuto questa impresa.

Jessica Watson

Jessica Watson

A bordo del suo sloop rosa di 10 metri la ragazza australiana è entrata questa mattina nella baia di Sydney, da dove era partita il 18 ottobre scorso, dopo aver veleggiato per 23mila miglia nautiche (oltre 42mila chilometri).

Ha messo piede a terra per la prima volta dopo 210 giorni.
“Sono completamente stravolta. Proprio non so cosa pensare e cosa dire in questo momento”, ha Detto Jessica con la voce tremante ai microfoni della tv in un’intervista che veniva ritrasmessa in diretta su un megaschermo all’esterno dell’Opera House.
“E’ tutto un po’ troppo, ma assolutamente entusiasmante!”
Nel corso del suo lungo viaggio attraverso il Pacifico, fino a Cape Horn in Sudamerica, poi attraverso l’Atlantico fino al Capo di Buona Speranza in Sudafrica ed infine a casa attraverso l’Oceano Indiano, la teenager ha lottato con onde alte fino a 12 metri, si ènutrita con cibi liofilizzati, frutta secca e cioccolata.

Jessica Watson

Jessica Watson

La sua impresa viene messa in dubbio da coloro che ritengono che non si sia spinta abbastanza a nord per coprire il numero di miglia nautiche utili a fregiarsi del titolo. Al momento il record è detenuto dalla connazionale Jesse Martin, che aveva compiuto l`impresa a 18 anni, coprendo 26mila miglia nautiche.

Galleria fotografica

Cagliari mon amour

Il capoluogo sardo teatro del Campionato Europeo Melges 32
Un campo di regate che ha stregato tutti negli ultimi anni, una classe “densa” di campioni e una flotta tra le più agguerrite dei circuiti continentali. Bagua di Andrea Cecchetti, coadiuvato alla tattica dall’Amico Vasco Vascotto, torna in acqua per la prima volta nel 2010.

Olanda, Francia, Germania, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Italia a contendersi lo scettro di Campione Europeo Melges 32.

Cagliari vedrà scendere in mare i più forti della classe, tra questi Calvi Network di Carlo Alberini (tattico Gabriele Benussi) che proprio su queste acque, dieci mesi fa si laureò Campione dell’Audi Melges 32 Sailing Series. Fantastica di Lanfranco Cirillo (Michele Paoletti alla tattica), uno dei team da seguire con attenzione. Rush Diletta tattico Matteo Ivaldi, B-Lin di Luca Lalli (alla tattica Lorenzo Bressani ), Brontolo di Filippo Pacinotti (Fredrick Loof a dettare la tattica), Janas di Roberto Pardini gioca Pilot Italia, Cuervo Y Sobrinos e Fra Martina.

Bagua, al debutto stagionale, ha effettuato una tre giorni di test e di allenamenti intensi, fiducioso il suo Armatore: “E’ la nostra prima uscita quest’anno – sono le parole di Andrea Cecchetti – e il sottoscritto ha molta ruggine da limare, per quanto riguarda il resto del gruppo sono tutti dei grandi campioni reduci da uno splendido mondiale a Santo Domingo, sarà dura.”

“Purtroppo non abbiamo preparato l’evento nella dovuta maniera – commenta Massimo Bortoletto team manager e randista di Bagua – è dal Campionato del Mondo di PortoCervo dello scorso Settembre che non andiamo su questa barca insieme, la maggior parte del Team è sempre quella di Nerone, l’affiatamento quindi non manca.Confido in questi tre giorni di allenamento fatti qui a Cagliari, ce la metteremo sempre tutta, come sempre Vascotto sarà il nostro motivatore.”

Tonno rosso, l’Europa può chiudere la pesca

L’Unione europea potrebbe decidere la chiusura anticipata della stagione di pesca al tonno rosso, sempre più prelibato, sempre più ricercato, sempre più raro, minacciato com’è da una caccia spietata e intensiva.

Il Commissario europeo alla PescaLa commissaria europea alla, Maria Damanaki, riceverà dalla Commissione
europea l’abilitazione per decidere – in caso di necessità – il blocco anticipato della pesca al tonno rosso da parte delle grandi tonniere. Si tratta di una misura preventiva normale – hanno detto fonti della Commissione europea – in quanto oggi nulla permette di ipotizzare la chiusura anticipata della pesca al tonno rosso per rispettare le quote europee decise nell’ambito della Commissione internazionale per la pesca dei
tonnidi (Iccat). Una misura che non potrà interessare l’Italia, la quale applica di propria iniziativa una moratoria per la prossima campagna di pesca al tonno rosso, che nell’Unione si apre
il 15 maggio per chiudersi il 15 giugno 2010.
Nonostante la misura preventiva, Bruxelles non si attende di dover intervenire: “Non ci attendiamo di dover chiudere la pesca, lo scorso anno sono stati gli stessi Stati membri a farlo”. Tuttavia, come previsto dalla normativa europea i servizi della Direzione Mare si apprestano a monitorare in modo continuo l’attività di tutti i pescherecci per poter intervenire – in caso di superamento della quota di pesca nazionale – se lo Stato membro interessato non dovesse farlo. Al riguardo, Bruxelles tiene a ricordare l’importanza della campagna comunitaria di sorveglianza sulle grandi imbarcazioni europee che pescano il tonno rosso. Campagna che
riunisce, oltre all’impegno alla Commissione europea e dell’Agenzia europea di controllo della pesca a Vigo, anche gli interventi degli Stati membri.

Targa Florio, un mare di sensazioni

Parte da Favignana il periplo della Sicilia in una regata dal nome storico, giunta alla sua terza edizione. Oxidiana di Ignazio Cosumano difenderà il titolo conquistato lo scorso anno.

Sono quindici le barche iscritte a questa III edizione della “Targa Florio del Mare”® che partirà domani mattina alle 12:00 da Favignana per compiere il giro della Sicilia in senso orario con   l’innovativa formula dei “pit stop”.
Partenza con molto vento, come comunica l’Aeronautica Militare, Ufficio Meteo del 37° Stormo di Trapani Byrgi. Nella mattinata di domani su Favignana è previsto un Sud-Sud-Ovest di 15 nodi che, verso mezzogiorno, dovrebbe rinforzare fino a 20 nodi con direzione Sud. Il mare sarà molto mosso nella prima parte della tappa verso Cefalù, ma migliorerà con il passare delle ore, con il vento che tenderà a provenire da Nord e a calare di intensità.
Alla partenza ci sarà l’X-442 Oxidiana, di Ignazio Cosumano, il vincitore dello scorso anno, che difenderà il titolo forte anche della conoscenza profonda delle acque di casa. Al via anche Matteo Miceli con il suo Este 40, che affronterà la regata in doppio insieme a  Marzio Dotti. “Quasi tutte le regate più importanti in Class 40 sono in solitario o in doppio – spiega Matteo Miceli – e visto che le regole di sicurezza per la navigazione in acque italiane impediscono di regatare in solitario, preferisco regatare nelle condizioni tipiche della classe piuttosto che in equipaggio come lo scorso anno. La Targa Florio è una regata impegnativa e farla in doppio è un buona occasione per comprendere sempre meglio i limiti del mio Este 40 e sfruttare questa esperienza per migliorare il prossimo scafo che sto iniziando a costruire nei cantieri d’Este”.
Al via, tra gli altri, anche il Janneau Sun Fast Bulbo Matto, il G.S. 40 Race Aida, di Giovanni Calandrino, Emanuele Lombardo con il suo Kyra, il Nigno di Peppe Fornich (terzo lo scorso anno), Rainbow di Francesca Marino, il Benetau 36.7 Elifly di Sergio Cosentino, il Comet 365 st Wingtsun II di Giuseppe Giorlando.
“Anche quest’anno sarà sicuramente una regata bellissima e impegnativa, come è oramai tradizione in questa Targa Florio – sottolinea Chiara Zarlocco presidente dello Yacht Club Favignana. I Pit Stop saranno quattro, Cefalù, Giardini Naxos, Marzameni e Sciacca, e costituiranno un’ulteriore difficoltà per i regatanti che dovranno entrare ed uscire dai porti, sostandovi solo mezz’ora, con qualsiasi condizione di luce.
Le difficoltà saranno grandi in mare ma anche a terra – prosegue la Zarlocco – perché tutta la carovana si muove con loro per garantirne la sicurezza insieme alla Capitaneria di Porto, alla Guardia di Finanza e alla Croce Rossa che ci danno come sempre un grande supporto”.
Durante la mezz’ora di sosta le imbarcazioni potranno rifornirsi di acqua e alimenti. Eventuali sostituzioni o incrementi di equipaggio potranno essere effettuati in uno solo dei porti toccati dalla corsa. Previste anche delle aree di “hospitality” con visibilità per gli sponsor e la possibilità di incontrare i media al seguito.
Da segnalare che anche quest’anno, in ogni porto toccato dalla della “Targa Florio del Mare”® si svolgerà il concorso riservato agli alunni delle scuole elementari “Voglio fare il giro del mondo in barca a vela”, che quest’anno ha coinvolto circa 500 bambini. I loro disegni coloreranno sia i porti di passaggio sia Favignana dove, nella serata conclusiva di sabato 15 maggio, ci sarà la mostra di tutti i disegni realizzati e la premiazione.
Tra le novità di quest’anno, oltre alle Targhe, anche i premi in denaro che saranno cospicui: al vincitore 5.000 euro, 3.000 al secondo e 2.000 al terzo classificato.

Wally Nespresso Cup. A Portofino. E dove altrimenti?

A Portofino la prima edizione di una Coppa dedicata esclusivamente alla classe Wally. Vince Magic Carpet Squared, ma c’è il trucco, perchè vincono in molti.

Dici Wally, ma si scrive non per tutti. Sono tra le più belle barche a vela in circolazione. Di serie, ma per finta, perchè si tratta di oggetti unici, calibrati e fatti quasi su misura per i loro facoltosi proprietari.
Il campo di regata non poteva che essere l’esclusivo promontorio di Portofino, da sempre rifugio dorato delle barche più belle ed esclusive.
La cronaca:
le ottime condizioni meteo – con vento costante da sud tra i 10 e i 15 nodi – hanno permesso al Comitato di regata di dare il via a due prove, entrambe svoltesi su un percorso a bastone lungo 12 miglia.
La prima regata, partita alle 11, è stata vinta da Magic Carpet Squared di Lindsay Owen Jones, seguito da J One di Jean Charles Decaux e da Y3K di Claus Peter Offen.
La seconda regata è partita alle 13 e 30: nuovamente primo Magic Carpet Squared, secondo Y3K, terzo J One.

La classifica generale dopo le quattro regate svoltesi da venerdì ad oggi è guidata da Magic Carpet Squared di Lindsay Owen Jones che si aggiudica il Nespresso Cup Trophy.

La classifica generale della Nespresso Cup:
1.    Magic Carpet Squared
2.    J One
3.    Y3K
4.    Indio
5.    Ryokan II
6.    Tiketitoo
7.    Kenora
8.    Dark Shadow
9.    Gibian
10.  Esense

Questi i vincitori dei quattro raggruppamenti in cui è stata divisa la flotta dei Wally: Kenora vince nella Cruising Division; Ryokan II nella Performance Division; J One vince nel raggruppamento 80 piedi e Y3K nel raggruppamento oltre 100 piedi.

Photo Gilles Martin-Raget/Nespresso Cup 2010

Caccia alle balene, il banzai del Giappone

Un gruppo di animalisti chiede al presidente Obama la moratoria sulla caccia

Dal mare alle carte bollate. La battaglia tra i pescatori giapponesi e gli ambientalisti assume risvolti giudiziari con la richiesta di arresto per Paul Watson, l’ambientalista canadese forndatore di Sea Shepherd, l’associazione di difesa del mare, protagonista di numerose campagne in Antartico, per contrastare la caccia alla balena.
I fatti risalgono al febbraio scorso, quando la nave dell’associazione ingaggia il solito duello con le navi della flotta giapponese, per impedire una mattanza che Tokyo giustifica sotto la voce “operazione scientifica”, ma che ha il solo e unico scopo di rifornire i banconi di pesce dei mercati giapponesi e quindi i tavoli di sushi di balena, pietanza assai prelibata e ricercata, al pari del tonno rosso, anche questo in via di estinzione.
La questione scientifica si risolve unicamente nel fatto che i proventi della vendita della carne di balena vengono reimpiegati nell’attività di pesca: tutto qui. Il governo di Tokyo è quindi direttamente coinvolto.
I militanti di Sea Shepherd sono accusati di aver impedito alle baleniere giapponesi di svolgere la loro attività, impiegando addirittura delle misture chimiche che lanciate a bordo delle navi hanno causato il ferimento di un marinaio.
le autorità giapponesi hanno ottenuto un mandato di arresto per Watson ed ora cercano di trasformarlo in mandato internazionale attraverso la richiesta all’Interpol.
Non ci sono conferme ufficiali di questa azione, ma è sufficiente legger ebene nelle dichiarazioni del ministro giapponese dell’agricoltura, Hirotaka Akamatsu, per capire che il dado è tratto: “prenderemo decisioni definitive”, ha detto alla stampa, chiarendo che non si può lasciar correre davanti a un crimine com’è quello commesso da Watson.
Elementare.
Nei fatti gli ambientalisti, Watson in primo luogo, rispondono di aver lanciato sulla baleniera giapponese semplicemente del burro rancido e non dei prodotti chimici: una bomba puzzolente e null’altro, insomma, senza alcuna intenzione di ferire qualcuno.
“E’ una iniziativa politica”, commenta Watson, non credo che l’Intepol concederà alcuna estradizione e noi continueremo a ostacolare la caccia alle balene”. Elementare.
Forse ricorderete in quel febbraio scorso l’avveniristico trimarano dell’associazione, lo Steve Irwin, seriamente danneggiato nella collisione con una baleniera nell’oceano Antartico, un vero e proprio speronamento che ha portato all’affondamento dello scafo ambientalista.
Salito a bordo di una delle baleniere per formalizzare la protesta per un cmportamento inaccettabile, il capitano ambientalista Peter Bethune, è stato trattenuto a bordo e quindi portato in giappone dove è detenuto dal 12 marzo scorso, con le stesse accuse rivolte a a Watson.
Adesso non resta solo che l’Australia- da sempre in contrasto con Tokyo per la caccia alle balene- porti anch’essa il Giappone in tribunale, passando dalle minacce alle vie di fatto, e aprendo una volta per tutte un’azione legale che potrebbe indurre a più miti appetiti i ghiotti e cocciuti giapponesi.

Nerone Caput Mundi

Nel mondiale Farr 40 lo scafo di Massimo Mezzaroma si accende nell’ultima giornata di regate e conquista il titolo.
 
L’evento Rolex approdato quest’anno nell’isola di Santo Domingo a Casa de Campo ha messo in evidenza un alto tasso tecnico e come sempre Nerone è tra i primi della classe. Dopo aver mancato lo scorso anno per un soffio il titolo a Porto Cervo, lo squadrone capitanato da Massimo Mezzaroma e Vasco Vascotto ha messo in acqua la grinta di sempre, un grande agonismo e potenzialità.

All’ultima giornata Nerone si trovava a 2 punti dal vertice della classifica, comandata da Transfusion (vera e propria sorpresa del campionato).
La regata parte con condizioni di vento intorno a 10/12 nodi di intensità da nord est, che si traduce in vento instabile di direzione.

E’ una vera bagarre, Barking Mad vuole dimostrare ancora di essere il numero uno, Nerone deve tirar fuori “gli attributi” per battagliare fino in fondo.  Flash Gordon, dal fondo della classifica, pesca il jolly e vince l’ottava manche di questo mondiale. Seconda piazza per Barking Mad, terzo Transfusion, quarto Nerone: Cardiopalma.

Il vento continua a “Shiftare”, doppio lavoro per i tattici, Reggio da il via della nona prova. Nerone al centro dell’allineamento, Barking Mad e Transfusion in barca comitato. Il vento oscilla tra i 12 e i 14 nodi d’intensità, entrare nel salto giusto vuol dire molto.
Al primo giro di boa, due posizioni di vantaggio per Nerone su Transfusion, per i deboli di cuore è meglio non guardare i “Twits” dal camo di regata. La poppa vede un Nerone grintoso come non Mai, Vascotto esalta i suoi e compie il miracolo, a metà prova, primo Nerone, quarto Transfusion, si salvi chi può!! Cardiopalma, Nerone vince davanti a Estate Master e Barking Mad, Transfusion è quinto, il titolo è  portata di mano.

Un gran mondiale, malgrado un giorno senza regate le prove sono alla fine dieci. Si parte per l’ultima, Vascotto fiuta il vento come pochi sanno fare, sente che è il suo momento. Barking Mad prende la testa della regata, Nerone è davanti e Transfusion, un duello di strambate, Vascotto è “in fase” con il vento, entra in ogni salto, Signorini porta al massimo della velocità la barca, coadiuvato da tutto al team. E’ un mondiale che non può più sfuggire, la “Gold Flag” è una vera liberazioni, tutti si inchinano a ITA1972.

Il mondiale Farr 40 parla italiano, la voce di Massimo Mezzaroma, armatore di Nerone si sente, eccome. E’ il trionfo di un team che negli ultimi anni ha collezionato 2 mondiali, due europei e tanto spirito di gruppo. Le prime parole di tutti sono per Antonio Sodo Migliori che “infortunato” a casa ha gioito al successo, anche per Simon, investito da un’auto il giorno prima di partire per i Caraibi. Un successo voluto con il cuore, arrivato con la testa e la convinzione di essere vincenti. Per Vasco Vascotto questo è il  titolo mondiale numero 18, ma è difficile pensare che lui non pensi già alla prossima regata da vincere.

“Questi ragazzi sono stati fenomenali – sono le parole di Massimo Mezzaroma armatore di Nerone – hanno dato il cuore e ci hanno messo la testa, sapendo di avere tutte le carte in regola, avevamo già vinto un titolo iridato, ma questo ha un sapore forte, è un gruppo incredibile”

“Sono soddisfatto come non mai – si esprime felice Vasco Vascotto, tattico di Nerone – abbiamo regatato bene, mi sono sempre sentito in fase con il vento, questo è il mio modo di regatare, di leggere il vento, le situazioni difficili e tutti quei momenti che ci hanno fatto andare più veloci degli altri. Dedico questa vittoria ad Antonio Sodo Migliori, purtroppo quello sfortunato incidente non gli ha permesso di essere qui con noi a festeggiare, ma come promesso, brinderemo insieme.”

“E’ un gruppo fantastico ed è stata una settimana dove sentivo che avremmo vinto – sono le parole di Massimo Bortoletto, team manager e mainsail trimmer di Nerone – quando il primo giorno eravamo convinti di esser partiti in anticipo e abbiamo dovuto rincorrere, quando nei momenti difficili siamo sempre riusciti a riprenderci, allora ho creduto in questo gruppo.”

“FAR(R)ONI”  DEL MONDO

Armatore / Drizzista: Massimo Mezzaroma
Timoniere: Alberto Signorini
Team Manager / Randista : Massimo Bortoletto
Tattico: Vasco Vascotto
Tailer: Victor Marino
Tailer: Cesare Bozzetti
Grinder: marco Carpinello
Jolly: Giulio Scarselli
Albero: Pablo Torrado
Prua: Paolo Bottari 
Antonio Sodo Migliori
Simon Cardinale
Sarah J. Okane

CLASSIFICA:

1 NERONE MASSIMO MEZZAROMA ITA 1972 2 5 5 2 1 1 7 4 1 2 30 
2 TRANSFUSION GUIDO BELGIORNO-NETTISAUS 6422 1 1 3 3 2 6 5 3 5 3 32
3 BARKING MAD JIM RICHARDSON USA 50955 4 3 1 10 3 3 8 2 3 1 38

A Traiano un Vento di Sardegna

Quarta vittoria alla Roma per 2 per Andrea Mura e Guido Maisto, a bordo del 50’ “Vento di Sardegna”., un progetto di Andra Felci.

Hanno tagliato oggi il traguardo per primi alle ore 11.44. Erano partiti domenica scorsa alle ore 11 da Riva di Traiano. Solo 6 minuti dopo di loro, sono giunti i francesi Thierry Bouchard e Oliver Krauss, a bordo del classe 40’ “Mistral-Loisirs”. Ma a stupire maggiormente per le sue prestazioni è stato forse il Felci 61’ degli armatori alto-atesini Gregor Stimpfl e Alberto Taddei che, impegnato nella Roma per Tutti (partito quindi domenica alle ore 12.30), ha concluso la regata a Riva di Traiano alle ore 12.16, solo un’ora dopo “Vento di Sardegna”. “Hagar II” è quindi primo in tempo reale della Roma per Tutti, ma per conoscere il vincitore in tempo compensato bisogna aspettare l’arrivo di tutta la flotta.

Alle 13.35 è giunto a Riva di Traiano un altro classe 40’, “Calaluna”, portato da Mario Amati e Sam Manuard, che sono quindi terzi assoluti della Roma per 2.

Il resto della flotta è atteso nel pomeriggio a Riva di Traiano.

Nella regata su percorso più breve (fino a Ventotene e ritorno per un totale di 220 miglia) è stato “Andromeda”, il Comet 51 sport dell’Associazione sportiva Trainingship, comandato da Alessandro Bertoldi e timonato dallo skipper Michele Vaccari e dal suo equipaggio, a tagliare per primo il traguardo di Riva di Traiano ieri alle ore 6.00 di mattina, primo in tempo reale della regata “Riva per Tutti”, impiegando 41 ore e mezzo per percorrere 220 miglia che separano Riva di Traiano-Ventotene-Riva di Traiano.

Dietro a lui “Striptease”, Tripp 40 di Riccardo Maria Serranò che è arrivato alle ore 10.52. Poco dopo, alle ore 11.02, è stata la volta di “Saudade”, Hanse 370 di Alessandro Fiordiponti. Alle ore 12.28 ha tagliato il traguardo, quarto, “Albarossa”, il piccolo Dufour 34’ della scuola di vela Granlasco, portata dallo skipper Fabrizio Parodi insieme all’equipaggio di allievi. Quinto della regata “Riva per Tutti”, infine, “Baruffa”, Comet 50 di Luigi Corsaro. Bisogna aspettare ora la classifica in tempo compensato per poter proclamare i vincitori.

Numerose le imbarcazioni impegnate nella regata che si sono ritirate la notte scorsa, non tanto per il forte vento di Maestrale sui 20/25 nodi, ma soprattutto per le difficili condizioni di mare mosso.

L’unica imbarcazione impegnata nella Riva per 2 (fino a Ventotene e ritorno a Rdt) che ha terminato il percorso è stata “Fieramosca”, NSX 42, portata dalla coppia tutta al femminile composta da Lucia Pozzo e Clelia Sanna, che sono quindi le vincitrici assolute della regata.

Aggiornamenti sul sito www.romaper2.com

La vittoria è un lavoro di gruppo

Teamwork si aggiudica il Gran Premio d’Italia Mini 6.50

Alle 10 e 40 di questa mattina gli svizzeri Etienne David e Stéphane Le Diraison a bordo di Teamwork hanno tagliato la linea di arrivo del Gran Premio d’Italia Mini 6.50 vincendo la quarta edizione della regata organizzata dallo Yacht Club Italiano.

Durante la notte l’equipaggio svizzero ha guadagnato terreno e staccato il suo diretto avversario, Marina di Loano degli italiani Andrea Caracci e Gaetano Mura.

Etienne David ha regatato a lungo sui Laser e sulle classi olimpiche 470 e Tornado prima di partecipare con Pierre Felhmann alla Whitbread 93-94.

Dopo aver vinto la Bol d’Or nel 2004, approda ai Mini 6.50 e nel 2006 vince il Triangle du Soleil.

Stéphane Le Diraison ha una lunga carriera a bordo dei Mini 6.50 e annovera nel suo curriculum un secondo posto nella Transat 650 del 2007 (di cui ha vinto la prima tappa La Rochelle-Funchal), un secondo posto al Map Trophy e un terzo posto al Mini Fastnet 2006.

In seconda posizione nel Gran Premio d’Italia mini 6.50 è Marina di Loano di Andrea Caracci e Gaetano Mura: l’equipaggio si trova al momento al largo di Portofino e arriverà a breve a Genova.

Mantengono la terza posizione (e la prima tra i Mini di serie) Andrea Pendibene e Nicolas Beranger a bordo di Intermatica: navigano all’altezza di Livorno.

L’arrivo del resto della flotta è previsto nella giornata di oggi e nelle prime ore di domani.

L’andamento della regata può essere seguito cliccando su www.yci.it o www.gpi-mini650.com.