Blu, blu, la vela è blu

La nuova edizione della rassegna si terrà Dal 28 Febbraio al 3 Marzo negli spazi espositivi della Fiera di Roma, lungo l’autostrada per Fiumicino. Dalla Nautica alla subacquea, ce n’è per tutti i gusti. Ma
una menzione di merito spetta alla vela, con numerose manifestazioni e tanti ospiti eccellenti e, soprattutto, una mega piscina per veleggiare

In barca a vela, spinti dal vento, scivolando sull’acqua. Né al mare né al lago, ma all’interno di uno dei grandi padiglioni espositivi hi-tech della
nuova Fiera di Roma sulla Roma-Fiumicino: è quanto sarà possibile provare, per molti giovanissimi
visitatori al BIG BLU, il salone della nautica che aprirà i battenti a Roma giovedi 28 febbraio per concludersi lunedi 3 marzo. Questo vero e proprio
battesimo della vela si potrà svolgere nella Fiera grazie all’impegno della FIV (Federazione Italiana Vela) e di UCINA (la Confindustria della nautica), e
con la collaborazione di Expo Blu (organizzatrice del salone nautico della capitale) e della stessa Fiera Roma.

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Brezza irachena in Costa Azzurra

E’ sotto sequestro conservativo l”Ocean Breeze’, il lussuoso yacht lungo 82 metri appartenuto al defunto dittatore iracheno. Era stato messo in vendita su internet per 24 milioni di euro. Ma Baghdad lo reclama.

Il tribunale di Nizza – dove l’imbarcazione si trova attraccata al porto dal novembre del 2007 – ha congelato la vendita dallo scorso 31 gennaio secondo la richiesta del governo iracheno convinto che sia di proprieta’ dello Stato.

Lo yacht e’ un vero e proprio gioiello: decorazioni in oro, argento, legno di mogano e marmo, blindato, dotato di un lanciamissili e un mini-sommergibile per la fuga, con piu’ piscine e saune, decine di camere e saloni con maxi schermi, una moschea, un mini ospedale. Era stato commissionato nel 1979 da Saddam Hussein, non appena arrivato al potere, ai cantieri navali danesi Helsingor Vaerft. Gli fu consegnato nel 1981 e Saddam lo chiamo ”Qadisiyah Saddam’, dal nome della vittoria degli arabi sui persiani nel VII/o secolo.

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Addio Capri, capricci di vento

La XV edizione della Roma per 2 e della “Roma per Tutti”, la classica regata di 535 miglia nata nel 1994, sul percorso Riva di Traiano-Capri-Lipari e ritorno, con equipaggio doppio o numeroso, avrà un nuovo percorso. Il passaggio obbligato a Capri si è rivelato negli anni sempre più difficoltoso per la flotta, costretta sovente a lunghe attese a causa della mancanza di vento.

Così il Comitato Organizzatore ha studiato una possibile diversa rotta ed ha deciso di fissare come nuovo passaggio obbligato l’isola di Ventotene, ottima
boa naturale, che dista 110 miglia dal porto di partenza e che consentirà un primo rilevamento della flotta da parte della Giuria. Le barche partecipantidovranno passare tra le isole di Ventotene e Santo Stefano, lasciando l’isola di Ventotene a dritta all’andata e a sinistra al ritorno.

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Tutto d’un soffio

Il francese Francis Joyon ha circumnavigato il globo in solitario, a tempo di record, impiegando appena 57 giorni. Ha polverizzato tutti i precedenti primati ed ha abbassato di ben 14 giorni il record dell’inglese Ellen Mc Artur. Un’impresa compiuta a 20 nodi di media, macinando 848 km al giorno.

Meglio di lui ha fatto solo un altro francese, Bruno Peyron, anche lui con un catamarano gigante, lungo oltre 30 metri, ma al comando di un equipaggio di funamboli, di marinai di prim’ordine rotti a tutto: ha impiegato 50 giorni. Joyon ha invece fatto tutto da solo e ha impiegato appena sette giorni in più, uno in meno del secondo tempo assoluto sul giro del mondo, compiuto in 58 giorni da Steve Fosset e la sua banda, anche qui un equipaggio di pirati.

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Sensini, soffia il vento di Pechino

Ad Auckland, in Nuova Zelanda, la surfista azzurra ha ancora una volta imposto la sua legge del Windsurf, anche con la nuova tavola olimpica, l’RS:X , che sarà protagonista ai Giochi di Pechino del prossimo agosto.
L’atleta italiana, plurimedagliata olimpica, che compira’ 38 anni il 26 gennaio, ha chiuso al secondo posto l’ultima regata di medal race, disputata con vento forte intorno ai 25 nodi, mentre la sua diretta rivale per l’oro, la neozelandese Barbara Kendall, e’ giunta solo quarta. L’estenuante duello durato 10 regate, si e’ concluso cosi’ a favore della campionessa azzurra, che ha chiuso prima in classifica generale a 21 punti, con due punti di vantaggio sulla Kendall. Terza la spagnola Marina Alabau con 41 punti.

In campo maschile il titolo mondiale è stato conquistato dal neozelandese Tom Ashley.

” E’ davvero una bella notizia per la vela e per lo sport azzurro”, ha commentato il ministro dello Sport Giovanna Melandri. ” Questa vittoria rappresenta per Alessandra Sensini l’ennesima bella prova di una carriera davvero leggendaria, fatta di capacità atletiche e tecniche, grinta e tenacia”, ha aggiunto Melandri: “doti che le atlete azzurre ogni giorno di piu’ dimostrano di possedere. Gli appassionati e gli sportivi dopo la vittoria mondiale di oggi, adesso fanno il tifo affinche’ la talentuosa e tenace Sensini si faccia nuovamente valere anche in occasioni delle Olimpiadi di Pechino”.

Intervista ad Alessandra Sensini

“Vincere è sempre bellissimo e nell’anno olimpico è una cosa speciale”

Risuonano gli inni e gli applausi durante la festosa premiazione di piazza a Takapuna (Auckland, Nuova Zelanda) per il mondiale del windsurf olimpico classe RSX. E’ il trionfo della capitana azzurra Alessandra Sensini, che riceve le ovazioni di amici e avversari.

“Vincere è la cosa più bella per un atleta, e oggi è bellissimo. E’ stato un campionato difficile perché abbiamo regatato in tutte le condizioni di vento e di onda. Vincere così è importante, ha un significato tecnico notevole, soprattutto a 7 mesi dalle Olimpiadi. Sono proprio felice, e c’è di più: è la terza volta che mi capita di vincere il titolo mondiale nell’anno dei Giochi, era successo nel 2000 prima di Sydney e nel 2004 prima di Atene…”

Questo risultato cambia qualcosa in vista delle Olimpiadi di Pechino (Qingdao) 2008 in agosto?

Non cambia niente in termini di preparazione e concentrazione. Ma questa vittoria mi dà la consapevolezza che stiamo facendo un buon lavoro, siamo sulla strada giusta. Una strada che sarà ancora molto lunga, sappiamo che c’è ancora tanto lavoro da fare e non ci tireremo indietro. Diciamo che questo mondiale mi aiuterà ad affrontare questi mesi di preparazione, è sempre una cosa che resta nella storia e per un atleta questo è la soddisfazione più grande.

Quali le avversarie più temibili?

Non c’è solo Barbara (Kendall, ndr): sono tante, molte giovani e preparate, nelle condizioni di Qingdao (si prevede vento leggero, ndr) saranno tutte fortissime e temibilissime. Ci sono ancora alcune nazioni che devono qualificarsi, ma ormai la flotta olimpica è chiara, e le mie avversarie le conosco tutte. Sarà dura comunque, ma eccomi qua.

A chi dedichi questo titolo iridato?

Non faccio una dedica particolare, ma voglio ringraziare soprattutto Paolo (Ghione, tecnico federale della classe RSX, ndr), che coordina tutta la mia preparazione sia a terra che in mare, e tutto il mio staff. Dobbiamo essere soddisfatti, abbiamo fatto le cose giuste, mi hanno seguita al meglio. E ora ricominciamo: abbiamo molto ancora da studiare, migliorare, ottimizzare.

Come giudichi gli altri italiani di questo mondiale?

Flavia (Tartaglini, ndr) non è contenta, è la più esperta e puntava più in alto. Laura (Linares, ndr) aveva come obiettivo il 15° posto e l’ha quasi ottenuto (16°, ndr). Quanto a Fabian (Heidegger, ndr) è stato sicuramente penalizzato dall’ultima prova di flottai. Gli uomini sono partiti dopo di noi, che avevamo appena finito con vento leggerissimo quasi in bonaccia, e durante la loro regata il vento è girato di 180°, chi era primo si è ritrovato ultimo e viceversa. Questo ha influito sul suo piazzamento finale, ma Fabian è giovane, forte, è un atleta, e tornerà ai suoi livelli. Bravo “Bart”, Federico Esposito, un ottimo mondiale il suo.

A Takapuna, Sensini

Esordio in grande stile per la surfista italiana che con due primi posti di manche balza in testa alla classifica provvisoria del Mondiale neozelandese. Brava anche Laura Linares, che si colloca al 6° posto in generale.

E’ iniziato a Takapuna Beach nella baia di Auckland in Nuova Zelanda, il campionato del mondo 2008 del windsurf olimpico classe Neil Pride RS:X. Un appuntamento di grande importanza nell’anno olimpico, che vede la presenza record di quasi 200 atleti da 49 nazioni, con tutti i più grandi specialisti e quindi le future medaglie olimpiche. La prima giornata, che si è disputata con vento medio-leggero da Nord-Nord-Est di 6-8 nodi, è stata positiva per la capitana azzurra Alessandra Sensini che ha vinto entrambe le manche della sua batteria ed è al comando della classifica provvisoria.

Nella flotta femminile (76 atlete) con grande autorità Alessandra Sensini (1-1) è al comando della classifica davanti alla fuoriclasse di casa Barbara Kendall (2-1) e alla giovane francese Charline Picon (1-2), quindi alle due spagnole Marina Alabau (4-2) e Blanca Manchon (2-4), mentre la baby Laura Linares (3-3) è al sesto posto e precede la prima cinese Peina Chen (5-3) e l’oro olimpico di Atene 2004, la francese Faustine Merret (3-5). La polacca Zofia Klepacha, campionessa mondiale in carica, è al 14° provvisorio (10-6).

In campo maschile (117 concorrenti) migliore italiano è Federico Esposito al 22° posto provvisorio (9-15), con l’azzurro Fabian Heidegger al 28° (20-8). In testa il grande favorito e idolo di casa, il neozelandese Tom Ashley (3-1), a pari punti con l’israeliano Shahar Zubari (1-3), sorpresa della prima giornata , e con lo spagnolo Ivan Pasto Lafuente (2-2). Gli altri italiani: 55° Guido Carli, 88° Marcantonio Baglione, 115° Alessandro Giannini e 117° Michele Cicerone.

In segno di lutto per la recente scomparsa di Sir Edmund Hillary, il leggendario scalatore che conquistò l’Everest ed eroe nazionale neozelandese, molti atleti hanno corso le regate con un nastro nero sulle vele.

Il campionato è ancora lungo e difficile, con un programma che prevede ancora batterie di qualificazione per due giorni, seguite dopo un giorno di riserva (giovedi 16) da tre giorni di regate di finale con le flotte divise in Gold, Silver e Bronze a seconda del piazzamento. Quindi le due flotte Gold con i migliori delle classifiche maschile e femminile si contenderanno i primi 10 posti che qualificheranno per la finalissima Medal Race, in programma sabato 19 (con il formato che sarà usato anche alle Olimpiadi: punteggio doppio e non scartabile) che deciderà i titoli iridati 2008 della tavola olimpica e i due podi.

[Mondiale Windsurf RSX]
[Alessandra Sensini, sito ufficiale]

Olimpiadi, da Melbourne il via col vento

Ben 9 mondiali di classi olimpiche nei primi 40 giorni dell’anno. Molti gli equipaggi azzurri impegnati, a cominciare da Pietro e Gianfranco Sibello che (con un primo, un nono ed un secondo posto) si trovano al settimo gradino della classifica provvisoria dei Mondiali del 49 er, la nuova acrobatica classe olimpica.

Il 2008 è l’anno della vela olimpica, e non solo per i Giochi di Pechino che avranno inizio l’8 di agosto (le regate veliche si disputeranno a Qingdao): lo yachting a cinque cerchi è in grande crescita e continua evoluzione in tutto il mondo, tra nuove regole, circuiti internazionali, qualifiche e selezioni olimpiche, nuove specialità all’orizzonte e tanti volti di atleti, che si preparano ad essere (o sono già) i personaggi della grande vela del futuro.

Nei primi 40 giorni dell’anno, tra l’Australia e la Nuova Zelanda si disputano ben 9 campionati del mondo. Archiviato il grande evento del 2007 dei mondiali unificati in Portogallo, a Cascais, che ha qualificato il 75% delle nazioni per le Olimpiadi in ogni classe, gli appuntamenti di queste prime settimane sono fondamentali per varie ragioni: in palio ci sono gli ultimi posti-qualifica per i Giochi, ma soprattutto la prima verifica dello stato di forma in avvio di stagione, con un confronto ravvicinato tra tutti i favoriti e le future medaglie olimpiche di Qingdao.

Ecco in ordine di tempo gli appuntamenti in programma: si è cominciato da Melbourne nella baia di Port Phillip con il Mondiale della classe acrobatica 49er.

La prima giornata di qualifiche con vento medio-forte e sole intenso ha visto un buon avvio degli azzurri Pietro e Gianfranco Sibello, Fiamme Gialle di Alassio, che grazie a tre piazzamenti positivi (un primo, un 2° e un 9° di manche) sono al 7° posto della classifica. In testa i fratelli danesi Hansen, davanti agli australiani Outteridge-Austin. I giovani Giuseppe Angilella e Pietro Zucchetti sono al 24° posto ma con due ottimi piazzamenti di manche (4-2-22). Il Mondiale 49er prosegue fino al 9 gennaio, quando è in programma la finale Medal Race.

Da segnalare anche che nelle stesse acque si sta svolgendo il Mondiale della classe 29er, dedicata ai giovani e considerata propedeutica al 49er olimpico. In gara due equipaggi italiani: dopo 4 regate 43° Riccardo Camin-Giacomo Grosselli e 60° Pierluigi Videsott-Lorenzo Franceschini.

A seguire sarà la volta del campionato del mondo del windsurf olimpico RS:X, maschile e femminile, in programma dal 12 al 20 gennaio a Takapuna in Nuova Zelanda. Al via una squadra azzurra molto competitiva e motivata, guidata dalla campionessa olimpica Alessandra Sensini, e composta tra le donne dalle giovani Flavia Tartaglini e Laura Linares, e tra gli uomini da Fabian Heidegger, giovane atleta di Bolzano che si è messo in evidenza nel 2007 con una stagione culminata con un 4° posto alle Preolimpiche proprio a Qingdao.

Dal 21 al 29 gennaio tocca al Mondiale del singolo pesante Finn, ancora in Australia a Victoria. Due azzurri in gara: Riccardo Cordovani e Giorgio Poggi, a caccia della qualifica per nazione (il Finn è una delle uniche due classi su 11 nelle quali l’Italia non è ancora qualificata per Pechino 2008) e di un risultato positivo anche in termini di piazzamento. Date quasi identiche, dal 21 al 30 gennaio, per il Mondiale del doppio 470. Tre equipaggi azzurri in campo maschile: gli ex iridati Gabrio Zandonà e Andrea Trani (Marina Militare), recenti vincitori del test preolimpico di Palamos in Spagna, e due coppie giovanissime, Luca e Roberto Dubbini, Fabio Zeni e Nicola Pitanti. Per le ragazze, partono tra le favorite le giovani azzurre Giulia Conti e Giovanna Micol, che sono leader della ranking internazionale da molti mesi.

Sempre nell’ultima settimana di gennaio (22-31) è il turno del Mondiale per il catamarano Tornado ad Auckland in Nuova Zelanda. L’unico equipaggio italiano è quello dei genovesi Francesco Marcolini e Edoardo Bianchi, già selezionati per le Olimpiadi. Febbre di vela olimpica anche a febbraio: dal 5 al 13 a Terrigal in Australia è il turno del Mondiale per il singolo leggero Laser, con tre azzurri convocati: Diego Romero, Michele Regolo e il giovane Marco Gallo. La classe ha ottenuto la qualifica olimpica per nazione, e questo appuntamento servirà per la selezione italiana, con l’imperativo di un piazzamento tra le prime 10 nazioni.

Quindi negli USA, a Miami, per chiudere la lista dei mondiali con il triplo femminile a chiglia Yngling (8-15), che schiera al via le azzurre Chiara Calligaris, Francesca Scognamillo e Giulia Pignolo, che sono a caccia della qualifica per nazione e di un piazzamento significativo.

Oltre i mondiali
Più avanti si intravedono già altri appuntamenti importanti: ai primi di marzo la Bacardi Cup a Miami per la classe Star, ultima prova di selezione italiana con Diego Negri e Luigi Viale che difendono la leadership dagli attacchi di Francesco Bruni-Gilberto Nobili, Alberto Barovier-Ferdinando Colaninno e Silvio Santoni-Sergio Lambertenghi. Poi il Mondiale del singolo femminile Laser Radial in Nuova Zelanda (13-20 marzo) e il via al circuito internazionale con le tappe di Palma di Maiorca, Riva del Garda, Hyeres, Medemblik e Kiel, inframmezzate dai vari campionati Europei e da raduni tecnici federali di allenamento, fino ad arrivare ad agosto, il mese delle Olimpiadi cinesi. Oltre 50 tra atleti e tecnici, campioni in corsa per una Olimpiade di vertice e giovani di belle speranze: gli azzurri sono tutti alla ricerca della forma e dei risultati migliori, nell’anno più importante, quello che il mondo della vela dedica alla sua vocazione di sport olimpico. Per tutti è fondamentale poter contare sull’interesse e sul sostegno degli appassionati e degli amanti della vela: è l’anno del tifo per la vela olimpica.

[il sito ufficiale della Federazione Internazionale Vela ]
[la Federazione Italiana Vela]

Sydney-Hobart. Wild Oats è il diavolo di Tasmania

Il super maxi australiano Wild Oats si aggiudica la prestigiosa regata per la terza volta consecutiva, eguagliando il record di Morna, vittoriosa negli anni 1946/47/48.
Mai in discussione la vittoria dello scafo di Bob Oatley, timonato da Mark Richards, che non ha mai mollato la testa della regata, lungo le 628 miglia del percorso che divide la metropoli australiana Sydney dalla capitale dello Stato di Tasmania, Hobart. Resta tuttavia imbattuto il primato di 1 giorno, 18 ore, 40 minuti e 10 secondi stabilito nel 2005 proprio da Wild Oats, quando il maxi di oltre 30 metri di lunghezza fu spinto da un vento favorevole che, se pure impegnativo, lo spinse al traguardo a tempo di record.

Funestata negli anni da tempeste e drammi, come nel 1998 quando sei velisti persero la vita in mare, la 64 esima edizione della Sydney-Hobart è stata quest’anno segnata da mare piatto e vento debole. Al secondo posto si è piazzato il maxi britannico City Index Leopard, mentre terzo è giunto Ichiban e solo quarto Skandia, un altro dei favoriti della vigilia, già vincitore della prova.

Adesso non resta che il poker.

Wild Oats, come prima, forse più di prima

Come da previsioni, il favorito della vigilia, il super maxi Wild Oats, guida la flotta delle 82 barche in gara in questa classica dell’altro emisfero, che parte proprio il giorno di Natale dal Sydney Harbour, la splendida baia della metropoli australe, per approdare nell’isola di Tasmania, nella capitale Hobart, dopo 628 miglia di oceano.

L’oceano è subito lì, appena attraversate le porte del Sydney Harbour, l’immenso e spettacolare golfo di Sydney che penetra per oltre 22 chilometri all’interno del territorio. Tutto intorno i giardini perennemente fioriti della più importante città australiana, con i grattacieli a specchio ed i vecchi “docks”, le banchine che accoglievano i bastimenti del secolo scorso, a fare da cornice.

La partenza della Sydney-Hobart è una vera festa nella festa, una tradizione irrinunciabile per la città.

Wild Oats è il grande favorito, spinto dall’entusiasmo delle due precedenti vittorie consecutive, nelle edizioni del 2005 e del 2006, spera di cogliere un record storico, quello delle tre vittorie consecutive che in 62 anni di storia della regata è stato appannaggio di una sola barca, Morna, che vinse nel 1946, nel 1947 e nel 1948. Ma non sarà cosa facile, perché a contrastare la marcia dello scafo australiano ci sono almeno altre due barche, entrambe agguerritissime, Scandia, vincitrice nel 2003 e l’inglese Leopard. Quindi, l’americana Rosebud.

Nella prima giornata di mare Wild Oats ha guadagnato un distacco di appena 8 miglia sulle prime due, mentre sono 22 le miglia che la separano dall’americana.

In una regata che sin dal suo esordio nel 1945 è stata segnata spesso dalle burrasche e dalle tragedie, le condizioni meteo non sembrano una minaccia quest’anno: la flotta è accompagnata da una leggera brezza di nord est, ideale per veleggiare verso sud, con le previsioni che parlano di un’intensificazione ma non di condizioni estreme. Nessuna possibile limatura dunque al record di

1 giorno, 18 ore, 40 minuti e 10 secondi, stabilito proprio da Wild Oats nel 2005, ma neppure la tragedia del 1998, per esempio, quando una burrasca senza pari si abbatté sulla flotta, affondando 7 barche e portandosi via 6 velisti, scomparsi tra i flutti. Oppure dell’edizione del 2004, quando su 116 barche partenti ne giunsero a destinazione soltanto la metà ed una affondò. Proprio le tragedie hanno consigliato negli anni gli organizzatori di modificare il regolamento iniziale, permettendo l’iscrizione solo ad equipaggi professionisti: la Sydney-Honart perse forse un po’ il suo fascino di grande regata popolare, di festa stramarinara, aperta a tutti, ma ne guadagnò in sicurezza.

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Azzurri, quando il gioco si fa duro

Due medaglie azzurre nelle regate di Palamos, in Spagna, Gabrio Zandonà e Andrea Trani vincon nel 470 maschile, Larissa Nevierov è terza nel Laser Radial.

Giornata finale con vento forte a raffiche e onda formata, condizioni difficili che hanno reso spettacolari le finali Medal Race tra i top ten di tutte le classi.

La vela azzurra torna dalla tappa spagnola di Palamos del circuito Eurolymp con due “medaglie”: il primo posto di Gabrio Zandonà (nella foto) e Andrea Trani nella classe 470 (1-2-9-4-3-2-4-4-bfd-10-1-3-2) con un 2° nella Medal Race e +7 sui primi inseguitori, gli iberici Sanchez-Ramos Lopez. Bene i giovani Fabio Zeni e Nicola Pitanti, ottavi e con un buon 6° nella Medal Race.

Ottimo anche il terzo posto nella classe Laser Radial di Larissa Nevierov (8-7-2-14-15-3-2-5-1-7-3-4-2), che grazie al 2° nella Medal Race ha conquistato un podio significativo alle spalle di due grandi protagoniste della stagione, la lituana Gintare Volungeviciute e la bielorussa Tatiana Drodzovskaya. Da sottolineare anche l’ottimo 7° posto finale della giovane Francesca Clapcich che è stata quinta nella Medal Race.

Chiusura sfortunata per Chiara Calligaris, Francesca Scognamillo e Giulia Pignolo (3-5-3-6-2-3-7-3-4-1-2-3-7) nella classe Yngling, dove partivano dal 3° posto ma una pessima Medal Race le ha fatte slittare al 5°. Vittoria francese con Le Berre-Ponsar-Deplanque.

Nella classe Laser standard maschile bravo Filippo Baldassari (28-9-22-27-10-1-20-14-14-9-5-12-5) che ha chiuso all’8° posto risalendo di una posizione grazie al 5° nella Medal Race, nella classifica dominata dall’olandese Van Vianen.

Nella classe 470 femminile Francesca Komatar e Sveva Carraro chiudono al 10° posto della classifica (10-ocs-7-bfd-8-6-3-5-9-10-11-8-9) vinta dalle tedesche Rottweiler-Kossatz.