Il più noto dei navigatori oceanici italiani torna ai monoscfafi con una nuova barca ed un nuovo bravo
co-équipier, Pietro D’Alì, col quale promette di formare una coppia formidabile.
Riemerge Giovanni Soldini, il navigatore solitario italiano più noto riappare nell’habitat apparentemente a lui più congeniale, i monoscafi oceanici, dopo un periodo non brillante al timone del trimarano Tim, il purosangue da velocità che non gli è stato mai del tutto fedele. Anzi, si è spesso imbizzarrito al punto di disarcionarlo.
Dall’archivio 17 novembre 2005
“Ho dovuto abbandonare il mio trimarano: il momento più brutto”
Oggi è stata varata la sua nuova barca, un 40 piedi con cui Giovanni lancia ancora una volta la sfida agli oceani, dopo le imprese con il 60 piedi Fila che lo hanno visto eroico vincitore dell’antico Boc, il giro del mondo in solitario, a tappe.
La nuova classe va molto di moda in Francia, terra d’adozione per “Jovannì” dalla Legion d’Onore conferitagli dall’ex presidente Chirac per il salvataggio dell’amica Autissier, naufraga in Antartide. E proprio a Lorient, in Bretagna, si è compiuto il varo del nuovo Telecom Italia, che ha toccato l’acqua all’interno di una ex base per sottomarini oggi convertita in un polo di barche da corsa.
Costruita in tempi record in soli cinque mesi, a partire dal 20 aprile, Telecom Italia è una barca veloce e solida, pur nel rispetto delle numerose limitazioni nei materiali costruttivi imposta alla classe, per renderla meno costosa e folle, e presenta una serie di caratteristiche innovative che la fanno apparire all’avanguardia rispetto a tutti i diretti concorrenti. La barca è costruita con un “sandwich” di epossidica, fibra di vetro e airex, laminata sottovuoto, per garantire una maggiore efficienza dei materiali.
Le forme dello scafo creano uno spigolo sulla fiancata, sulla falsariga di quanto abbiamo visto in Coppa America, sullo scafo di Luna Rossa per esempio, che forma un punto d’appoggio strategico per aumentare la potenza, soprattutto nelle andature al traverso e di bolina larga. Un bompresso orientabile è stato studiato per sostituire l’utilizzo del tangone dello spinnaker; i timoni sono formati da un composito di fibra di vetro e acciaio speciale, particolarmente rigido, un metodo rivoluzionario che permette di ottenere risultati di peso e rigidità paragonabili a quelli della fibra di carbonio, vietata in questa classe. Il piano velico in dacron, il meno nobile dei materiali con cui oggi vengono realizzate le vele, è stato studiato nei dettagli, mentre un sistema di pannelli solari montati sul tettuccio della tuga e sulla poppa dello scafo, garantisce la piena autosufficienza energetica della barca.
“Sono molto soddisfatto”, dice Giovanni Soldini: “la barca è bellissima e sono certo che sarà una delle imbarcazioni da battere nei prossimi anni. Non vedo l’ora di provarla”.
I primi test in mare nei prossimi giorni e poi gli allenamenti e la qualifica in mare con Pietro D’Alì, co-skipper di Giovanni nel primo appuntamento importante del 2007: la Transat Jacques Vabre, la transatlantica in doppio che partirà da Le Havre il 3 novembre con destinazione Salvador de
Bahia, in Brasile.
Buon vento, Giovanni.