Sydney- Hobart, l’ottava volta di Wild Oats

Si è conclusa con la vittoria dell’imbarcazione Wild Oats la 70 esima edizione della Sydney-Hobart, la regina delle regate australi. Il servizio è di Enzo Cappucci

Otto vittorie in dieci partecipazioni, Wild Oats impone la sua regola e taglia vittorioso il traguardo di Hobart, la capitale della Tasmania, isola Stato a sud della grande madre Australia, superando di una vittoria il record delle sette conquiste stabilito tra il 1946 ed il 1960 dalla storica Morna, divenuta poi Kurrewa IV.

Wild Oats

Il tempo impiegato non è da record, due giorni, due ore e due minuti (il record appartiene comunque a Wild Oats che lo ha stabilito nel 2012 con il tempo di 18 ore e 23 minuti), ma è bastato a regolare l’ultimo pretendente in ordine di apparizione, l’americana Comanche, appena varata, alla sua prima competizione in mare, la quale ha scontato un buco di vento che l’ha imprigionata a lungo dopo aver condotto in testa per tutto il primo giorno di regata, imprendibile al punto da gettare nello sconforto gli inseguitori.

Comanche

Ma, alla fine, mentre Wild Oats tagliava la linea del traguardo, Comanche aveva ancora dieci miglia di mare davanti a se. Di sicuro sarà un cattivo cliente per il prossimo anno, per la 71 esima edizione della più classica regata australe, che parte ogni anno nel giorno di Santo Stefano e che dall’irripetibile cornice della baia di Sydney raggiunge Hobart dopo 630 miglia di oceano. Al terzo posto un altro scafo americano, Rio 100.
Ma il vero vincitore resta il signor Syd Fischer, armatore di Ragamuffin -già due vittorie in carriera- che ha collezionato un’altra partecipazione alla veneranda età di 87 anni. Auguri!

Gli italiani d’Australia

Sfortunata ma esaltante la Sydney-Hobart di Francesco Mongelli e Giancarlo Simeoli. Il VOR 70 di Francesco Mongelli ha perso l’albero, mentre il maxi australiano Brindabella dove era imbarcato Giancarlo Simeoli ha rotto l’asse del timone

Rolex Sydney Hobart 2014 - Giacomo

Regata durissima, come sempre, e con tanti ritiri anche di barche importanti, tra cui quelle dove erano impegnati i due italiani arrivati fino a Sydney per partecipare a questa avventura: il VOR 70 Giacomo (ex Groupama) con a bordo Francesco Mongelli, e lo Jutson 80 Brindabella, con a bordo l’atleta del Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare Italiana Giancarlo Simeoli.

Rolex Sydney Hobart - Giacomo

Per il primo la regata è terminata per la rottura dell’albero; a fermare il secondo, una via d’acqua apertasi a poppa di Brindabella.

Francesco Mongelli“Certo me lo immaginavo diverso l’approccio alla Tasmania – scrive Francesco Mongelli – ed è stato un vero peccato, perché eravamo passati molto bene attraverso la prima notte di bolina con vento 25/30 nodi. Poi il secondo giorno di venti leggeri ed instabili ci aveva messo in difficoltà facendoci avvicinare dalle barche più piccole e leggere che arrivavano con il nuovo vento di poppa. Quando il vento è arrivato anche a noi abbiamo ricominciato a macinare miglia riguadagnando buona parte di quanto avevamo perso. Dopo qualche ora e qualche onda importante causata da un mare molto incrociato all’ingresso dello stretto di Bass, il nostro povero gennaker cede esausto lasciandoci affrontare le successive 200 miglia senza la configurazione ideale per la poppa con 12/15 nodi, un vero peccato! Nell’avvicinamento alla Tasmania il vento come previsto monta da 15 a 35 nodi in meno di 20 minuti.

15891147390_7c6d98f091_z

Finalmente queste sono le nostre migliori condizioni per percorrere le ultime 100 miglia, diamo una mano di terzaroli e il FRO (una vela da poppa frazionata per barche veloci con vento forte). La barca inizia ad essere veloce come dovrebbe, la velocità si mantiene oltre 20 nodi fissi il mare cresce altrettanto velocemente e così una planata a più di 25 nodi ci fa infilare la prua nell’onda successiva, cosa che per queste barche è da considerare normale, ma l’albero si carica all’inverosimile e qualcosa cede. In pochi attimi ci ritroviamo con il frullino in mano per sistemare l’albero rotto prima che distrugga la barca con lo sbattere delle onde. Ora navighiamo “tranquilli” verso Hobart a motore e con un armo di fortuna. Tutti stanno bene e si vede anche qualche sorriso. Prevediamo di arrivare sani e salvi prima che passi il prossimo fronte freddo. Il nostro ETA su Hobart è previsto tra due ore. Nel frattempo complimenti all’equipaggio di Wild Oats XI per la loro storica ottava line honours”.

15949969209_e71d97cda3_z

Giancarlo SimeoliChe le condizioni fossero dure lo conferma anche l’altro italiano impegnato in regata, l’atleta dell’Aeronautica Militare Italiana Giancarlo Simeoli, a bordo dello Jutson 80 australiano Brindabella, costretto al ritiro perché lo scafo aveva cominciato ad imbarcare acqua per la rottura dell’asse del timone:” La prova a cui sono sottoposti questi maxi yacht è simile ad una bolina con un laser all’ennesima potenza. Muri d’acqua fredda che si schiantano da altezze verticali gigantesche, facendo volare tutta l’imbarcazione, un susseguirsi di onde che deve essere assolutamente affrontato con il freno a mano tirato altrimenti il risultato è di un infinito lavoro al timone per salvarsi da uno schianto violentissimo. Peccato per il risultato, ma la regata, per quanto è durata, è stata esaltante”

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *