Vela, conclusa in India la seconda tappa del giro del mondo in equipaggio.
La barca svedese si aggiudica anche la seconda tappa della Volvo Ocean Race, la regata intorno al mondo in equipaggio, approdata a Cochin, in India, proveniente dal Sudafrica, a conclusione di 4450 miglia di mare. Un arrivo in sordina per ricordare le 195 vittime di Mombay. Non proprio il vuoto alle spalle, ma quasi.
La seconda al traguardo, la spagnola Telefonica Blue, deve registrare 90 miglia di distacco, mentre la “sister boat”, Ericsson 3 ne deve mettere nel conto 175. Poche o tante è una questione di punti di vista.
Si tratta di poche miglia di distacco perché su una distanza di 4450 miglia di mare, 8240 chilometri, lo scarto è in fondo limitato. E sono tante miglia di distacco per le stesse ragioni: perché prendere 90 miglia su una sola tappa con barche che sono sostanzialmente simili, tutte rigorosamente al limite, tutte tiratissime e tutte votate alla velocità, non è un affare da poco: anzi, è una sconfitta che brucia.
Ericsson 4, allora, con al timone il brasiliano Torben Grael, uno che sceso da Luna Rossa si è preso il lusso di vincere già la scorsa edizione di questo giro del mondo in equipaggio e di aggiungerlo alla sua collezione di medaglie olimpiche. Questo per dire del talento indiscutibile del personaggio, capace di passare con estema facilità da una specialità all’altra della vela, mettendo comunque il suo sigillo, come solo i grandi campioni possono e sanno fare. Coppa America, Olimpiadi e Oceano richiedono infatti attitudini e sensibilità tutte diverse: è come se un pilota d’automobili primeggiasse indifferentemente e allo stesso tempo in Formula Uno, nei rally e poi anche nella gare di durata. Un mostro, insomma. Ed è Torben Grael.
Pochi, anzi quasi nessun festeggiamento per quest’arrivo (vedete le immagini del video) notturno, con nemmeno un motoscafo a illuminare nel buio la barca al suo arrivo; nemmeno i colori di un bengala a squarciare la notte: niente.
Questa tappa indiana, creata ad hoc, come tante altre di questa Volvo Ocean Race (in totale sono 10 per complessivi 68 mila chilometri e non mancano certo la Russia e la Cina) per celebrare un mercato emergente, stravolgendo la sacralità dell’impresa, che un tempo, con altri nomi, contava solo 4 tappe, ha dovuto fare a meno dei lustrini che cercava, in segno di lutto per le 195 vittime dell’attentato terroristico di Mombay. Si riparte il 13 dicembre prossimo con tappa Singapore: altra “new entry” di un giro del mondo per affari.
Su Internet: Volvo Ocean Race
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