Numero velico: Ita 90
Colore: nero, il colore “naturale” del carbonio.
Luogo di nascita: lo scafo di Ita 90 è stato realizzato per conto del Mascalzone Latino-Capitalia Team presso la Marine Composite di Andora (Savona) ed è stato quindi trasferito a Burriana, in provincia di Castellon, presso il cantiere Longitud Cero di Ximo Lopez dove è stato allestito.
Modello e stampo: la fresatura del modello è stata effettuata presso la MTorres di Pamplona, società specializzata nell’automazione e ingegneria dei processi industriali. Lo stampo femmina è stato realizzato in carbonio a controllo numerico e poi spedito in Italia al cantiere di Andora, dove i tecnici guidati da Ximo Lopez hanno laminato lo scafo.
Materiali: “compositi avanzati”.
Per compositi si intendono materiali che accoppiano differenti prodotti: due “pelli esterne” costituite da fibre o tessuti (in questo caso di carbonio), impregnati con resine che, polimerizzando, danno al prodotto finito le caratteristiche meccaniche richieste. Il cuoreè sempre costituito da un materiale che ha il compito di mantenere distanti le due pelli, (nido d’ape). Gli scafi sono realizzati utilizzando tessuti preimpregnati con resine a percentuali costanti. Questo per ottenere un miglior controllo dei pesi, della qualità del manufatto finale e caratteristiche meccaniche omogenee. La polimerizzazione della resina si ottiene agendo sulla temperatura. Per far accoppiare perfettamente i vari strati si utilizza la tecnica del sottovuoto.
Progetto: il design group, guidato da Harry Dunning, ha lavorato in stretta collaborazione col sailing team. Per ottimizzare e affinare il progetto finale è stata ha utilizzata la vasca navale del National Research Council Canada Institute for Ocean Technology (St. John’s, Newfoundland). Sono inoltre state testate molte variazioni di forme di scafo e appendici con i più aggiornati e complessi software di
simulazione fluidodinamica.
Segni Particolari: la coperta è bombata (in termini tecnici si dice che ha il “bolzone”) e la prua ha un’inflessione che la fa sembrare più alta. Il regolamento impone infatti che il profilo del limite fra scafo e coperta sia una linea “continua, concava e avviata” con un raggio minimo di 20 metri.
Bulbo: con le sue venti (circa) tonnellate rappresenta la quasi totalità del peso della barca.
Pinna di deriva: la lama che sostiene il bulboè dotata di alettone mobile (il “trim-tab”), nonché di alette (winglets), è un pezzo di acciaio speciale lavorato dal pieno e alla fresa a controllo numerico.
Timone: la pinna del timone e le ruote (sono in tutto 4, due per parte per il timone e per il trim-tab, e pesano meno di un chilo ciascuna) sono arrivate via aerea dall’Australia.
Albero: È stato realizzato negli usa dalla Hall Spar di Bristol (Rhode Island). Il suo progetto è stato studiato dai designer del team.
Attrezzature di coperta: sono in gran parte fornite dalla Harken, l’azienda di proprietà americana che produce in Lombardia i pezzi di più alta tecnologia.
L’idraulica di bordo è state realizzata da Cariboni. Le componenti meccaniche di Poggipolini e componenti in composito di Riba Composites. Le manovre correnti (le corde che nel linguaggio nautico si devono chiamare “cime”) sono di un’altra azienda italiana veterana di Coppa America, la Gottifredi e Maffioli, tutte di fibre speciali ad altissima resistenza.
Vele: le vele (il vero il motore della barca) sono progettate da Giovanni Cassinari e Marco Savelli e sono tutte realizzate della North Sails in Nevada. Tutte le vele sono assemblate e rifinite nella veleria della base. Le vele da bolina, rande e genoa, vengono laminate in un pezzo solo con la tecnica 3 DL, utilizzando uno stampo tridimensionale che assume una forma molto simile a quella che avrà la vela in condizioni di lavoro. La struttura internaè costituita da fili continui, in Kevlar o carbonio, distesi dall’alto secondo lo schema prestabilito dal progetto. I gennaker e gli spinnaker (che hanno una superficie di oltre 500 mq) sono invece realizzati in modo più semplice, sempre su disegni molto personalizzati dai velai.
Elettronica: i dati fondamentali della velocità e dell’angolo del vento, insieme a quelli di velocità e direzione della barca sono i classici strumenti di misura che vengono captati e convogliati al computer principale di bordo, “miscelati” con quelli di GPS e di celle di carico (distribuite nei punti più delicati) e servono per avere sempre a disposizione, e in modo immediato, a tutto l’equipaggio, il rendimento della barca. I dati strumentali vengono registrati per tutto il tempo di navigazione della barca, e poi analizzati per conoscerne e migliorarne il rendimento globale. Una parte importante della strumentazione, utilizzata in allenamento ma non in regata -per l’eccessivo peso- è il sistema conosciuto come “Sailvision”, che grazie a delle telecamere sull’albero (e strisce colorate sulle vele) è in grado di riconoscere la forma della vela in navigazione e quindi di ottimizzarla.
La sfida riparte
Ita 90 porta la firma del Design Group di Mascalzone Latino-Capitalia Team, guidato da Harry Dunning. Il gruppo di ricerca e sviluppo comprende progettisti, scienziati e ingegneri, e può contare su un’esperienza globale di numerose partecipazioni all’America’s Cup. Oltre a Dunning, ne fanno parte: Will Brooks, Derek Clark, Rick Harris, Chris Mairs, Joe Laiosa, Mark McCafferty, Fabrizio Marabini, Duncan MacLane, Nicola Sironi.
I progetti delle vele sono firmati da Marco Savelli e Giovanni Cassinari.
Il team
Capitano del Mascalzone Latino-Capitalia Team è Vincenzo Onorato
Skipper Vasco Vascotto
Quattro i timonieri: Flavio Favini, Jes Gram-Hansen, Cameron Dunn, Vasco Vascotto.
Dell’afterguard fanno parte: Cameron Dunn, Flavio Favini, Jes Gram-Hansen, Rasmus Kostner, Michele Paoletti e Nacho Postigo.
Del sailing team fanno parte: Luca Albarelli, Matteo Auguadro, Lars Borgstrom, Cesare Bozzetti, Santino Brizzi, Maciel Cicchetti, Marco Constant, Pierluigi De
Felice, Daniele De Luca, Chris Dougall, Alberto Fantini, Giulio Giovanella, Flavio Grassi, Cristian Griggio, Pietro Mantovani, Andrea Mocchetto, Marco Montis, Edoardo Natucci, Massimo Paradiso, Andrea Pavan, Nicola Pilastro, Nacho Postigo, Angelo Romanengo, Guido Antar Vigna.
L’addestramento specifico di match racing è curato da Jes Gram-Hansen e Rasmus Kostner.
Il team è composto complessivamente di 99 persone, di cui 65 di nazionalità italiana.