10.000 Vele in nome delle donne

Un drappo rosso issato a riva da migliaia di barche ha idealmente unito i mari italiani domenica scorsa, da Trieste a Ventimiglia. Una manifestazione velica chiamata a testimoniare contro lo violenza sulle donne, fenomeno che sembra non avere argini, descritto purtroppo da numeri drammatici. Thalassa, di Rainews24, è stata all’Argentario, a Porto Ercole, dove l’iniziativa dell’Associazione di volontariato “10.000 Vele di solidarietà”, ha avuto il sostegno delle autorità locali, dell’Associazione Diportisti di Porto Ercole, che ha coordinato l’evento, e ha visto l’entusiasmo della più prestigiosa scuola di vela locale, la Argentario Sailing Academy.


Video e foto Roberta Flamini. Foto e Grafica Dolomiti

 

“Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise solo perché donne”.

Con poche parole, che sembrano però scolpite, la poetessa Alda Merini, scriveva un verso forse definitivo sul fenomeno del femminicidio.
Un dramma che sembra non aver fine e che solo i crudi numeri, insieme alla durezza della cronaca, possono forse risvegliare il torpore delle coscienze.
142 donne uccise nel 2018, 111 nel 2019, 91 nel 2020, con la percentuale più alta mai registrata di donne assassinate nel totale degli omicidi: il 40,6 per cento.
Mentre in questi primi sei mesi del 2021 le donne uccise sono 35: l’ultima delle quali appena pochi giorni fa, una ragazza di soli 16 anni, assassinata da un coetaneo.
Sono omicidi che si consumano soprattutto in ambito affettivo e domestico, con una percentuale allarmante che si è registrata lo scorso anno, in regime di confinamento domestico, arrivata al 90 per cento dei casi.
Nove donne su 10, insomma, sono state uccise in casa, da mariti o conviventi.
Un dramma che merita l’attenzione e la prevenzione di tutti.
Potrebbe forse sembrare sofisticato che a occuparsi di una tragedia simile ci provi un’associazione di velisti.
La vela è per molti versi uno sport elitario, non per tutti; ma è allo stesso tempo per tutti, non solo perché consente a tutti di apprezzare e vivere le bellezze del mare, ma anche perché è uno sport altamente formativo.
E’ forse l’attività sportiva che più di tutte evidenzia la parità di genere, dove più che l’identità di genere conta quello che sai dare in termini di apporto sportivo e soprattutto umano.
Non è raro, anzi; è piuttosto consueto vedere equipaggi misti in regata, come non accade forse per nessun altro sport.
L’Associazione di volontariato “10.000 Vele di solidarietà” ha cercato di accendere un faro sulla violenza alle donne, invitando a “cambiare rotta”, con uno slogan decisamente chiaro.
E lo ha fatto chiamando a raccolta quanti più velisti possibile, lungo tutte le coste italiane. Una giornata simbolo, con un drappo rosso da issare in alto, perché fosse ben visibile in mare e in terra.
Vi hanno aderito semplici cittadini, associazioni, circoli, e tantissime scuole di vela: lì dove si impara l’abc della navigazione.
Accostare alle scuole un filo di consapevolezza civica è il modo migliore per educare i giovanissimi alla giusto valore delle cose e delle persone: allenarli non solo nello sport, ma soprattutto nell’animo, perché possano “cambiare rotta” e fare che il domani sia almeno diverso dal presente.

Video e foto Roberta Flamini. Foto e Grafica Dolomiti