Luna Rossa, volano gli schiaffi

Polemiche a terra e in acqua sono il sale della Coppa America. Ma stavolta è molto diverso.
Un recente focolaio di Covid 19 che coinvolge 3 persone nei sobborghi di Auckland, la città neozelandese dove è in corso l’evento, ha costretto le autorità a decretare un lockdown di 72 ore e a sospendere le regate.
Eppure, proprio per fronteggiare l’evenienza di una chiusura, ma consentire comunque lo svolgimento delle gare, anche in questa sciagurata evenienza, il Comitato organizzatore della Coppa America (ACE) aveva concordato con il Challenger of the record, il rappresentante degli sfidanti, che si sarebbe corso lo stesso, con le dovute misure di sicurezza, ovvero senza pubblico. 
Luna Rossa intende far rispettare questa norma e tornare in acqua, a cominciare dal 19 di febbraio.
Ma neozelandesi e inglesi, Ineos Team Uk, gli avversari di Luna Rossa, sotto di 4 regate a 0, sembrano aver fatto fronte comune e hanno pesantemente criticato il team italiano, anche attraverso i giornali: “Il protocollo dà ragione a Luna Rossa, ma etica e decenza no”, si legge su uno dei principali quotidiani neozelandesi on line.
Se non si riprendesse a regatare entro il 19, come chiede il Team Prada Pirelli, la manifestazione non si concluderebbe entro il 24 febbraio, come da norme condivise e sottoscritte, che prevedono di regatare senza pubblico anche in caso di allerta 3 o 2, com’è quella attuale.
“Tanto più che l’allerta 3 prevede gli allenamenti e non si capisce allora perché”, dice Luna Rossa, “non si possano allora fare le regate senza pubblico”.
Una situazione che potrebbe costringere Luna Rossa a chiedere di decretarle la vittoria nella Prada Cup in virtù delle vittorie contro gli inglesi sin qui ottenute.
Insomma, la guerra è oramai aperta, in mare come in terra.
Ma intanto Luna Rossa e il suo equipaggio proseguono la preparazione in attesa delle decisioni e in vista della sfida decisiva, pronta a giocarsi in acqua il diritto di accedere all’America’s Cup, come spiega a Thalassa il suo Team Manager, Max Sirena, intervistato da Enzo Cappucci

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