Sibello, lo stratega

Lezioni di Luna Rossa. Con Pietro Sibello, randista e tattico di Luna Rossa Prada Pirelli, scopriamo la strategia di regata della barca italiana: come fiutare il vento nel difficile Golfo di Hauraki, a Auckland. L’intervista è di Enzo Cappucci

Lessons in Moon

Lezioni di Luna Rossa. Con Pietro Sibello, randista e tattico del Team Prada Pirelli, scopriamo come funziona la randa, la grande vela, motore della barca italiana. Oltre 215 metri quadri di superficie, realizzata con 22 mila chilometri di fili di carbonio: rigida come l’ala di un aereo, ma leggera come le ali di una libellula.
L’intervista è di Enzo Cappucci

Da Azzurra al Moro di Venezia a Luna Rossa: l’onda lunga dell’Italia della vela in America’s Cup

Si dice che Il nome Luna Rossa sia stato deciso alla fine di una cena in collina, quando il patron Patrizio Bertelli, il signor Prada, vide questa luna tonda, rossa e calante adagiarsi sul mare. Un presagio

In Italia la passione popolare per la vela nasce in un estate senza pallone e povera di calcio mercato. Era quella dell’83 e una barca tutta azzurra, con un nome che resta un capolavoro di fantasia e di marketing, tutt’ora insuperato – Azzurra, appunto, allietava la lettura dei giornali del mattino con le sue imprese all’America’s Cup in corso a Newport, negli Stati Uniti. Niente televisione, un po’ di radio, qualche commento sui quotidiani. Ma bastò perché la sfida dello yacht club costa smeralda, in pieno principato dell’Aga Khan, animasse lo spirito marinaro degli italiani. Azzurra – un 12 metri stazza internazionale, davvero preistoria- si fermò alle semifinali della Louis Vuitton Cup, la Prada Cup odierna.  Fu un successo dietro al quale c’era anche la mano dell’avvocato Agnelli e quella di un uomo meno noto ma di grande passione, Pasquale Landolfi. Quattro anni dopo, nell’avventura australiana, a Perth – la prima lontano dagli Stati Uniti, perché la Coppa fu vinta da Australia 2, dopo dopo un dominio americano durato 136 anni- Azzurra non brillò, e si chiuse così l’avventura del 12 metri italiano. Un altro consorzio italiano,Italia, non fece di meglio. Il bello però doveva arrivare qualche anno dopo, nel marzo del 1990, quando con uno sfarzo senza precedenti per una barca a vela, con un varo spettacolare nella cornice di Venezia sotto la sontuosa regia di Zeffirelli, nasceva un nuovo bucintoro, il Moro di Venezia di Capitan Gardini. A San Diego nel 92 il Moro vinse la Louis Vuitton Cup e si giocò la finale con America Cube, perdendola per 4 a 1.  Resta per ora l’unica vittoria di Coppa America di una barca italiana.  Si dice che Il nome Luna Rossa sia stato deciso alla fine di una cena in collina, quando il patron Patrizio Bertelli, il signor Prada, vide questa luna tonda, rossa e calante adagiarsi sul mare. Un presagio. Sei partecipazioni, questo è il biglietto da visita di Patrizio Bertelli, che nella speciale classifica di ostinati sfidanti, supera personaggi storici come il barone Bic (penne a sfera) e l’altro barone Lipton, il tè, che si fermò a 5. Nel 2000 a Auckland, dove la coppa è nel frattempo approdata – con l’esordio di mascalzone Latino- Luna Rossa vince la Louis Vuitton Cup per poi perdere malamente 5 a zero l’america’s Cup contro i detentori neozelandesi. Sempre i neozelandesi nel 2007 a Valencia, in spagna – dove i vincitori svizzeri di Alinghi hanno trasferito le regate- sconfiggono luna Rossa nella finale di Louis Vuitton Cup: un altro cappotto. Ecco perché le regate di Coppa con i neozelandesi del prossimo 6 marzo sono anche e semplicemente un conto aperto.

Luna Rossa è il Challenger della 36 edizione dell’America’s Cup

Luna Rossa Prada Pirelli vince la Prada Cup ed è ora lo sfidante alla 36 esima edizione della Coppa America.
Nelle acque di Auckland, in Nuova Zelanda, questa notte, il team italiano si è imposto per 2 regate a 0 sugli inglesi di Ineos Uk, raggiungendo così le 7 vittorie che gli consentono di contendere a Team New Zealand il Trofeo più antico dello sport.
Il servizio è di Enzo Cappucci

Luna Rossa. Parla Francesco Bruni, timoniere di Luna Rossa Prada Pirelli

Luna Rossa, 5 a 1 sugli inglesi

Luna Rossa ne vince una e ne perde un’altra.

Il team Prada Pirelli si porta così sul 5 a 1 nella finale di Prada Cup, che la vede opposta agli inglesi di Ineos Uk.
Questa notte, le 4 ora italiana, ancora due regate a Auckland, in Nuova Zelanda.
Il primo che arriva a 7 vittorie sfiderà i detentori neozelandesi della Coppa America.
Il servizio è di Enzo Cappucci

Luna Rossa, si torna in acqua. Vinto il braccio di ferro con i neozelandesi

Luna Rossa torna in acqua sul 4 a Zero nella Prada Cup: due regate venerdì notte contro gli inglesi di Ineos, senza pubblico e al termine di infinite polemiche e litigi per una sospensione causa Covid che l’ organizzazione dell’evento America’s Cup – ACE: una mera organizzazione logistica, che nulla ha a che vedere con il Protocollo di Coppa – avrebbe voluto imporre per un’intera settimana.
Il Team Prada Pirelli, ha fatto valere le sue ragioni, forte peraltro di un regolamento che non prevede sospensione delle gare per Covid, ma solo lo svolgimento in assenza di pubblico, sottoscritto e firmato da tutti i team, con data limite del 24 febbraio per la conclusione della finale di Prada Cup.
Concludere delle regate entro i termini stabiliti, è una regola basica per vale per ogni campo di regata, anche quelli sul lungomare di casa, figuriamoci per la Coppa America.
Luna Rossa avrebbe quindi potuto tranquillamente aspettare e vincere senza scendere in acqua, ma la sua sportività e il richiamo alle regole per giocarsela in regata sono il segno di una consapevolezza importante e di grande lealtà sportiva.
Con buona pace di chi si è preoccupato di offendere il Team italiano.
Ora non resta che finire il lavoro e mandare a casa gli inglesi.

Il servizio è di Enzo Cappucci.

Luna Rossa, la voce grossa

 Polemiche a terra e in acqua sono il sale della Coppa America. Ma stavolta è molto diverso.
Un recente focolaio di Covid 19 che coinvolge 3 persone nei sobborghi di Auckland, la città neozelandese dove è in corso l’evento, ha costretto le autorità a decretare un lockdown di 72 ore e a sospendere le regate.
Eppure, proprio per fronteggiare l’evenienza di una chiusura, ma consentire comunque lo svolgimento delle gare, anche in questa sciagurata evenienza, il Comitato organizzatore della Coppa America (ACE) aveva concordato con il Challenger of the record, il rappresentante degli sfidanti, che si sarebbe corso lo stesso, con le dovute misure di sicurezza, ovvero senza pubblico. 
Luna Rossa intende far rispettare questa norma e tornare in acqua, a cominciare dal 19 di febbraio.
Ma neozelandesi e inglesi, Ineos Team Uk, gli avversari di Luna Rossa, sotto di 4 regate a 0, sembrano aver fatto fronte comune e hanno pesantemente criticato il team italiano, anche attraverso i giornali: “Il protocollo dà ragione a Luna Rossa, ma etica e decenza no”, si legge su uno dei principali quotidiani neozelandesi on line.
Se non si riprendesse a regatare entro il 19, come chiede il Team Prada Pirelli, la manifestazione non si concluderebbe entro il 24 febbraio, come da norme condivise e sottoscritte, che prevedono di regatare senza pubblico anche in caso di allerta 3 o 2, com’è quella attuale.
“Tanto più che l’allerta 3 prevede gli allenamenti e non si capisce allora perché”, dice Luna Rossa, “non si possano allora fare le regate senza pubblico”.
Una situazione che potrebbe costringere Luna Rossa a chiedere di decretarle la vittoria nella Prada Cup in virtù delle vittorie contro gli inglesi sin qui ottenute.
Insomma, la guerra è oramai aperta, in mare come in terra.
Estratto breve intervista a Max Sirena