Ambrogio Beccaria, “è davvero fico!”

 

Ambrogio Beccaria ospite a Thalassa, RaiNews24

 

Il giovane navigatore solitario milanese si aggiudica la prima tappa della Mini Transat, la traversata atlantica tra le coste francesi e la Martinica, a bordo di imbarcazioni di soli 6 metri e 50. Con il suo Geomag Ambrogio Beccaria, che corre tra le barche di serie, ha percorso le circa 1400 miglia che separano La Rochelle e le isole Canarie, con il tempo di 8 giorni, 19 ore, 52 minuti e 7 secondi, alla media di 6 nodi, 32. Due le ore di vantaggio sul principale rivale, il francese Felix de Navacelle. Ora Riposo, poi la partenza della seconda tappa il prossimo 2 novembre.

Occorre dire che il giovane Beccaria è l’astro nascente della vela oceanica italiana, il predestinato. Talmente scrupoloso, preparato e agguerrito che il suo primo tifoso è sua eminenza Giovanni Soldini, il nostro oceanico per definizione, che anche in questa occasione, pur impegnato in Pacifico e appena approdato ad Hong Kong, ha fatto il tifo per l’ingegnere milanese, seguendo la sua avventura passo passo, attraverso le carte e le posizioni pubblicate sul web in tempo reale dagli organizzatori della regata. “Sono così felice, non pensavo di essere in testa!”, è stato il primo commento di Ambrogio non appena appreso della posizione conquistata e poi mantenuta fino al traguardo, dopo una notte passata a manovrare sulla barca invece che a interessarsi al meteo e a seguire le posizioni dei concorrenti.

E così quando finalmente è giunto  al traguardo delle Canarie, approdo della prima tappa della regata, ha esclamato semplicemente: “Ho vinto? Davvero fico!”.
Sono 87 i partecipanti a questa 22 esima edizione della Mini Transat, da sempre dominata dai velisti francesi, riservata alla più piccola delle barche oceaniche, i Mini che anche in Italia vantano oramai un forte seguito.
22 le barche in gara tra i “prototipi”, lì dove la sperimentazione si abbina alla sofisticazione del progetto, e 65 quelle in gara tra gli scafi di serie, più accessibili anche economicamente, dove il nostro ha dominato, primeggiando su di una flotta di velisti italiani comunque nutrita, composta in tutto da sette navigatori: Marco Alejandro Buonanni (ITA769 – Bandolero – Serie), Alessio Campriani (ITA 488 – Zebulon – Serie), Luigi Dubini (ITA691 – The Doctor – Serie), Daniele Nanni (ITA 659 – Audi e-Tron – Serie), Luca Rosetti (ITA 342 – Arkè – Prototipo), Matteo Sericano (ITA 888 – Eight Cube – Prototipi).

 

Oceano Mare interiore, scuola di vita

“L’oceano è una grande scuola, lo vivo come un grande spazio libero dove riesco a esprimermi al meglio, confrontandomi con gli elementi, dai quali imparo qualcosa tutti i giorni”, spiega Beccaria che reduce dal successo in mare, partecipa oggi a Milano al Convegno ‘Milano Sostenibile.Terzo osservatorio sullo stile di vita dei cittadini’.
“Navigare ti dà anche la possibilità’ di verificare lo stato dei mari e degli oceani: la presenza di plastica è evidente e a volte può diventare un problema persino per la regata in sé.

In mare s’impara a gestire prima di tutto le proprie energie e poi quelle della barca, la

gestione dei i rifiuti e dei pesi. La barca è un sistema autonomo, non controllato dall’esterno, e su piccola scala è utile per capire i consumi di acqua, elettricità e cibo.
La gestione della barca assomiglia alla gestione del pianeta: usiamo risorse che finiranno e dobbiamo capire come gestirle e rigenerarle”.

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