La mancanza di consapevolezza si traduce nei selfies da telefonino con i poveri rettili protagonisti loro malgrado, che arrancano a fatica per depositare le uova spiaggia prescelta, finendo in conclusione per rinunciare. Se il selfista medio sapesse quanto sono a rischio le tartarughe marine, magari rinuncerebbe allo scatto, perchè le care tartarughe sono nella lista rossa delle specie in pericolo e hanno rischiato e rischiano l’estinzione. per fortuna oggi ci sono i centri di recupero, come quelli di legambiente, e anche una maggiore sensibilità ambientale dei pescatori che quando le pescano impigliate nelle reti, le consegnano ai centri di recupero, veri e propri ospedali dove vengono curate e spurgate dalla plastiche ingerite. Ogni anno ne scompaiono almeno 40 mila: soffocate dalle plastiche, oppure ferite a morte dalle eliche delle barche o intrappolate nelle reti. Il tartaday, insomma, vuole accendere un faro sulla protezione di questi abitanti del mare, affincandosi al progetto tartalife che da 5 anni diffonde tra i pescatori attrezzi a basso impatto e sostiene i centi di recupero, riferimenti preziosi per le tartarughe, ma anche per gli uomini di buona sensibilità.
TartaDay, adottiamo una tartaruga marina
0