Si celebra oggi la giornata della Terra, una ricorrenza che ha il sigillo delle Nazioni Unite e che dovrebbe ricordare al mondo che il Pianeta Terra è unico e che pertanto va protetto e conservato nel migliore dei modi possibili. Il servizio è di Enzo Cappucci
Monthly Archives: April 2016
Trofeo Arcipelago Toscano ai nastri di partenza
Quattro regate per tre mesi nelle isole toscane: già attivo il sistema di pre- iscrizione agevolata
A pochi giorni dalla partenza de La Lunga Bolina, prima delle 4 regate valide per l’assegnazione del Trofeo Arcipelago Toscano, il Comitato Direttivo, dove al suo interno spiccano i Presidenti dei Circoli fondatori, è già pronto con un sistema semplificato per la pre-iscrizione ai 4 eventi, al fine di agevolare e promuovere la partecipazione alle regate del circuito.
Il 22 Aprile infatti prenderà il via La Lunga Bolina, dal Porto di Riva di Traiano verso il Monte Argentario, intorno alle isole di Giannutri, Giglio e Montecristo, e già in banchina alla partenza gli armatori potranno esprimere la loro intenzione di far parte del TAT, senza più duplicare la documentazione relativa alle diverse iscrizioni, e trascorrere i mesi di aprile , maggio e giugno tra le località più belle del Tirreno, negli approdi sicuri e riparati, messi a disposizione dalle Marine locali.
Il Trofeo Arcipelago Toscano, promosso da sei Circoli , che si svolge sotto l’egida della Federazione Italiana Vela e dell’Unione Vela Altura Italiana e con i patrocini della Regione Toscana e del Comune di Monte Argentario, sta riscuotendo molta attenzione anche da parte dagli enti locali, che stanno collaborando per un progetto di promozione del territorio e delle aziende che insistono nell’area.
“ Sono molto soddisfatto – dichiara il neo Presidente del TAT Alessandro M. Rinaldi – del lavoro concreto che tutti i Presidenti dei Circoli coinvolti hanno fatto per la riuscita del TAT. Organizzare un circuito di regate offshore non si era ancora mai visto, anche perchè rappresenta un percorso naturale di risalita da Riva di Traiano, alle porte di Roma, fino a Punta Ala, passando per l’Argentario, che offre agli armatori la possibilità di sostare ogni due settimane in 4 porti diversi, godendosi la navigazione intorno alle isole meravigliose dell’Arcipelago toscano.”
Che sia uno scenario incantevole lo confermano gli armatori “Certamente chi ama le regate lunghe troverà nei percorsi tutte le condizioni tecniche per affrontare delle competizioni tecniche, godendo di paesaggi incantevoli. I passaggi tra le isole non sono da sottovalutare in termini di tattica e sarà bello confrontarsi sul campo di regata anche se, non nascondo che a me come a tanti, piace molto il dopo regata, quando ci si trova negli eventi sociali con tanti armatori ed equipaggi a condividere e commentare le giornate trascorse in mare“ dice Enrico De Crescenzo armatore di Luduan.
Se a Riva di Traiano tutto è pronto per l’imminente partenza di La Lunga Bolina, il 21 Aprile, a Cala Galera si lavora per rendere gradevole l’ospitalità e garantire il massimo divertimento in acqua “ La Coppa della Regina con le sue 39 edizioni è una regata storica del Circolo nautico e della Vela Argentario “ dice il presidente Claudio Boccia “ che quest’anno ha un percorso ridisegnato, in occasione dell’ingresso nel circuito di regate valide per l’assegnazione del Trofeo Armatore dell’Anno istituito dall’Uvai. La partenza sorprenderà i partecipanti perché, girando una boa davanti a Porto Ercole, avranno modo di vivere i momenti ‘della notte dei pirati’ prima di dirigersi all’isolotto e poi via verso Talamone. L’assistenza agli equipaggi ha già pensato ad un servizio navetta per consentire agli equipaggi di trovare l’auto al loro arrivo a Porto Santo Stefano, dove le barche potranno rimanere in attesa della Silver Race”.
Le pre-iscrizioni possono essere fatte direttamente sul sito http://www.trofeoarcipelagotoscano.org o cliccando sul logo del Trofeo Arcipelago Toscano sul sito di ognuna delle regate del TAT. Per contattare l’ufficio regate: raceoffice@trofeoarcipelagotoscano.org tel 0564 833804.
TAT: le regate
Regata 1: La Lunga Bolina (22/25 aprile) Circolo Canottieri Aniene – 1892, costituita da un percorso di circa 135 miglia, da Riva di Traiano, Formiche di Grosseto, Porto Santo Stefano, Isola del Giglio, Giannutri, Riva di Traiano o da altri percorsi nell’ambito della stessa area di mare tra le isole dell’ Argentario e Riva di Traiano. Valevole come regata del Campionato Offshore;
Regata 2: Regina dei Paesi Bassi (6/8 maggio) Circolo Nautico e della Vela Argentario, costituita da un percorso di circa 116 miglia, da Porto Ercole, Talamone, Formiche di Grosseto, Isola di Montecristo, Isola di Giannutri, Porto Santo Stefano. Valevole come regata del campionato Offshore;
Regata 3: Silver Race (21/22 maggio) Circolo Velico e Canottieri P. S.Stefano e Yacht Club Santo Stefano, costituito da un percorso di circa 93 miglia, da Porto Santo Stefano, giro dell’ Isola d’ Elba, Punta Ala;
Regata 4: 151 Miglia (2/4 giugno) Yacht Club Punta Ala e Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa, costituito da un percorso di circa 151 miglia, da Livorno, Marina di Pisa, Giraglia, Isola d’Elba, Formiche di Grosseto, Isola dello Sparviero, Punta Ala. Valevole come regata del Campionato Offshore;
Mare Nostrum, le trivelle della discordia
Il 17 aprile gli italiani sono chiamati a votare il referendum sulle estrazioni di gas e di idrocarburi nei mari prospicienti la Penisola.
Votando “Sì” si impedisce che i giacimenti entro le 12 miglia dalla costa, che nel mare Adriatico sono decine, vadano sino a esaurimento, per fermarsi alla scadenza delle concessioni: 30 anni, rinnovabili fino a complessivi 50.
Votando “No”, al contrario, si lasciano le cose come stanno, con i pozzi sfruttabili fino al loro esaurimento.
Thalassa non poteva rimanere indifferente di fronte a una questione che la tocca così da vicino.
Speriamo di farvi cosa utile con questo speciale che pur senza prendere posizione cerca di illustrare le ragioni del… mare, naturalmente.
Di Enzo Cappucci
Sarà un caso, la vera divinità del mondo sosteneva Goethe, ma il referendum sulle trivellazioni nel mare nostro cade proprio nell’anniversario dai 6 anni di uno dei maggiori disastri ambientali mai avvenuti sul Pianeta, quello che il 20 aprile del 2010 devastò il Golfo del Messico, inondato da un mare di petrolio, a causa – ebbene sì- dell’esplosione di una piattaforma petrolifera della British Petroleum.
In 106 interminabili giorni – tanto ci volle per tappare la falla in profondità- si riversarono in mare 500 mila tonnellate di petrolio.
Le conseguenze di quel disastro si scontano ancora oggi e le si sconteranno per secoli, perché il fondo del Golfo è sostanzialmente asfaltato, con buona pace di tutti.
Un disastro simile nel piccolo e fragile Mediterraneo, temono gli ambientalisti, significherebbe dare un colpo di grazia forse definitivo ad un mare già assai sfruttato, vittima degli inquinamenti industriali, di quelli agricoli e di un’attività produttiva senza precedenti, come turismo, navigazione, posa di cavi marini, trasporti marittimi, attività portuali, estrazione di sabbia e per ultimo ma non ultimo di pesca intensa.
Si calcola che la pesca tradizionale è oramai in caduta libera, impoverita perché sfruttata al 90 per cento delle sue risorse e che per questo l’acquacoltura da qui al 2030 crescerà del 112 per cento.
Per quanto riguarda il turismo, i 300 milioni di persone che oggi si bagnano nel mare nostro diventeranno 500 entro 15 anni, mentre entro 10 anni verranno cementati ulteriori 5 mila chilometri di coste.
Questo scenario, disegnato dal WWF, tiene poi conto dei rischi sismici che gravano sull’intero bacino mediterraneo, nel Tirreno in particolare, a fronte di una produzione petrolifera stimata nell’1 per cento del fabbisogno nazionale e di riserve petrolifere stimate complessivamente in 9 miliardi e 400 mila tonnellate equivalenti di petrolio, ovvero nel 4,6 per cento delle riserve planetarie, con una produzione estrattiva che nel 2011 è stata di 87 milioni di tonnellate, concentrata soprattutto in Spagna e in Italia.
Insomma, sulle spalle di questo minuscolo mare chiuso, appena l’1 per cento dei mari del pianeta, pesano appetiti forti; degli stati, ma anche delle singole industrie, impegnate in una corsa al petrolio che ricorda molto quella all’oro nel Far West, ovvero ognuno per sé, senza una politica comune, come stabilirebbe un invece documento della Commissione europea, adottato già nel 2007, e come indica una direttiva europea del 2014, secondo cui il Mare Nostrum deve essere oggetto di un piano di crescita sostenibile, quindi in coerenza con gli impegni sul clima della Conferenza di Parigi, assunti anche dall’Italia.
Insomma, in teoria si dovrebbe investire nelle energie rinnovabili, non inquinanti e non, al contrario, su quelle fossili.
Tu trivelli e pure io
Comunque vada il referendum non può cambiare la situazione di un Mediterraneo divenuto sostanzialmente il far West, in cui ognuno trivella secondo norme proprie, senza alcun criterio comunitario, vale a dire come “membri” dello stesso mare.
La cartina del Mediterraneo, pubblicata qui sotto, è stata elaborata dall’associazione ambientalista WWF, sulla base di una ricerca a cui hanno partecipato 8 dei maggiori paesi affacciati sul Mediterraneo, ci dà un quadro dettagliato dei progetti estrattivi nel Mare Nostrum, un bacino chiuso, che rappresenta appena l’1 per cento dei mari del Pianeta. A ben vedere, con l’esclusione del Tirreno, la Penisola è sostanzialmente circondata da trivelle in attività, quelle al nord dell’Adriatico, e da quelle in corso di sviluppo, in verde in varia gradazione, che interessano l’Adriatico meridionale, lo Ionio e quindi il Canale di Sicilia.
La norma prevede che le concessioni abbiano una durata iniziale di 30 anni, prorogabile una prima volta per altri 10, una seconda volta per 5 e una terza volta per altri 5: al termine della concessione, le aziende possono chiedere di prorogare la concessione fino l’esaurimento del giacimento. Se al referendum dovessero vincere i “Sì”, gli impianti delle 21 concessioni di cui si parla dovranno chiudere tra 5-10 anni. Gli ultimi impianti, invece, cioè quelli che hanno ottenuto le concessioni più recenti, dovrebbero chiudere tra circa 20 anni. E’ indicativo che ai prezzi odierni del greggio, trivellare non è conveniente e la dimostrazione è il recente abbandono del progetto da parte della compagnia che avrebbe voluto sfruttare le acque al largo del Gargano, vicino alle isole Tremiti, paradiso nostrano. Oggi sarebbe economicamente conveniente trivellare con un prezzo del greggio tra i 50 ed i 60 dollari al barile. Diversamente l’affare sarebbe solo un bidone. Resta da dire che pure fatte salve le coste del Bel Paese, le trivellazioni riguardano oramai il Mediterraneo intero, paesi nordafricani per primi e che, quindi, al di là del referendum italiano, il problema va inserito in un quadro di regole complessive, perché come la storia ci ha insegnato e come dovrebbe insegnarci la sua cultura millenaria, il nostro è un mare che unisce le sue diverse sponde, prima ancora di separarle.
Alle Tremiti non si trivella
Scampato pericolo per il piccolo arcipelago pugliese, dove avrebbero voluto avviare le ricerche di petrolio e gas proprio nelle acque di casa. La compagnia rinuncia. Thalassa é andata e vedere di persona. Guarda il video:
Torre Guaceto. La moltiplicazione dei pesci, in nome del pane
L’organizzazione ambientalista Greenpeace, contraria alle trivellazione nei nostri mari, ha offerto il proprio appoggio ai pescatori di una delle Riserve marine più efficienti e organizzate d’Italia, quella di Torre Guaceto, in Puglia, alle porte di Brindisi.
Dopo anni di sospettosa diffidenza i pescatori hanno preso atto che una pesca sostenibile è più fruttuosa di uno sfruttamento sistematico del mare. Guarda il video:
Alla Roma abbondano i solitari
Conclusa la bella classica del Tirreno, la Roma X 1 X 2 e X Tutti, che fa ritorno a Riva di Traiano dopo aver doppiato le isole Eolie. Una regata bella e avvincente che ha visto l’ennesimo successo di Andrea Mura con il suo rodato Vento di Sardegna.
Sorprendente la prova di Cippa Lippa che conquista la Line Honours, ovvero vince la regata in tempo reale. Sfortunata, infine, la gara di Giancarlo Pedote, che conclude secondo su Fantastica.
L’unica novità è che ha vinto in solitario, mentre nelle altre quattro edizioni, l’affermazione c’era stata in doppio insieme a Guido Maisto.
”E’ una corsa bellissima – ci dice Andrea – molto difficile e alla quale sono anche affezionato per tanti motivi. E’ anche l’unica nel suo genere. Una corsa senza fronzoli, sia in mare, sia a terra, dove l’organizzazione ti mette a tuo agio permettendoti di correre in tempo reale, senza richiedere certificati costosi e oltretutto inutili per barche come la nostra. E’ stata una bella regata che abbiamo corso tutta di poppa, sia nella discesa verso Lipari, sia nel ritorno verso Riva. Difficile il passaggio di Lipari, dove il vento ha mollato ma, visto che c’era il sole, è stata anche un’occasione per rilassarsi con una temperatura quasi estiva. E’ stato bello e mi sono divertito. Sono contento anche della partecipazione di Giancarlo Pedote, di Andrea Fantini e di Michel Cohen e mi è dispiaciuto molto per Matteo Miceli e Carlo Potestà. Abbiamo fatto questa bella corsa e ora in Mediterraneo noi solitari non sappiamo cosa fare. Mi auguro che si aprano anche altre occasioni per farci correre insieme. Qui le corse possono essere belle come in Oceano e spero davvero che il nostro movimento cresca e che organizzatori e sponsor ci facciano crescere anche in casa nostra”.
Dal caldo estivo di Andrea Mura al freddo di Guido Paolo Gamucci, armatore del Cookson 50 Cippa Lippa 8 che ha stravinto in tempo reale conquistando una meritata Line Honours. “E’ vero, abbiamo sofferto il freddo di notte. Si gelava davvero e abbiamo dormito nei sacchi a pelo”.
Anche per Cippa Lippa la piatta di Lipari ha determinato uno stop. “Siamo stati fermi non so quanto – continua Gamucci – forse più di sei ore. Poi per fortuna siamo ripartiti e nel ritorno, come nella discesa a Lipari, c’è stato un bel vento di poppa. Abbiamo planato parecchio e abbiamo raggiunto una velocità di punta di 22.5 nodi. Un po’ di zigzag al Circeo e poi diritti fino a Riva. E’ stata davvero una gran regata, divertente come poche”.
Nel pomeriggio altri arrivi. Ha iniziato alle 12:51:18 Milu III, Mylius 14e55 di Andrea Pietrolucci, poi Bewild, Swan 42 di Renzo Grottesi, alle 13:08:46 ed infine Giancarlo Pedote, sul Class 40 Fantastica Prysmian di Lanfranco Cirillo, alle 13:43:43.
I prossimi arrivi previsti nella notte sono quelli di Lisa e Mowgli nella “per Tutti” e di Neo Scheggia che conduce la flotta della “per 2”.
- (flickr/Bianca Gropallo)
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Brindisi, tra mare e cultura
Sul lungomare di Brindisi si affaccia uno dei più bei Palazzi della città, il Palazzo Belvedere, che ospita la magnifica collezione archeologica Faldetta, una donazione privata che ha trovato spazio in un edificio comunale.
Il servizio è di Enzo Cappucci