Giovanni Soldini ed il suo equipaggio chiudono con un meritatissimo quarto posto la classica australe, dietro ai supermaxi di 100 piedi, imbattibili per il Tridente italiano, molto più piccolo e pesante.
Per Maserati è stata peraltro l’ultima cavalcata con Giovanni in sella e, ora, con oltre 80 mila miglia sotto la pancia cercherà un nuovo acquirente proprio agli antipodi e dopo la magnifica passerella fatta tra Sydney e Hobart.
Soldini, invece, al caldo del mantello di John Elkan e di Fca, chissà che non riesca a spremere i soldi necessari a un nuovo progetto più competitivo.
Ipse Dixit
“È stata una regata bellissima”. Così Giovanni Soldini cinguetta felice non appena sbarcato a Hobart, subito dopo aver tagliato in quarta posizione il traguardo della 71a edizione della Rolex Sydney Hobart Yacht Race. “Maserati si è rivelata ancora una volta una barca solida, ha avuto un’ottima preparazione. Siamo riusciti a non rompere niente. E ottimo è stato anche l’equipaggio, affiatato e efficiente”, racconta il velista.
“In questa regata ci è successo un po’ di tutto. In partenza abbiamo agganciato sulla chiglia tre boe e almeno 50 metri di cima, abbiamo perso mezz’ora di tempo per liberarci.
Gli altri concorrenti sono scappati via per una dozzina di miglia . Quando siamo ripartiti abbiamo deciso di fare la nostra regata, in tranquillità. E ci è andata molto bene”, racconta il velista.
“Abbiamo fatto un’ottima navigazione nella prima parte della regata, sia durante il passaggio del fronte, sia di bolina fino in Tasmania. Siamo sempre stati in fase con i giri di vento e abbiamo fatto degli ottimi angoli, tanto che siamo riusciti a raggiungere e a ingaggiare un bel match race con Ragamuffin che è un 100 piedi. Purtroppo poi è arrivata un’alta pressione, Ragamuffin con 5 nodi di vento riesce a navigare a 10 nodi di velocità. Per di più, siamo stati inglobati in un paio di nuvoloni privi di vento.
L’arrivo in Tasmania non è stato tanto favorevole per noi. Alla fine ieri notte siamo riusciti a passare al di là dell’alta pressione, a prendere il vento da nord e sotto spi siamo atterrati a Hobart.
Dopo tre anni di giri per il mondo, la nostra avventura con il VOR 70 finisce qui -conclude Soldini-. Sono contento di aver chiuso un ciclo in bellezza”.
- (foto di STUDIO BORLENGHI – STEFANO GATTINI)
- (foto di STUDIO BORLENGHI – STEFANO GATTINI)
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