Si è conclusa a Lanzarote, alle Canarie, la prima tappa della transatlantica in solitario per i mini 6,50, le più piccole barche dalla galassia di quelle oceaniche. Tra ombre e luci la regata degli italiani, Zambelli e Bona tra i Prototipi. Nella categoria di Serie Brilla invece Fornaro, una rivelazione.
I protagonisti nella Categoria Prototipi sono stati proprio due italiani, nel bene come nel male: Michele Zambelli, in testa sin dalle prime battute, e Alberto Bona, che gli ha dato battaglia, portandosi spesso davanti al connazionale, salvo poi scivolare entrambi a centro classifica a causa di una scelta tattica non pagante, com’è stata quella di puntare a sud del Golfo di Guascogna e trovarsi quindi impantanati senza vento.
Per Bona oltretutto ci si è messa pure l’asta di collegamento tra i due timoni, che si è rotta e che lo ha costretto a una giornata di riparazione.
Per entrambi un’opzione impopolare che se fosse riuscita avrebbe però fatto il vuoto alle loro spalle, mentre si devono invece accontentare rispettivamente del dodicesimo e del quattordicesimo posto.
Le previsioni meteo erano chiare ed il vento si sarebbe presentato dopo un breve periodo di bonaccia.
La strategia vincente era quindi quella di essere tra i primi ad agganciarlo sfruttando la sua potenza.
Ma così non è stato: quando è entrato il Nord Ovest, infatti, se ne sono avvantaggiati solo coloro che erano rimasti al centro e che hanno preso il vento per primi, lasciando bloccati coloro che avevano tentato la strategia del Sud.
Nella Categoria di Serie, brilla il 13 esimo posto dell’orbetellano Andrea Fornaro, alla sua prima Mini Transat, che dopo una partenza esitante – è rimasto impantanato nella bonaccia per una scelta troppo a nord nel golfo di Guascogna – ha poi trovato il passo giusto conquistando posizioni su posizioni e passando quindi da 32esimo a 13esimo. Una vera impresa.
“E’ stata una regata fantastica! Meravigliosa! – racconta Andrea – le onde, il vento, tutto è stato magico, un grande piacere! Sono molto, molto felice! La mia barca è in perfette condizioni, non ho assolutamente niente di rotto, a parte un piccolo strappo sulla randa. C’è solo una cosa che non ho capito: come uscire dal Golfo di Biscaglia? (ride). Sono davvero contento di esserci stato, è la prima volta che faccio questo tipo di regata e posso dire che è una grande avventura (…) entusiasmante. Ho avuto molte belle sensazioni e voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato ad arrivare qui”.
Ancora in mare invece gli altri due italiani, Federico Cuciuc e Andrea Pendibene, entrambi attardati da avarie.
Ora il meritatissimo riposo, poi – il 31 ottobre prossimo – il grande salto verso Point-à-Pitre, nella Guadalupe, con 2.764 miglia di mare: abbastanza per tentare il sorpasso.