Il velista sardo presenta la sua nuova barca, l’Imoca 60 realizzato in Italia, presso il cantiere Persico, all’avanguardia della tecnologia nautica, già costruttore di tutte le barche della Volvo Ocean Race.
Con il nuovo “Vento di Sardegna” (si chiamerà ancora cosi?) Andrea si cimenterà nella più difficile e oramai classica delle regate oceaniche, la Vendée Globe: il giro del mondo in solitario e senza scalo, che partirà il prossimo anno.
L’appetito vien mangiando, ed era naturale, allora, che Andrea Mura, cagliaritano con la passione per gli oceani, dopo aver vinto la Route du Rhum e la Ostar, ed aver macinato miglia e miglia di mare, si cimentasse con la regina delle regate in solitario, la più lunga, difficile e massacrante corsa di mare al mondo, che una volta partita da Les Sables-d’Olonnes, la Vandea francese, vi farà ritorno solo dopo aver doppiato i tre grandi Capi del globo e percorso senza sosta alcuna circa 60 mila chilometri dei mari più infidi e spettacolari, natura allo stato puro.
Andrea se la vedrà con i mostri sacri francesi e con i migliori specialisti del settore, ma entra in questo club esclusivo con le credenziali giuste, non solo per le vittorie ottenute e per l’esperienza oceanica maturata in situazioni critiche, come con la Ostar, per esempio, alle prese con le terribile burrasche dell’Atlantico del nord, tutte in faccia, tutte contro, ma anche per il mezzo che si è regalato, la nuova barca che lo proietta decisamente all’avanguardia della flotta dei concorrenti.
I cantieri Persico Marine sono oggi quanto di meglio possa offrire la tecnologia applicata alla nautica, ma meglio ancora alle barche oceaniche, perché l’azienda bergamasca, di Nembro, ha realizzato tutte gli scafi che sono adesso impegnati nella Volvo Ocean Race, la regata in equipaggio a tappe intorno al mondo che – è persino inutile dirlo-rappresenta il severissimo banco di prova costruttivo, brillantemente superato.
A questa macchina da velocità e da solidità oceanica, Andrea dovrà adesso applicare le sua capacità, la sua competenza e la sua caparbietà, doti che non gli difettano.
Anche se resta un mistero di come possa fare uno che soffre il mal di mare ad affrontare gli oceani più imbizzarriti, come sono quelli già navigati e come sono forse di più, quelli che non ha ancora cavalcato.
In ogni caso, buon vento!