Il Tevere… e allora asfaltiamolo!

Il Sindaco di Roma Ignazio Marino ha bussato a denari a Bruxelles alla ricerca di finanziamenti per il progetto del Tevere navigabile, un’impresa che darebbe lustro alla città, liberandola peraltro, almeno in parte, dalla morsa soffocante del traffico automobilistico.
Thalassa ci aveva già pensato qualche anno fa, nel 2006 per l’esattezza, quando realizzò una breve ma significativa inchiesta, proprio per capire quanto, come e se fosse navigabile il biondo Tevere che fu, spingendosi persino a suggerire che il “mare di Roma” divenisse un veicolo di attrazione turistica, con tanto di approdi cittadini: motore di sviluppo economico e non solo una via d’acqua navigabile, fine a se stessa.
Riproponiamo allora quel servizio, perché fatto salvo il sindaco (che non è più quello, anzi; ne sono passati altri due, come l’acqua passa sotto i ponti del Tevere), nulla è cambiato da quel di.
Si parla, si parla e si parla di cambiare la Capitale, di renderla una città europea con tutti i servizi al loro posto, con la qualità della vita come valore, ma tutto sembra rimanere immobile e immutabile.
Basta un acquazzone che la città si ferma, allagata e incolonnata tra le lamiere delle automobili che sono oramai parte integrante del panorama cittadino, come i monumenti.
E allora, come diceva l’uomo politico protagonista de “Il Gallo Cedrone”, celebre film di Carlo Verdone, un attore e un regista che Roma la ama davvero… “Sto fiume ce serve o no? Se ce serve puliamolo e rendiamolo vivibile. Sennò asfaltiamolo e facciamoci una bella autostrada!”
Ma sì, facciamoci un’autostrada!

Il servizio del 2006
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