L’assedio all’ambasciata giapponese in difesa dei delfini.
Come ogni anno, l’Enpa, che in Italia coordina la campagna internazionale contro la mattanza dei delfini in Giappone, ha organizzato per la giornata di lunedì 2 settembre – con inizio alle ore 10.30 – la manifestazione di protesta di fronte all’ambasciata del Giappone (via Quintino Sella 60, Roma).
Ogni anno, infatti, oltre 22mila piccoli cetacei sono uccisi in Giappone perché considerati competitori nella pesca; i delfini più piccoli, catturati, vengono invece venduti alle strutture di cattività di tutto il mondo.
Gli attivisti manifesteranno pacificamente contro le mattanze e la cattività servendosi di una serie di schermi che manderanno in onda il video di “The Cove”, il documentario-denuncia premio Oscar 2010 che ha reso noto al mondo intero la strage dei delfini e il barbaro commercio di quelli scampati alla mattanza e destinati ad essere sfruttati a vita nei delfinari di tutto il mondo, diventando così “tristi ambasciatori” della loro specie.
Dopo anni di proteste, l’Enpa ha finalmente ottenuto un incontro con l’Ambasciatore,al quale il direttore scientifico Ilaria Ferri consegnerà una copia del documentario”The Cove” con la richiesta di impegno per una concreta e risolutiva azione,rappresentando lo sdegno dei milioni di cittadini che in occasione del “Japan Dolphins day 2013” manifesteranno in 107 città di tutto il mondo contro questa pratica tanto barbara quanto crudele.
«La maggioranza dei Giapponesi non è a conoscenza di quanto accade nella Baia di Taiji e, quando ne sono messi a conoscenza, si oppongono duramente» – dichiara Ilaria Ferri che aggiunge: «E’ inoltre doveroso da parte del Governo nipponico far sapere ai suoi cittadini che la carne di delfino e di balena è fortemente contaminata da metalli pesanti, policlorobifenili ed altre sostanze altamente tossiche e pericolose per la salute umana. Il Governo giapponese ha l’obbligo di informare la popolazione che essa si sta avvelenando, anche se – per fortuna -secondo quanto confermato da dati statistici, sta lentamente abbandonando la tradizione del consumo di carne dei cetacei. Proporremo inoltre all’ambasciatore di incrementare il whale watching sostenibile e regolamentato quale fonte economica alternativa al massacro sistematico dei cetacei, come molti Paesi hanno già fatto.
Come suggerisce da sempre Ric O’Barry, portavoce e strenuo attivista di questa campagna internazionale, dobbiamo collaborare e interagire con il Governo nipponico e non boicottare inutilmente le attività del Paese. Per vincere questa battaglia, infatti, abbiamo bisogno proprio dei giovani giapponesi che dobbiamo informare e coinvolgere, e non isolare. Ecco perché l’Enpa sollecita chi non potrà essere presente alla manifestazione ad inviare email e fax all’ambasciata che contengano queste nostre pacifiche richieste propositive e condanna ogni forma di boicottaggio, di inutile violenza o manifestazione di intolleranza che mai sono state foriere di soluzioni e di risultati concreti»

Grazie al coinvolgimento dell’Enpa, inoltre, l’Europarlamentare Andrea Zanoni – a cui siamo grati per la sua attività costante a tutela della biodiversità e dei diritti animali- si è impegnato a richiedere alla Commissione Ambiente dell’Ue una risoluzione che condanni le mattanze e per la tutela dei cetacei in Giappone; anche in ragione delle numerose normative internazionali che proteggono queste specie migratrici che sono già sottoposte ad una serie di terribili impatti antropici quali: i cambiamenti climatici, l’inquinamento acustico dei mari, il pericolo del traffico marittimo e le collisioni, il sovrasfruttamento della pesca e la conseguente diminuzione della disponibilità alimentare, l’inquinamento da vari agenti, l’uso dei sonar militari, le prospezioni geosismiche e più in generale un continuo aumento dei rumori marini che interferisce gravemente con la fisiologia e il comportamento dei cetacei e ovviamente la caccia illegale e indiscriminata di tutti i cetacei.