Stamattina alle 7.20 GMT (9.20 italiane, 3.20 locali), davanti al faro di Ambrose, nella baia di NewYork, sotto un cielo nuvoloso, Maserati ha tagliato la linea di partenza per tentare di battere il record di traversata atlantica da New York a CapeLizard (UK).
2.925 miglia in nord Atlantico, passando tra gli iceberg a sud dell’isola di Terranova, da percorrere in meno di 6 giorni, 17 ore, 52 minuti e 39 secondi, il tempo record realizzato nel 2003 dal monoscafo Mari Cha IV dell’inglese Robert Miller. “L’attesa è stata lunghissima ma abbiamo fatto bene ad aspettare”, spiega Soldini prima di mollare gli ormeggi. “Sembra che questa sia la bassa pressione perfetta per tentare un record così impegnativo come quello del nord Atlantico. Cercheremo di cavalcare al meglio l’onda del vento e di arrivare in Inghilterra con il record in tasca. Siamo tutti molto carichi e fiduciosi”.
A bordo un equipaggio internazionale di capaci velisti e navigatori oceanici: oltre a Soldini (skipper), l’americano Brad Van Liew (navigatore), lo spagnolo Javier de la Plaza (timoniere, pit e capoturno), i francesi Sebastien Audigane (timoniere e trimmer) e Ronan Le Goff (timoniere e prodiere), gli italiani Guido Broggi (boat captain) e Corrado Rossignoli (prodiere), l’inglese Tom Gall (aiuto prodiere).
L’impresa di Soldini e compagni è tutt’altro che semplice.
Alle difficoltà della rotta (venti forti, mare formato, iceberg, temperatura dell’acqua a 2-4 gradi) e della gestione meteorologica si aggiungono le diverse caratteristiche dell’”avversario” rispetto a Maserati.
Mari Cha IV è un maxy yacht di 140 piedi (il doppio del VOR70 Maserati), costruito per battere i principali record del mondo. Interamente in fibra di carbonio, dotato di chiglia basculante, ha un dislocamento di cinquanta tonnellate. Il piano velico è suddiviso su due alberi, ciascuno lungo 45 metri.
Durante il record NY-Cape Lizard, stabilito tra il 2 e il 9 ottobre 2003, a bordo di Mari Cha IV, oltre all’armatore Robert Miller, c’era un equipaggio di ventitré persone (neozelandesi, inglesi e francesi).