Messina, il ponte bianco

In Esclusiva per Rainews24 l’inchiesta di Enzo Cappucci sulla sventata infiltrazione mafiosa nella gara di appalto per la costruzione del Ponte di Messina. Il servizio ricostruisce la storia del più colossale riciclaggio di denaro sporco mai tentato: 5 miliardi di euro, frutto del traffico di eroina e cocaina dell`ormai crollato impero dei Rizzuto canadesi, in affiliazione con i Bonanno newyorkesi ed i Contrera Caruana del Venezuela: il denaro del fiume bianco di droga, cementato nei piloni del Ponte sullo Stretto: il “Ponte bianco di Messina“.

La Riserva dello Zingaro

A pochi chilometri da Trapani – tra San Vito Lo Capo e Scopello – c’è un angolo di Sicilia intatto nella sua bellezza: la “Riserva Orientata” dello Zingaro. Sette chilometri di costa inviolata e di mare protetto.

L’ultima volta che gli hanno appiccato il fuoco è stato la scorsa estate, qualche ettaro andato in fumo sulla parte alta, la più panoramica e, forse, la più accessibile alla Riserva se si pensa di aggredire dalle spalle questo angolo di mondo e di Sicilia
troppo bello per non suscitare appetiti famelici. Fortunatamente i danni sono stati limitati, anche perché è il territorio immediatamente costiero a rappresentare la parte più suggestiva e, naturalisticamente, pregiata dello Zingaro, di questa striscia di terra affacciata su un mare che non teme paragoni, curata come un enorme giardino botanico naturale, scrigno di tante specie rare. Uno dei pochi tratti costieri della Sicilia dove non esistano palazzi, ville a schiera e strade litoranee, ovvero le vie che il cemento percorre per affermarsi e deturpare. Certo, ci hanno provato per anni, sin dal 1976, ma la strada è rimasta lì, non asfaltata e irrimediabilmente cieca, abortita davanti all’ingresso della Riserva, sul versante di San Vito. L’hanno fermata le proteste popolari, le migliaia di siciliani che il 18 maggio del 1980, una data storica per gli ambientalisti della regione, sono giunti come una fiumana nei vicini centri di Scopello e di San Vito Lo Capo per occupare pacificamente la Costa dello Zingaro, prenderne simbolicamente possesso, ed affermare così il principio del rispetto della natura, di un bene comune da valorizzare, piuttosto che da lottizzare.
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Mezzaroma in testa, l’altra meta’ arranca

Nerone, lo scafo del romano Massimo Mezzaroma, , vince la seconda tappa del circuito. Ma il vento di maestrale ha avuto voce in capitolo nella regia di gara, soffiando prima a 18 nodi, per poi salire progressivamente arrivando a sfiorarne 35.
Proprio il forte vento ha costretto gli organizzatori dello Yacht Club Costa Smeralda a chiudere anzitempo le regate, stilando la classifica finale.
Ed è infine Nerone che con 12 punti conquista la prima posizione in classifica finale di questa seconda tappa: lo scafo di Massimo Mezzaroma con Antonio Sodo Migliori al timone e Vasco Vascotto alla tattica, colleziona così un altro successo dopo le passate vittorie agli Europei di classe del 2002, 2005 e 2007.

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