Wild Oats, come prima, forse più di prima

Come da previsioni, il favorito della vigilia, il super maxi Wild Oats, guida la flotta delle 82 barche in gara in questa classica dell’altro emisfero, che parte proprio il giorno di Natale dal Sydney Harbour, la splendida baia della metropoli australe, per approdare nell’isola di Tasmania, nella capitale Hobart, dopo 628 miglia di oceano.

L’oceano è subito lì, appena attraversate le porte del Sydney Harbour, l’immenso e spettacolare golfo di Sydney che penetra per oltre 22 chilometri all’interno del territorio. Tutto intorno i giardini perennemente fioriti della più importante città australiana, con i grattacieli a specchio ed i vecchi “docks”, le banchine che accoglievano i bastimenti del secolo scorso, a fare da cornice.

La partenza della Sydney-Hobart è una vera festa nella festa, una tradizione irrinunciabile per la città.

Wild Oats è il grande favorito, spinto dall’entusiasmo delle due precedenti vittorie consecutive, nelle edizioni del 2005 e del 2006, spera di cogliere un record storico, quello delle tre vittorie consecutive che in 62 anni di storia della regata è stato appannaggio di una sola barca, Morna, che vinse nel 1946, nel 1947 e nel 1948. Ma non sarà cosa facile, perché a contrastare la marcia dello scafo australiano ci sono almeno altre due barche, entrambe agguerritissime, Scandia, vincitrice nel 2003 e l’inglese Leopard. Quindi, l’americana Rosebud.

Nella prima giornata di mare Wild Oats ha guadagnato un distacco di appena 8 miglia sulle prime due, mentre sono 22 le miglia che la separano dall’americana.

In una regata che sin dal suo esordio nel 1945 è stata segnata spesso dalle burrasche e dalle tragedie, le condizioni meteo non sembrano una minaccia quest’anno: la flotta è accompagnata da una leggera brezza di nord est, ideale per veleggiare verso sud, con le previsioni che parlano di un’intensificazione ma non di condizioni estreme. Nessuna possibile limatura dunque al record di

1 giorno, 18 ore, 40 minuti e 10 secondi, stabilito proprio da Wild Oats nel 2005, ma neppure la tragedia del 1998, per esempio, quando una burrasca senza pari si abbatté sulla flotta, affondando 7 barche e portandosi via 6 velisti, scomparsi tra i flutti. Oppure dell’edizione del 2004, quando su 116 barche partenti ne giunsero a destinazione soltanto la metà ed una affondò. Proprio le tragedie hanno consigliato negli anni gli organizzatori di modificare il regolamento iniziale, permettendo l’iscrizione solo ad equipaggi professionisti: la Sydney-Honart perse forse un po’ il suo fascino di grande regata popolare, di festa stramarinara, aperta a tutti, ma ne guadagnò in sicurezza.

http://rolexsydneyhobart.com