Settantaquattro skipper in gara tra Saint-Malo (Bretagna) e Poite-à-Pitre (Antille francesi) in una regata divenuta oramai quasi un fatto in famiglia, per soli “marins” d’oltr’alpe. Scarsa, infatti la partecipazione straniera in un mondo della vela oceanica sempre più dominato dai francesi, in cui gli
italiani brillano per assenza.
I grandi favoriti sono naturalmente i velocissimi multiscafi, macchine da velocità pura capaci di medie inimmaginabili, ma anche estremamente fragili e spesso insicure. E tra questi il principale dei favoriti è l’astro Michel Desjoyeaux, già vincitore nel 2002, grande figura di marinaio, a suo agio nelle traversate in solitario.
Ma lungo le 3510 miglia di regata, in un periodo dell’anno in cui le perturbazioni cominciano a viaggiare veloci e profonde, soprattutto nella prima difficilissima parte del percorso, in attesa di trovare gli Alisei, ci saranno anche i multiscafi più piccoli e i monoscafi.

Conclusione nel segno del vento leggero a Napoli per l’ultima giornata dei campionati italiani delle classi olimpiche, la “mini-Olimpiade” della vela azzurra giunta alla sua 12^ edizione unificata. I titoli sono stati assegnati regolarmente nelle 10 classi in gara:
Il 22 ottobre saranno al via i migliori specialisti degli oceani che si getteranno a capofitto verso le alte latitudini dell’emisfero Sud, a lambire l’Antartide, unica grande boa da circumnavigare prima di risalire verso l’equatore.
Un’equipe di 12 studiosi ha analizzato i dati degli ultimi 50 anni, relativi ad alcune note zone di pesca e, quindi, la vita di alcune specie di pesci, ripercorrendo la loro storia a ritroso anche di mille anni. Il risultato è che venendo a mancare per estinzione anche un solo elemento della catena alimentare, l’intera specie marina è destinata alla scomparsa. Il problema non risiede solo nei mutamenti climatici e nel generale riscaldamento dei mari, ma nelle attività di pesca, divenute estremamente sofisticate per meglio rispondere alle esigenze dei consumatori. Un circolo vizioso che sembra non avere soluzioni, se non quella finale prospettata per il 2050.
“E’ stato un successo bellissimo e incredibile, per come è maturato, in un campionato record con 80 atlete, deciso da una volata degna di un mondiale di
La surfista azzurra Alessandra Sensini ha vinto a Torbole il primo titolo Mondiale del nuovo windsurf olimpico classe RS:X. La Medal Race di finalissima si è svolta con vento sui 12 nodi, e ha riservato emozioni a non finire, trasformandosi presto in un match race tra l’azzurra e la giovane spagnola Marina Alabau. La regata e il campionato decisi nell’ultimo bordo, un lasco di 100 metri nel quale Alessandra Sensini ha raggiunto e superato la Alabau, fino a tagliare il traguardo con un vantaggio di un metro e mezzo. Una vera e propria volata, come raramente si vede nella vela. Grande la gioia della fuoriclasse grossetana, che subito dopo l’arrivo si è tuffata in acqua per poi riemergere avvolta dal tricolore, tra le grida dei tifosi e degli appassionati.
Alessandra Sensini aveva vinto il suo ultimo titolo mondiale del windsurf olimpico nel 2004 in Turchia (classe Mistral). Quello vinto oggi a Torbole è il 10° titolo iridato della regina del windsurf, da quello del 1987 (juniores) passando per il trionfo nella Coppa del Mondo professionisti del 1994. In quattro edizioni dei Giochi Olimpici, invece, Alessandra Sensini ha vinto la medaglia di bronzo a Savannah (Atlanta 1996), l’oro a Sydney 2000 e ancora il bronzo ad Atene 2004. A 36 anni, e con soli 4 mesi di preparazione dopo quasi due anni di stop seguiti alle ultime Olimpiadi, l’azzurra si conferma straordinaria campionessa, atleta simbolo ed esempio di classe e carattere. Il podio del primo campionato del mondo del nuovo windsurf olimpico vede dunque al primo posto Alessandra Sensini (Italia), al secondo Marina Neira Alabau (Spagna) e al terzo Faustine Merret (Francia).