Hans Horrevoets è la quinta vittima nella storia di questa difficile regata intorno al mondo, a tappe ed in equipaggio, che si disputa ogni quattro anni, sin dal 1973: la Whitbread, oggi divenuta Volvo Ocean Race.
Le domande che tutti gli uomini di mare si pongono oggi è in che modo si possa essere consumata la tragedia. In che modo un giovane esperto marinaio possa essere caduto in mare quando mancavano sole 2 mila miglia alla conclusione di un viaggio intorno al mondo lungo 36 mila miglia, una gara massacrante attraverso gli oceani più infidi e spettacolari del pianeta. Abn Amro Two si è infilata con la pruna nell’onda come altre milioni di volte era accaduto in regata, l’acqua ha spazzato la coperta e lui è scomparso alla vista degli altri uomini di equipaggio. Era legato con la cintura di sicurezza? Indossava un sistema satellitare in grado di recuperarlo in fretta? E’ morto annegato o che altro?
Sono domande fondamentali, non perchè possano restituirlo alla vita, ma perchè il suo sacrificio possa essere utile alla sicurezza altrui, fornire indicazioni a chi va per mare, per quei mari, affrontando il rischio ad ogni istante. L’operazione di recupero è durata 40 minuti, lo skipper Seb Jos ha prontamente ammainato le vele che in quel momento facevano letteralmente volare Abn Amro Two, la seconda delle due barche olandesi sponsorizzate dal noto istituto di credito, tornando sulla rotta per ripescare Hans. Una manovra esemplare, in un mare bianco di spuma, col vento che soffiava a 30 nodi di velocità. Ma inutile. Il ragazzo, 32 anni, era già morto ed inutili sono stati i tentativi di rianimazione compiuti su indicazione di un medico allertato via radio. Hans aveva smeso di vivere. Ora la barca si trova in navigazione verso le coste della Gran Bretagna con il suo carico di profonda mestizia a bordo.