Ciao Willy, balena del Tamigi

E’ morta la balena che si era persa nel Tamigi. L’animale non e’ sopravvissuto alle ferite ed allo stress riportato nella sua disavventura. Si e’ spenta a bordo della chiatta che cercava di restituirla al mare, probabilmente stroncata da un infarto. Niente hanno potuto i soccorsi, l’affetto della gente, la mobilitazione generale. Willy e’ morta sabato sera.

Il grande animale ha smesso di vivere dopo un attacco di convulsioni, ma che la situazione fosse disperata, era chiaro a tutti. Willy appariva infatti spento, dava solo pochi e deboli colpi di coda di tanto in tanto, conseguenza di quella profonda ferita che le faceva sanguinare la testa, il probabile frutto di un colpo dovuto alla perdita di orientamento e al suo incredibile approdo nel cuore di Londra. In mattinata si e’ tentato il tutto per tutto caricandola su di una chiatta per riportarla in mare. Un tentativo disperato per strapparla alla sua lenta agonia e restituirla al suo ambiente naturale, con la speranza che potesse ridonarle la vita. Una nave attendeva Willy alla foce del Tamigi per portarla in
mare aperto, ma a metà pomeriggio tutte le speranze andavano rapidamente scemando, perche’ per la balena non c’era piu’ niente da fare. E così, in serata, è morta mentre era ancora sulla chiatta. ” Sono triste ma non sorpreso – ha commentato il sindaco di Londra Ken Livingstone: non eravamo ottimisti, sapevamo, ma speravamo di poterla portare in mare aperto”. “E’ molto doloroso – ha aggiunto con un sospiro -. Sarebbe bello che nella tua città le balene potessero entrare e uscire liberamente”.

Continua la campagna di Greenpeace in difesa delle balene

Si inasprisce il confronto tra i “guerrieri dell’arcobaleno” e le baleniere giapponesi, da settimane impegnati in una difficile battaglia navale.

Questa volta è finito in acqua un attivista, letteralmente sbalzato dal gommone dell’associazione ambientalista che si era messo davanti alla prua della baleniera, per liberare dall’arpione la balena colpita.
E’ stata una vera e propria azione di combattimento, un gesto al limite, che poteva anche finire peggio.
Da settimane oramai i guerrieri dell’arcobaleno contrastano la campagna di caccia alle balene condotta dai giapponesi nei mari antartici, a sud dell’Australia. Sul posto ci sono ben due navi a contrastare la flotta giapponese in un confronto che promette di durare ancora molte settimane, <<sino a quando avremo carburante a sufficienza>>, promette Greenpeace.

Qualche settimana fa il contatto c’era stato proprio tra le navi: tra una baleniera e lo scafo ammiraglio degli ambientalisti, che non aveva esitato a puntare la baleniera pur di metterela in difficoltà mentre recuperava a bordo una balena catturata. Una campagna che i giapponesi giustificano con ragioni scentifiche, ma che secondo gli ambientalisti finisce semplicemente sui tavoli dei ristoranti di Tokyo. Certo è che il livello dello scontro sale ogni giorno di più, al punto che il governo australiano ha espresso preoccupazioni in tal senso, criticando chi mette di fatto in pericolo la propria vita.